di Attilio A. Romita 10
ottobre 2017
Questo
spettacolo è il primo della stagione ufficiale 2017-2018 del Teatro Quirino e
ci narra l’incontro impossibile di un figlio, Walter Veltroni, e di un padre, Vittorio,
morto giovanissimo quando il figlio aveva solo un anno.
Vittorio
Veltroni è stato un protagonista del giornalismo radiofonico del dopoguerra
italiano e, alla nascita della televisione italiana, primo direttore del Telegiornale
oltre che sceneggiatore cinematografico.
“…una sera, in una Roma livida e bellissima, un uomo
ritorna a casa dal figlio ormai cresciuto. Il ragazzo, diventato forte e
geniale, sa di aver subito quella mancanza, di averla cercata in mille gesti,
di averla trovata, a volte, in sua madre e poi di averla protratta, giorno dopo
giorno, attimo dopo attimo. Ora ecco finalmente davanti a lui, catapultato
direttamente dagli anni Cinquanta, suo padre, quella figura cercata e
soddisfatta in molte malinconie. Allora, inizia una chiacchierata senza tempo,
in un percorso che evita il rancore e cerca le vicinanze. L’unica possibile è
in quella donna che li ha uniti e che, anche dopo la sua perdita, li ha fatti
in fondo ritrovare.” così le note illustrative raccontano
lo spettacolo.
Lo spettacolo
si articola in una sorta di gioco delle parti nel quale un figlio sessantenne
incontra un padre poco più che trentenne durante il quale il figlio cerca di
scoprire che è stato e quale importanza ha avuto suo padre.
Questo viaggio
di conoscenza è sottolineato da documenti e filmati originali dei quali è
protagonista Vittorio Veltroni. Sono un salto nel passato che i meno giovani di
noi hanno vissuto come i duelli sportivi di Coppi e Bartali, la tragica
alluvione del Polesine, la nascita della Televisione Italiana, Mike Bongiorno
anche prima di “Lascia e Raddoppia” e tanto altro.
Come per il
protagonista Walter, questo viaggio nel passato è una riscoperta di tanti
piccoli e grandi avvenimenti che hanno sottolineato il nostro dopoguerra e che
sono alla base della nostra storia successiva.
Calarsi in una
persona felicemente vivente non è cosa facile e Massimo Ghini affronta questo
impegno con bravura senza tentare inutili imitazioni fisiche. Accanto a lui
Francesco Bonomo abbigliamento anni ’50 ci racconta gli avvenimenti ed i
cambiamenti dei quali è stato testimone e cronista.
Lo spettacolo è
stato tratto dall’omonimo libro che Walter Veltroni ha scritto quasi per
costruire un rapporto fisico con un padre che, sfortunatamente, non ha potuto
conoscere e dal quale è stato inconsciamente guidato nella sua vita in momenti che
vanno ben oltre le sue scelte politiche.
Lo spettacolo
è messo in scena dalla Fondazione Teatro
della Toscana in collaborazione con Q
Academy. La scena ed i costumi sono di Maurizio Balò
e le luci di Umile Vainieri. La regia di PIERO MACCARINELLI.
Un gran pubblico, che ha potuto contare sulla presenza dell’autore
e di qualificati personaggi politici ed artistici, ha applaudito a lungo ed in
modo convinto al termine dello spettacolo in programmazione sino al 22 di
ottobre.
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