Le false radici Giudaico-Cristiane d’Europa
Riflessioni
Flavio Impelluso Ottobre 2022
Le radici dell’intero mondo occidentale – quindi anche quelle dell’Europa - affondano nella civiltà greco-romana, e non possono essere confuse con quelle giudaico-cristiane, postume e completamente diverse per tempistica, origini e contenuti.
Oddìo, secondo i miei pignolissimi professori, anche questa
banale affermazione (le radici greco-romane) sarebbe stata ritenuta non proprio
esatta, perché le nostre radici vanno anche più indietro: c’è un robusto filo
che lega la civiltà greco-romana alla civiltà micenea ed a quella minoica, e
secondo alcuni persino alla pelasgica, ma oggi è ormai comunemente accolta
l’opinione che il maggior apporto culturale al nostro mondo occidentale
(secondo alcuni al mondo tout court) provenga dalla civiltà greco-romana e
dalla sua cultura.
Ma torniamo alle radici cristiane: a scanso di equivoci,
chiarisco che non mi passa nemmeno per l’anticamera del cervello di sminuire
l’influsso e la grande importanza del cristianesimo (e della sua matrice
giudaica) sulla storia dell’Europa, e quindi del mondo. Mi riferisco soltanto
alle incongruità storico-temporali dell’affermazione “le radici dell’Europa
sono giudaico-cristiane”.
Tanto premesso, vediamo perché questo assunto è errato.
Cerco di chiarire il concetto con un esempio: quando diciamo che la cultura
romana affonda le sue radici (principalmente) nelle culture greca ed etrusca,
non stiamo soltanto descrivendo un aspetto dell’evoluzione del pensiero umano
nella storia, ma stiamo anche stabilendo una precisa sequenza temporale e
logica tra diversi fenomeni, di cui alcuni sono avvenuti prima ed altri dopo.
Chi affermasse il contrario, cioè che la cultura di quei
popoli affonda le sue radici nella cultura romana, farebbe sganasciare dalle
risate ogni lettore con un minimo di coltura.
Nella storia questa interazione temporale è ineludibilmente
precisa: le date inchiodano gli avvenimenti avvenuti prima e quelli avvenuti
dopo, con (quasi) nessuna possibilità di barare, tranne per i navigati politici
che per ragioni elettorali sarebbero capaci di dirci che Roma è nata l’altro
ieri, fondata da un loro adepto.
Non possiamo quindi parlare di radici giudaico-cristiane
dell’Europa perché vorrebbe dire che l’Europa è nata “dal” o “nel”
cristianesimo, il che è impossibile, in quanto il cristianesimo assume forma
ufficiale nell’ambito dell’Impero Romano nel quarto secolo p. C. - editti di
Milano 313 (Licinio e Costantino) e di Nicea 325 (Costantino) – ed allora
l’Europa già c’era da secoli, era parte integrante dell’Impero romano.
In termini astrattamente cronologici, cioè di chi viene
prima e di chi viene dopo, potremmo asserire casomai il contrario, e cioè che
il cristianesimo ha le sue radici in Europa, ma sarebbe a sua volta una
stupidaggine perché le sue radici sono giudaiche e medio-orientali, non
europee. Ferma quindi la grande importanza del cristianesimo, se parliamo di
“radici” dobbiamo arrenderci all’evidenza dei fatti storici, per i quali:
1. L’Europa
ha le sue radici nella civiltà greco-romana;
2. Il
cristianesimo ha le sue radici nella cultura ebraica, che a sua volta le ha
nei territori dell’antica Palestina
(credo nel XIII e XII secolo a. C., con le unificazioni delle tribù israelite)
e quindi nei regni di Israele e di Giuda;
3. Tertium
non datur.
Uno spunto me lo hanno dato alcuni vostri commenti circa la
mia precedente riflessione su Carlo Magno (e vi ringrazio per tali utili
contributi): in estrema sintesi, potremmo essere in presenza di tentativi di
falsare i piani storici degli avvenimenti - facendo finta ad esempio che i
secoli delle antiche civiltà quasi non siano esistiti, o comunque spingendoli
in un passato così lontano da confinarli nell’oblio del mito - per far
“iniziare la storia” a proprio comodo, e quindi per intestarsi false
primogeniture e falsi meriti.
Certo, se accettassimo che l’antichità classica non conta,
non ha eredità, era una cosa nebulosa di un passato remoto che comunque si è
persa nell’oscurità del medio-evo, allora sarebbe più facile sostenere che da
quel buio sia sorta una nuova civiltà ed
avrebbe anche un senso (fraudolento che sia) affermare che la moderna
Europa sia nata con Carlo Magno e che le sue radici siano giudaico-cristiane:
certo, perché no? Con carte false, ignorando gli avvenimenti dei millenni
precedenti, possiamo giocare come ci pare.
Ma forse la colpa non è di coloro che sparano queste
stupidate, loro almeno sembrano avere un interesse a portarle avanti, forse i
più colpevoli siamo tutti noi che li stiamo a sentire mentre dovremmo dar loro
un sonoro scappellotto (con buona pace della signora Montessori) e spedirli di
nuovo a scuola.
E comunque, per quanto la storia, come tutte le espressioni
umane, sia manipolabile, la sequenza temporale degli avvenimenti lo è molto
poco. La storia è un continuum, non puoi spezzettarla a tuo piacimento e farla
ricominciare ogni volta, ogni periodo preso in considerazione è conseguenza del
precedente e causa del successivo.
L’intero mondo occidentale è un grande albero millenario che
affonda le sue radici nella cultura greco-romana e nelle precedenti sopra
citate. Gli apporti successivi, i sovvertimenti temporali e le distruzioni, le
scomposizioni e le ricomposizioni territoriali,
e tutti gli arricchimenti culturali che si sono stratificati nel tempo
possono essere i rami (i rami, taluni rigogliosi) di quell’ unico grande
albero: non possono esserne le radici.
Ma allora il cristianesimo cosa è, rispetto a quel grande
albero? Be’, certo non ne è le radici, come abbiamo visto, e non ne è neppure
un ramo in quanto non prodotto dall’albero stesso: a voler rimanere
nell’esempio “botanico” (e ancora una volta senza voler in alcun modo sminuirne
l’importanza) credo non si possa parlare d’altro che di un “innesto”, per
quanto proficuo possa essersi poi rivelato.
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Piccola riflessione aggiuntiva sull’Europa: Intervista del
Corsera (5 Aprile ‘22) al Prof. Heinrik August Winkler, emerito della
Università Humbolt di Berlino, attualmente tra i maggiori storici tedeschi.
Alla domanda circa i rapporti tra Germania e Russia, e sulla rispettiva
“appartenenza” delle due al mondo occidentale o orientale, rispondeva: “Mere
contingenze (susseguenti agli eventi bellici) a parte, la Germania è sempre
appartenuta al vecchio Occidente, all’Europa latina.” E proseguiva con una
breve analisi storica sulle origini dei due “mondi”.
Capito? Agli storici è ben chiaro che l’Europa -
concettualmente perno di tutte le nazioni componenti, l’Europa primigenia e
insieme la nuova meta da consolidare - è l’Europa latina: non celtica o
anglosassone, o cristiana o protestante, o di Carlo Magno, ma “latina”. Cioè
romana: tutto il resto…viene dopo!
Sono pienamente d'accordo con quanto riportato. Costa.
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