"Dialoghi del Pianerottolo tra Giorgio Zoli ed Attilio A. Romita".
II parte: Oggi
Questo nuovo Colloquio del
Pianerottolo con il mio amico Giorgio Zoli e me, nasce in un momento nel quale
si discute molto dell’Europa e dei vantaggi e svantaggi che una unione europea
comporta.
Ci siamo fatte varie domande e
abbiamo cercato qualche spiegazione: forse questa chiaccherata è in grado di
fornire utili riflessioni possibilmente costruttive.
Il
dialogo è stato diviso in tre parti: la prima racconta come si è arrivati
all’Unione Europea; la seconda analizza gli avvenimenti importanti che hanno
caratterizzato la crescita dell’Unione Europea sino all’introduzione dell’EURO.
Nella terza parte proviamo ad analizzare come questa moneta comune non
accompagnata da una reale comunione d’intenti abbia portato alla luce problemi
pratici che dovremo risolvere.
AAR L’idea
di una unione degli stati d’Europa aveva cominciato a far nascere i primi
fiori, ma per arrivare ai frutti maturi la strada era solo all’inizio.
GZ Il
9 maggio 1950 ci fu una riunione preliminare del cosiddetto Consiglio d’Europa
nella quale furono poste le basi della CECA (Comunità europea carbone ed
acciao) costituita nel 1951 dai sei paesi continentali dell’Europa occidentale
(Francia, Belgio, Germania, Olanda, Lussemburgo ed Italia) con lo scopo di
uniformare trattamenti finanziari e doganali uguali per due materie prime
strategiche come il carbone e l’acciaio.
La CECA diventò formalmente CEE (Comunità Economica Europea) con la firma del Trattato di Roma (25 marzo 1957) cui, oltre ai sei membri fondatori aderirono Regno Unito, Irlanda e Danimarca. In parallelo si era anche costituita una Unione di coordinamento per l’energia atomica, l’Euratom.
La CECA diventò formalmente CEE (Comunità Economica Europea) con la firma del Trattato di Roma (25 marzo 1957) cui, oltre ai sei membri fondatori aderirono Regno Unito, Irlanda e Danimarca. In parallelo si era anche costituita una Unione di coordinamento per l’energia atomica, l’Euratom.
AAR Il
25 marzo 1957 è una data importante cioè il battesimo ufficiale della nuova
entità europea, ma cosa altro è successo.
GZ Tra
il 1963 ed il 1968 la CEE inglobò varie altre sigle europee sulla base delle
decisioni previste nei vari trattati per il completamento delle istituzioni
comunitarie.
Nel 1965 la CEE ebbe una grave crisi quando la Francia, ed il suo Presidente De Gaulle, assunsero un atteggiamento contrario all’ingresso del Regno Unito nella Comunità.
Nel 1965 la CEE ebbe una grave crisi quando la Francia, ed il suo Presidente De Gaulle, assunsero un atteggiamento contrario all’ingresso del Regno Unito nella Comunità.
AAR Ma
l’idea Europea mi sembra che malgrado tutto procedeva. Quali sono stati i
successivi passi importanti?
GZ Il
7 febbraio 1992, con il trattato di Maastricth, furono introdotte nuove regole
si ebbe un iniziale abbattimento delle Frontiere tra i paesi Europei. L’aspetto
pratico più visibile si ebbe negli aereoporti dove i cittadini europei non
dovevano fermarsi alla Dogana qiando si spostavano in ambito europeo.
AAR Dopo
i primi 6 soci fondatori, ai quali si erano aggiunti gli altri 3 succitati,
quale fu la sequenza delle altre adesioni alla CEE che nel frattempo aveva
cambiato nome in UE (Unione Europea)?
GZ A
gennaio 1993 la Spagna ed il Portogallo entrarono nella UE, seguiti nel 1995 da
Austria, Finlandia, Svezia e Grecia.
Tra 1998 ed il 2004 i membri effettivi della UE divennero 27.
Tra 1998 ed il 2004 i membri effettivi della UE divennero 27.
AAR A questo punto mi sembra che fosse giunto il
momento di introdurre qualcosa che di più unisse i cittadini europei.
GZ Nel 1999 si decise di avere in Europa una
moneta unica uguale per tutti gli stati. La nuova moneta, cui aderirono in quel
momento solo 12 stati (Francia, Germania, Italia, Belgio, Olanda, Irlanda,
Austria, Spagna, Portogallo, Lussemburgo, Finlandia, Grecia e Cipro).
AAR Ma l’Euro è stata realmente la prima moneta
unica europea?
GZ Sicuramente l’EURO, cioè una moneta fisica
unica in libera circolazione in Europa, è la prima moneta Europea. Ma l’euro è
stato preceduto anche da altri accordi economico monetari. Il primo accordo,
ricordato come Serpente Monetario era una sorta di meccanismo semiautomatico
che definiva i rapporti di cambio tra le varie monete nazionali europee. Poi nel 1980 fu introdotto l’ECU che era una
moneta non moneta, cioè uno strumento di cambio usato nelle transazioni
internazionali. Oltre questa differente caratteristica “fisica”, tra ECU ed
EURO fondamentale differenza era il tasso di cambio variabile legato al variare
del tasso di cambio delle varie valute nazionali (Lira, Marco, Franco, Pesos,
etc) tra di loro e con il Dollaro.
AAR Quindi l’EURO, nel momento della sua
introduzione, assunse un tasso di cambio rigido ed invariabile all’interno
dell’Europa?
GZ L’introduzione dell’Euro in un’area
limitata dell’Europa (meno della metà dei 27 stati della UE) non ha determinato
una parità rigida dei prezzi che, al di là di considerazioni più complesse, in
un mercato libero sono il risultato di un incontro tra la domanda dei
consumatori e l’offerta dei produttori e questa dinamica è indipendente dalla
moneta corrente anzi, in molti casi determina il valore reale della moneta
stessa.
AAR A questo punto l’Unione Europea ha assunto
la consistenza di una Nazione con una visione unica di interessi, necessità e
risposte comuni?
GZ Nonostante le numerosissime norme e
minuziosi regolamenti previsti nel Trattato di Maastricht, l’integrazione reale
tra gli Stati Europei è stata limitata soprattutto perché è stata lasciata una
libertà di decisione su questioni anche essenziali. L’Europa ora si presenta
come una balda confederazione dove le decisioni importanti devono essere prese
all’unanimità dai Capi di Stato o di Governo ed allo stesso tempo decisioni
anche economicamente importanti sono prese a livello di ministri competenti
come esito di compromessi, lunghe trattative e “abilità contrattuale”. Fatto
importante, però, è che la maggior parte di queste decisioni hanno valore di
raccomandazione che talvolta viene disattesa.
AAR Ma le regole di Maastricht si sono
dimostrate valide?
GZ Molte di queste regole si sono dimostrate
vessatorie in campo finanziario. Per esempio una regola impone il pareggio di
bilancio, ma è permesso un deficit percentuale limitato rispetto al PIL
nazionale ed al debito pubblico accumulato.
Anche nella sola zona EURO le restrizioni sono incomplete, soprattutto nel campo della tassazione che ogni nazione regola a piacimento. Le lamentele dei singoli stati sono continue e si vorrebbe in continuazione rinegoziare leggi norme e regolamenti come se tutto fosse sempre discutibile e non dovessero esistere certezze di base.
Esiste anche una banca centrale Europea, la BCE, ma ha poteri decisionali limitati al contrario della Federal Reserve americana che ha potere decisionale tassativo su tutti gli stati USA.
Anche nella sola zona EURO le restrizioni sono incomplete, soprattutto nel campo della tassazione che ogni nazione regola a piacimento. Le lamentele dei singoli stati sono continue e si vorrebbe in continuazione rinegoziare leggi norme e regolamenti come se tutto fosse sempre discutibile e non dovessero esistere certezze di base.
Esiste anche una banca centrale Europea, la BCE, ma ha poteri decisionali limitati al contrario della Federal Reserve americana che ha potere decisionale tassativo su tutti gli stati USA.
AAR Mi sembra di capire che questa Unione
Europea esiste sulla carta, ad essa hanno formalmente aderito 27 nazioni, ma
l’adesione dei cittadini di queste nazioni è di la da venire.
GZ Certamente dopo aver costruito l’Unione
Europea bisognerebbe riuscire a formare gli Europei. Ma come di può pretendere
che un estone di Tallin ragioni come un greco di Atene o uno slovacco di
Bratislava si comporti come un olandese di Rotterdam?
Già nell’ambito dei singoli paesi esistono dei localismi regionalistici,
figuriamoci poi quanto incide l’orgoglio nazionalistico dopo secoli di
divisioni, contrasti e guerre. Aggiungiamo poi le differenze di base tra la
forzata confederazione tra nazioni occidentali ed orientali che sono solo da
pochi anni uscite dal “dominio dell’impero sovietico”.
Neppure in politica estera la UE riesce a mostrare una posizione unitaria e questo non rafforza certo il percorso verso un’unione reale.
Neppure in politica estera la UE riesce a mostrare una posizione unitaria e questo non rafforza certo il percorso verso un’unione reale.
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