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venerdì 21 dicembre 2012

Utopici Governi tecnici 3: fine di un sogno …. pensieri ignoranti


Circa un anno fa il sentire comune era che un Governo Tecnico, cioè composto da illustri tecnici, potesse, con un colpo di bacchetta magica, risolvere tutti i problemi italiani.
Il Gran Capo chiamò un illustre sapiente di economia politica, furono scelte illustri personalità che, ognuna nel suo campo, erano il massimo per scienza e coscienza, fu formato un consesso di ministri di fronte ai quali la politica fece un passo indietro; o meglio fece finta di fare un passo indietro.

A questo punto la favola potrebbe concludersi con un ….e vissero felici e contenti.
Ma la dura realtà mostrò le sue adunche dita e ben presto gli Illustri si accorsero che per cambiare qualcosa troppo c’era da fare: il peso di antichi debiti, vecchi di 60 anni di vita socialmente spensierata, era duro anche da scalfire.
Sulla carta tutti erano d’accordo con gli Illustri, da destra e da sinistra tutti assentivano ed elogiavano.
Gli Illustri, forte di questi applausi a scena aperta, cominciarono a pensare grandi cose e vaste razzie nelle esauste tasche, ma chi non avrebbe fatto sacrifici sperando in un prossimo roseo mattino.
Le prime leggi, per raccogliere denari, furono accettate da tutti …tanto le elezioni erano lontane.
Il maledetto serpente strisciante, lo SPREAD, fu calmato con potenti iniezioni di “garanzia del Drago”.
Gli Illustri decisero allora che era il momento di otturare qualche falla che garantiva inutili spese, chiamarono questa impresa con il bel nome di “Spending Revue”, accettarono suggerimenti e consigli, ma quando il Decreto Legge doveva diventare Legge, mille piccoli roditori lo sbrindellarono ed un bell’abito si trasformò in una maschera tragica.
Altri mille interventi, buoni e giusti, tentarono gli Illustri, ma crudeli invasioni di cavallette o di formiche rosse ogni volta lasciavano solo l’esterno del provvedimento.
Il tempo passava e gli Illustri cominciarono a capire quanto poco contasse la loro sapienza contro le posizioni contrapposte di chi, a parole, aveva rimesso con fiducia l’autorità nelle mani dei sapienti.
Il tiro alla fune degli opposti man mano logorò la fune stessa che, ad un certo punto, si ruppe ed il Capo degli Illustri comprese di avere uno Scettro di Cartone.
Il Gran Capo allora chiese agli Illustri almeno di preparare la strada per le nuove scelte e per le spese dell’anno successivo.
L’unica cosa che seppero fare gli Illustri fu di varare il piano delle spese, anche perché in mancanza di quello non sarebbero stati pagati gli stipendi dei mille eletti, molti dei quali speravano di continuare a sedere nel Salone delle Decisioni ….rimandate.
A questo punto la storia si interrompe per poi ricominciare tra qualche mese con nuove promesse e nuove premesse di cambiamenti, in un gioco continuo di simboliche alternative tra chi comanda e chi si oppone.
Uscendo dalla favola e tornando alla realtà mi piace pensare positivo, voglio sperare che i miei amici Italiani vadano in tanti a scegliere chi delegare a governare ….secondo il santo principio del buon padre di famiglia capace di fare anche scelte impopolari, ma sempre favorevoli per la crescita dei suoi figli.
Fare una scelta è quasi sempre difficile, ma sicuramente criticare gli altri senza fare una scelta o barcamenarsi nel rimandare le decisioni è la peggiore delle scelte possibili.

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