di Attilio A. Romita 11 maggio 2016
Ieri sera al Teatro Quirino prima
romana di “Danza Macabra” di August Strindberg con la regia di Luca Ronconi.
Già leggendo i nomi dei due maestri si comincia ad intuire quale sarà la chiave
interpretativa di questo spettacolo.
Il realismo scandinavo ha in Ibsen e
Strindberg due grandi autori di opere, in ambienti nordici, che scavano nell’animo
spesso tormentato dei personaggi.
Luca Ronconi è il regista italiano
che sin dal suo esordio nel 1969 con L’Orlando Furioso ci ha abituato a messe
in scena speciali e …diverse. Nello spettacolo di ieri il realismo nordico è stemperato
in una messa in scena che in molti casi rasenta il grottesco senza mai, per la
bravura di attori e regista, diventare farsesco.
Lo spunto narrativo di questa “Danza
di Morte”, come nel suo titolo originale, è abbastanza semplice: due anziani
coniugi hanno una quieta visione privata della loro vita insieme, ma all’arrivo
di un terzo ascoltatore diventano improvvisamente critici, scontenti e
litigiosi. Per poi tornare quieti e forse rassegnati quando il terzo
personaggio va via.
Il capitano di Porto Edgar (Giorgio
Ferrara) e sua moglie Alice (Adriana Asti) sono collegati al mondo, ormai da 25
anni, solo da un vecchio telegrafo e passano il tempo tra ricordi e qualche
recriminazione. L’arrivo
di Kurt è l’occasione perché entrambi i coniugi si animino e facciano di tutto per avere Kurt in esclusiva. Il triste
gioco va avanti sinchè Kurt riesce, anche se parzialmente, a
sopportarli. L’uscita di scena di Kurt è il segno per stabilire che nulla è
cambiato e che nulla potrà mai cambiare.
Tutto lo spettacolo si svolge in un
ambiente cupo arredato con pesanti mobili che talvolta si animano quasi fossero
collocati in una nave nella tempesta. La luce è sempre fredda ed anonima.
Luca Ronconi ha scritto la regia ed
ha assistito allo spettacolo dal cielo degli artisti. La traduzione e
adattamento sono di Roberto Alonge, la scenografia di Marco Rossi, i costumi di Maurizio Galante, le luci di A. J. Weissbard, il suono di
Hubert Westkemper.
Tanti applausi al termine dello spettacolo che
conclude il cartellone 2015-2016 del Teatro Quirino. La prossima settimana sarà
presentato in nuovo cartellone per il 2016-2017 e “lo spettatore” ve lo
racconterà per spingervi ad essere insieme anche nella prossima stagione
teatrale.
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