In una nota precedente abbiamo
parlato di Navigazione Satellitare ed ho tentato una spiegazione semplificata
di come sono effettuati i calcoli per geolocalizzare qualcosa, cioè per trovare
la sua posizione sulla Terra.
Genericamente
ci si riferisce al sistema GPS (Global Positioning System – Sistema di
Posizionamento Globale) in modo generico, ma per dare dei giusti riconoscimenti
è il momento di entrare un po’ più in dettaglio.
Il
primo GPS, cioè il titolare iniziale del nome, è il sistema di satelliti USA
pensati e messi in orbita col nome NAVSTAR a partire dal 1978, inizialmente
come strumento militare al tempo della cosiddetta “guerra fredda” e dal 1993
disponibile per usi civili. Al GPS si contrapponeva allora il sistema Sovietico
GLONASS di caratteristiche simili. Proprio per il fatto di essere “militari”
questi due sistemi tecnicamente sicuri non offrivano la garanzia di un servizio
continuo e, anche se solo teoricamente, potrebbero essere spenti per problemi,
che speriamo lontanissimi, di carattere strategico militare.
Nel
2003 la ESA (European Spatial Agency –Agenzia Spaziale Europea) ritenne
fosse giusto per l’Europa avere una rete
civile di Satelliti per il posizionamento e la navigazione terrestre. Si decise
di far partire il progetto GALILEO cui partecipavano Italia, Germania, Francia
e Gran Bretagna e nel 2005 è stato messo in orbita il primo satellite Europeo.
Nel 2014, con 5 satelliti in orbita, è previsto l’inizio della fornitura dei
primi servizi e la piena e completa operatività è prevista per 2020.
GALILEO, potendo contare sulle
precedenti esperienze di NAVSTAR e GLONASS, è previsto che abbia prestazioni
superiori soprattutto nelle regioni più a nord.
La
precisione delle informazioni fornite è continuamente monitorata da due
stazioni a terra, la prima in Italia nel Fucino (Lazio) e la seconda in
Germania. Ad ogni orbita le stazioni a terra controllano la precisione dell’orologio
atomico e se serve “aggiustano l’orario” al miliardesimo di secondo e questo
garantisce un errore sulla posizione di solo 30 cm.
Le
caratteristiche tecniche di un satellite Galileo sono: peso circa 700 kg,
dimensioni di circa 3mx1,5m e larghezza con i pannelli solari aperti di circa
15 m.
Sicuramente
il costo di tutta l’operazione non è piccolo, ma è giusto considerare il fatto
che le esperienze relative a materiali e strumentazione sviluppate per la
realizzazione di questa impresa sono poi trasferibili a molti altri settori
tecnologici. Inoltre attorno a questo nuovo “strumento informativo” potranno
nascere moltissime applicazioni svolte da imprenditori europei e questo sarà
fonte di guadagni e sviluppo.
Infine
una considerazione che spesso viene fatta di questi tempi: era giusto impegnare
tante risorse per Galileo in un momento di grave crisi economica. Sul tema è
giusto dire che molti sono stati e sono gli oppositori, ma, vorrei ricordare,
che se non spendiamo qualche risorsa per prepararci al domani, prima o poi ci
saremo mangiati tutto il capitale e …. la dispensa nessuno la riempie per noi.
Dettagliate
informazioni su Galileo sono disponibili in:
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