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domenica 2 ottobre 2022

Le false radici Giudaico-Cristiane d’Europa

Riflessioni

Flavio Impelluso                                                    Ottobre 2022

 A intervalli più o meno regolari risalta fuori il concetto delle “radici giudaico-cristiane” dell’Europa, che fa il paio con quell’altro tentativo - di cui abbiamo già parlato - di attribuire a Carlo Magno la creazione dell’Europa. Ma rimaniamo a queste benedette radici, che ‘stavolta sono state tirate fuori anche da illustri rappresentanti politici in occasione delle recenti elezioni: come può venire in mente a qualcuno, se non in malafede o per ignoranza, di affermare che la cosa A ha le sue radici nella cosa B, se la cosa A è nata secoli prima della B?

Le radici dell’intero mondo occidentale – quindi anche quelle dell’Europa - affondano nella civiltà greco-romana, e non possono essere confuse con quelle giudaico-cristiane, postume e completamente diverse per tempistica, origini e contenuti.

Oddìo, secondo i miei pignolissimi professori, anche questa banale affermazione (le radici greco-romane) sarebbe stata ritenuta non proprio esatta, perché le nostre radici vanno anche più indietro: c’è un robusto filo che lega la civiltà greco-romana alla civiltà micenea ed a quella minoica, e secondo alcuni persino alla pelasgica, ma oggi è ormai comunemente accolta l’opinione che il maggior apporto culturale al nostro mondo occidentale (secondo alcuni al mondo tout court) provenga dalla civiltà greco-romana e dalla sua cultura.

Ma torniamo alle radici cristiane: a scanso di equivoci, chiarisco che non mi passa nemmeno per l’anticamera del cervello di sminuire l’influsso e la grande importanza del cristianesimo (e della sua matrice giudaica) sulla storia dell’Europa, e quindi del mondo. Mi riferisco soltanto alle incongruità storico-temporali dell’affermazione “le radici dell’Europa sono giudaico-cristiane”.

Tanto premesso, vediamo perché questo assunto è errato. Cerco di chiarire il concetto con un esempio: quando diciamo che la cultura romana affonda le sue radici (principalmente) nelle culture greca ed etrusca, non stiamo soltanto descrivendo un aspetto dell’evoluzione del pensiero umano nella storia, ma stiamo anche stabilendo una precisa sequenza temporale e logica tra diversi fenomeni, di cui alcuni sono avvenuti prima ed altri dopo.

Chi affermasse il contrario, cioè che la cultura di quei popoli affonda le sue radici nella cultura romana, farebbe sganasciare dalle risate ogni lettore con un minimo di coltura.

Nella storia questa interazione temporale è ineludibilmente precisa: le date inchiodano gli avvenimenti avvenuti prima e quelli avvenuti dopo, con (quasi) nessuna possibilità di barare, tranne per i navigati politici che per ragioni elettorali sarebbero capaci di dirci che Roma è nata l’altro ieri, fondata da un loro adepto.

Non possiamo quindi parlare di radici giudaico-cristiane dell’Europa perché vorrebbe dire che l’Europa è nata “dal” o “nel” cristianesimo, il che è impossibile, in quanto il cristianesimo assume forma ufficiale nell’ambito dell’Impero Romano nel quarto secolo p. C. - editti di Milano 313 (Licinio e Costantino) e di Nicea 325 (Costantino) – ed allora l’Europa già c’era da secoli, era parte integrante dell’Impero romano.

In termini astrattamente cronologici, cioè di chi viene prima e di chi viene dopo, potremmo asserire casomai il contrario, e cioè che il cristianesimo ha le sue radici in Europa, ma sarebbe a sua volta una stupidaggine perché le sue radici sono giudaiche e medio-orientali, non europee. Ferma quindi la grande importanza del cristianesimo, se parliamo di “radici” dobbiamo arrenderci all’evidenza dei fatti storici, per i quali:

1. L’Europa ha le sue radici nella civiltà greco-romana;

2. Il cristianesimo ha le sue radici nella cultura ebraica, che a sua volta le ha nei    territori dell’antica Palestina (credo nel XIII e XII secolo a. C., con le unificazioni delle tribù israelite) e quindi nei regni di Israele e di Giuda;

3. Tertium non datur.

Ma…. perché mai qualcuno dovrebbe imbarcarsi in imprese senza senso, ignorando la corretta sequenza degli avvenimenti della storia? Per quanto riguarda l’assurdo di far nascere l’Europa da Carlo Magno, i propalatori di queste fake news li abbiamo già individuati e ne abbiamo compreso le ragioni, ma su queste radici?

Uno spunto me lo hanno dato alcuni vostri commenti circa la mia precedente riflessione su Carlo Magno (e vi ringrazio per tali utili contributi): in estrema sintesi, potremmo essere in presenza di tentativi di falsare i piani storici degli avvenimenti - facendo finta ad esempio che i secoli delle antiche civiltà quasi non siano esistiti, o comunque spingendoli in un passato così lontano da confinarli nell’oblio del mito - per far “iniziare la storia” a proprio comodo, e quindi per intestarsi false primogeniture  e falsi meriti.

Certo, se accettassimo che l’antichità classica non conta, non ha eredità, era una cosa nebulosa di un passato remoto che comunque si è persa nell’oscurità del medio-evo, allora sarebbe più facile sostenere che da quel buio sia sorta una nuova civiltà ed  avrebbe anche un senso (fraudolento che sia) affermare che la moderna Europa sia nata con Carlo Magno e che le sue radici siano giudaico-cristiane: certo, perché no? Con carte false, ignorando gli avvenimenti dei millenni precedenti, possiamo giocare come ci pare.

Ma forse la colpa non è di coloro che sparano queste stupidate, loro almeno sembrano avere un interesse a portarle avanti, forse i più colpevoli siamo tutti noi che li stiamo a sentire mentre dovremmo dar loro un sonoro scappellotto (con buona pace della signora Montessori) e spedirli di nuovo a scuola.

E comunque, per quanto la storia, come tutte le espressioni umane, sia manipolabile, la sequenza temporale degli avvenimenti lo è molto poco. La storia è un continuum, non puoi spezzettarla a tuo piacimento e farla ricominciare ogni volta, ogni periodo preso in considerazione è conseguenza del precedente e causa del successivo.

L’intero mondo occidentale è un grande albero millenario che affonda le sue radici nella cultura greco-romana e nelle precedenti sopra citate. Gli apporti successivi, i sovvertimenti temporali e le distruzioni, le scomposizioni e le ricomposizioni territoriali,  e tutti gli arricchimenti culturali che si sono stratificati nel tempo possono essere i rami (i rami, taluni rigogliosi) di quell’ unico grande albero: non possono esserne le radici.

Ma allora il cristianesimo cosa è, rispetto a quel grande albero? Be’, certo non ne è le radici, come abbiamo visto, e non ne è neppure un ramo in quanto non prodotto dall’albero stesso: a voler rimanere nell’esempio “botanico” (e ancora una volta senza voler in alcun modo sminuirne l’importanza) credo non si possa parlare d’altro che di un “innesto”, per quanto proficuo possa essersi poi rivelato.

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Piccola riflessione aggiuntiva sull’Europa: Intervista del Corsera (5 Aprile ‘22) al Prof. Heinrik August Winkler, emerito della Università Humbolt di Berlino, attualmente tra i maggiori storici tedeschi. Alla domanda circa i rapporti tra Germania e Russia, e sulla rispettiva “appartenenza” delle due al mondo occidentale o orientale, rispondeva: “Mere contingenze (susseguenti agli eventi bellici) a parte, la Germania è sempre appartenuta al vecchio Occidente, all’Europa latina.” E proseguiva con una breve analisi storica sulle origini dei due “mondi”.

Capito? Agli storici è ben chiaro che l’Europa - concettualmente perno di tutte le nazioni componenti, l’Europa primigenia e insieme la nuova meta da consolidare - è l’Europa latina: non celtica o anglosassone, o cristiana o protestante, o di Carlo Magno, ma “latina”. Cioè romana: tutto il resto…viene dopo!

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