Flavio Impelluso 16 gennaio 2021
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SALVE
SALVE e BENVENUTI!
"Una volta che avrete imparato a volare, camminerete sulla terra guardando il cielo, perchè è lì che vorrete tornare" Leonardo
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sabato 16 gennaio 2021
AMARCORD - PRAGA, MON AMOUR
giovedì 17 dicembre 2020
RIFLESSIONI - ESCHILO E LA BIBBIA
RIFLESSIONI.
Flavio Impelluso. 15 dicembre 2020
ESCHILO E LA BIBBIA
RIFLESSIONI.
Cari amici, questa dannata pandemia non sembra per il
momento voler mollare la presa, e così si allontana nel tempo la possibilità di
riprendere le nostre conferenze.
Io continuo, tanto per mantenere i contatti, a scrivere
dei miei ricordi di viaggio ed a farli circolare, ma di recente mi è venuto il
desiderio di ampliare l’orizzonte di questi racconti, si tratta più che altro
di affiancarli con delle “riflessioni” sui più svariati argomenti, e tanto per
capirci meglio il primo, dal titolo “Eschilo e la Bibbia”, lo sottopongo alla
vostra attenzione.
Mi piacerebbe che queste mie riflessioni ne
suscitassero altre in chi le legge, creando un nuovo contatto virtuale: un
vecchio proverbio diceva da cosa nasce cosa, chissà che non accada la stessa
cosa con qualche idea.
Vi auguro una buona lettura ed invio i miei migliori
auguri per le prossime festività,
Flavio Impelluso. 15 dicembre 2020
ESCHILO E LA BIBBIA
A me è capitato recentemente leggendo un articolo su
una rivista di storia ed archeologia, parlava di Eschilo e della tragedia con
cui aveva reso immortale il mito dello sciagurato Titano, il Prometeo Incatenato:
e infatti dal parcheggio di cui sopra sono balzati fuori quasi in automatico
Titani, avvoltoi e catene. Ma, confesso, la memoria era un po’ arrugginita,
perché nonostante il Prometeo me lo fossi sorbito tutto, credo al Ginnasio, me
lo ricordavo confusamente come una fase delle lotte per il potere nel pantheon
greco, Crono e Zeus, la Terra ed i Titani, tutto un guazzabuglio di lotte e
feroci vendette.
Ma non mi ricordavo, o forse a 15 anni non lo avevo
proprio compreso, il profondo significato insito nel dono di Prometeo, a me
allora era sembrato una delle classiche leggende con cui nell’antichità si
ammantavano le vicende umane - nello specifico la scoperta del fuoco – con
racconti fantasiosi, e certo farlo donare all’uomo da un Titano ribelle era più
bello ed immaginifico che non attribuirlo a mera casualità. E così, spinto dai
ricordi, riprendo in mano Il “Prometeo incatenato” e, pur con qualche salto di
impazienza, arrivo al punto del dialogo con le ninfe Oceanine, dove è Prometeo
stesso che tra gli spasmi della sua eterna pena confessa alle ninfe di aver
dato agli uomini (col fuoco) le chiavi del sapere.
E qui la ribellione ed il dono esprimono tutto il loro
potere trasgressivo perché il fuoco ha una sua duplice valenza: per un verso la
concretezza, dato che è con il fuoco che l’uomo inizia a progredire, ma anche
l’affrancamento dall’ignoranza, perché il fuoco è il simbolo della luce del
sapere. Questa è la vera sfida che gli dei temono, questa è la ragione dell’ira
di Zeus e della terribile punizione che infligge al Titano. E qui le rotelle un
po’ ossidate mi si rimettono un po’ in moto, e qualcosa riaffiora alla memoria:
ma io ‘sta storia l’ho già sentita, mi sbaglierò ma il fatto degli dei che
vogliono tenere per sé il sapere e non vogliono condividerlo in toto con gli
uomini, anzi li minacciano di morte, non mi è nuovo.
E infatti: Bibbia, Genesi (2, 15-16), lo schema è
identico: il sapere è patrimonio Divino, Dio ne regala una parte all’uomo, ma
se l’uomo trascendesse il donato “…certamente ne morirebbe.” Così si conclude
quel passo della Genesi.
Vabbe’, direte, e dov’è la stranezza? Che gli uomini
proiettino sugli dei una visione “umana” dei rapporti ci può stare, e così pure
che l’uomo nella sua continua ricerca del sapere si renda conto che “sconfinare”
potrebbe essere pericoloso, e quindi si autoimponga un limite ultraterreno.
Certo, e infatti non è questo che mi ha stupito: quello che mi è sembrato
strano è stata la constatazione che questo concetto nasca praticamente uguale
tra i Greci e tra gli Ebrei, due popoli e due civiltà che più diversi tra loro
non si può.
I primi, i Greci, hanno inventato la democrazia, la
filosofia e le arti, dalle letture me li ricordo come gente che ragiona tanto e
crede poco, solari e un po’ confusionari, con un rapporto cinico con il loro
pantheon che non so se definire più malandrino o complice, con degli dei
veramente improponibili come esseri superiori e con un capo “fimminaro” come
pochi.
I secondi, gli Ebrei, specie quelli del Vecchio Testamento,
hanno invece strutture sociali monocratiche, poco aperti alle arti in genere,
sono monoteisti, austeri e religiosamente intransigenti ai limiti del
fanatismo, vantano un rapporto privilegiato con il loro dio che li chiama
popolo eletto, ma al contempo con questo essere severo e vendicativo stanno
spesso in conflitto tra trasgressioni, punizioni (la peste ad Ashdod!) e
perdoni.
Come è possibile che questi due popoli – così
profondamente diversi - abbiano elaborato concetti così simili, praticamente
uguali, su un passo così delicato del pensiero religioso/filosofico, lo snodo
del rapporto tra divino ed umano? Certo è anche vero che la culla di questi due
popoli era limitrofa, e infatti Grecia e Palestina sono ambedue rivierasche del
Mediterraneo orientale; è vero che il mare unisce e non divide; è ancora vero
che ambedue hanno alle spalle qualche migliaio di anni di tempo per conoscersi
ed eventualmente per scambiarsi idee e credenze, tutto vero, eppure…. non sono
convinto. E non sono convinto anche perché, se questo tipo di rapporto fosse
una naturale proiezione dell’uomo verso il divino, dovrebbe essere presente in
quasi tutte le religioni del mondo, cosa che a palmi non mi pare, anche se non
sono un esperto in materia. Proviamone un’altra.
Seguendo gli studi e le deduzioni di Pierluigi
Montalbano, che ipotizza un momento della grande civiltà nuragica – che aveva
permeato di sé tutto il Mediterraneo – in cui questa perde coesione e si
frantuma, dando vita ai popoli proto-storici del Mediterraneo, non potrebbe
essere che i due popoli in questione non siano giunti allo stesso concetto per
strade autonome e separate, ma in realtà abbiano attinto ambedue ad antiche,
comuni credenze, rielaborandole poi solo formalmente per adattarle ai
rispettivi culti religiosi?
Ipotesi forse affascinante, ma sento che mi sto
spingendo troppo lontano, e senza le necessarie basi culturali. Però che bello
girovagare nel passato, magari anche con un po’di fantasia…..
martedì 17 novembre 2020
Amarcord: Mongolia
Flavio Impelluso 14 novebre 2020
Una strana situazione, che richiede un minimo di storia: il programma del viaggio era piuttosto articolato, e tra le altre cose prevedeva di fare varie tappe, fermandoci ogni volta in un piccolo accampamento di nomadi, condividendo il loro quotidiano, mangiando con loro e dormendo nelle loro tende. E così era andato sino allora, avevamo trascorso giornate stupende, coccolati dalle persone più cordiali e più pazienti mai incontrate, ed era stato come vivere in un libro di avventure.
mercoledì 7 ottobre 2020
Amarcord: Quei Giorni Ad Hong Kong
Flavio Impelluso 7 ottobre 2020
venerdì 2 ottobre 2020
PAGA LA RATA E VAI SERENO ….RIFLESSIONI IGNORANTI
Attilio A. Romita 1 ottobre 2020
Negli ultimi anni molte case automobilistiche di tutto il mondo propongono ai loro Clienti un modo di acquisto molto simile alla tradizionale vendita rateale. Il costo di una autovettura viene finanziato in quote mensili e può essere terminato con una maxi rata finale più o meno grande che conclude la vendita.Per rendere più appetibile l’operazione vengono inserite facilitazioni e servizi talvolta esageratamente evidenziati.
venerdì 11 settembre 2020
Amarcord: il grande Parco di Etosha-agosto 2019
Flavio Impelluso 10 settembre 2020
Sul gippone faceva un freddo cane, il mezzo era telonato e ci avevano dato dei poncho con cappuccio, ma l’alba africana non sentiva ragioni, eravamo intirizziti. La guida ci avvertì che tra poco saremmo arrivati ad una delle pozze d’acqua del parco, ed avremmo visto qualcosa di veramente speciale, la abbeverata del mattino degli animali. Eravamo ad Etosha, il grande parco nel nord della Namibia, creato dai tedeschi all’inizio del secolo scorso quando la Namibia era una loro colonia: allora era il più grande del mondo, 100.000 kmq, una cosa incredibile. Oddio, non è che ora stia scherzando, perché nonostante la fame di terreni sono riusciti a mantenerne intatti più di 20.000 kmq, cioè più o meno le attuali dimensioni della Lombardia.
lunedì 10 agosto 2020
Franca Valeri …un ricordo.
Mirna Bozzo Impelluso 9 agosto 2020
domenica 2 agosto 2020
Cloud Computing ...riflessioni tecnologiche per tutti
mercoledì 22 luglio 2020
RIFLESSIONI - LA SELCE E LA LEPRE
Flavio Impelluso 22 luglio 2020
Qualche migliaio di anni fa, forse 5.000, forse 6.000, un uomo sta esplorando le trappole che ha predisposto nei giorni precedenti: siamo nel sud dell’Italia, tra migliaia di anni si chiamerà “Puglia”. Fare il giro delle trappole è la sua occupazione principale, ogni giorno batte il suo territorio di caccia e quasi sempre trova di che sfamare sé stesso e la sua famiglia, talpe, furetti, raramente faine, lepri, e di stagione buona anche uccelli.mercoledì 15 luglio 2020
Al Teatro Quirino: Conferenza Stampa per la stagione 2020-2021
di Attilio A. Romita 14 luglio 2020
“…dove eravamo rimasti” è la citazione che mi è venuta in mente quando, ieri, mi sono di nuovo seduto in platea al Teatro Quirino pronti per ripartire per la nuova stagione 2020-2021.
BEN TORNATO TEATRO QUIRINO!
sabato 4 luglio 2020
AMARCORD – IL RAFTING
venerdì 19 giugno 2020
Idee e progetti nascosti in un cassetto …quasi un amarcord personale..
Attilio A. Romita 18 maggio 2020
Forse qualcosa è ancora attuale oggi.
domenica 14 giugno 2020
AMARCORD - L’AURORA BOREALE
FlavioImpelluso 14 giugno 2020
Come mi apparve estranea Tokyo, eravamo
negli anni ’70, c’era brutto tempo, pioveva. Dall’aeroporto ricordo un
groviglio di arterie molto trafficate, spesso intrecciate con sopraelevate,
sovrappassi e snodi, un incubo, un concentrato di caos atopico, se così si può
definire la sensazione di estraneità e di non appartenenza che mi davano quei
luoghi. Che differenza con la mia Roma, solare e tranquilla,
ancora un po’ provinciale nonostante la dolce vita e sopra tutto dove tutto mi
era familiare, ogni luogo era “casa mia”.
sabato 6 giugno 2020
AMARCORD: NOI SIAMO PARA’.
FlavioImpelluso 7 giugno 2020
Certi ricordi rimangono netti nel tempo come foto: il direttore di lancio si tiene agli stipiti del portellone aperto e sporge la testa, la velocità è tale che la parte del volto esposta si deforma come in un film dell’orrore, la bocca arrivata a metà guancia. Cerca di capire perché ci stiamo allontanando dal campo.martedì 2 giugno 2020
Storie d’Europa e di Italia …. riflessioni di uno storico dilettante.
giovedì 28 maggio 2020
IL PONTE ACQUEDOTTO ROMANO IN FRANCIA
FlavioImpelluso 29 maggio 2020
Mia figlia Maria Vittoria mi manda la foto del Pont du Gard, un ponte e acquedotto romano costruito nel I° secolo a. C. vicino a Nemausus (odierna Nimes): veramente una perla di architettura romana. Ma poi suggerisce anche: perché non commenti l’immagine con qualche riflessione, scatenando in me, ancorché inconsapevolmente, un forte attacco di orticaria. E che sarà mai, direte, non ti piacciono i ponti?Chiariamo: a me i ponti piacciono tantissimo, da quelli romani a quelli di Calatrava, mi piace proprio la loro specifica architettura, quasi prescindendo dagli aspetti metafisici dei ponti unione di sponde e di popoli. A me non piacciono certi atteggiamenti dei Francesi. E quali sono mai, direte voi, questi atteggiamenti, e che c’entrano con i ponti?
Amarcord 02 - HODYA NASREDDIN
Amarcord 02 - HODYA NASREDDIN
FlavioImpelluso 27
maggio 2020