Perchè succede che….
i beni tolti ai mafiosi spesso vanno solo in rovina?
Esistono vari provvedimenti legislativi
che definiscono come devono essere utilizzati per fini sociali …e sono tutti
buoni provvedimenti, ma “difficoltoso” iter attuativo.
Molte volte poi questi beni non vengono
ne assegnati ne venduti per mille beghe burocratiche e legali messe in moto dai
chi ha subito la requisizione e che “la lunghezza dei processi” favorisce.
Molte requisizioni riguardano edifici e
ville che non possono essere utilizzate per “fini sociali”, non possono essere
vendute perché la “gente dabbene” dice “la mafia se li ricomprerebbe” e …tutto
resta fermo e si rovina.
Non pensano queste “persone dabbene” che
li stessi beni potrebbero esser requisiti una seconda ed una terza e così via
volte e che la comunità ne potrebbe trarre un guadagno multiplo!
Perché succede questo?
In una
assemblea di imprenditori e di tutti coloro che sono coinvolti nel mondo del
lavoro che hanno deciso di schierarsi pubblicamente e fermamente contro i
sistemi mafiosi, il ministro Cancellieri ha dichiarato ”Nell’ultimo Consiglio
dei Ministri ho sostenuto l’impegno a
rivedere le norme per rendere più efficace ed efficiente l’attività
dell’Agenzia e mettere subito a
disposizione della collettività i beni sottratti alle mafie”.
Il
Ministro Cancellieri è persona onesta e sicuramente pensa quello che dichiara.
Perché succede
che a buoni propositi non sempre seguano buone azioni?
Ma perché
succede che per snellire l’iter
burocratico si debba creare oltre alla “Agenzia per i beni confiscati”
anche una “cabina di regia” che con
l’aiuto di una “tavolo di lavoro”
prenda in considerazione il processo decisionale ed operativo per arrivare ad
una formale “proposta operativa”….tutto questo qualcuno me lo deve spiegare!
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