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mercoledì 6 febbraio 2013

Il percorso del Cambiamento Innovativo…… pensieri ignoranti.

Ieri, agli Stati Generali per l’Innovazione, in molti interventi è stata indicato come dovrebbe svolgersi il processo innovativo in generale e in particolare riguardo la PA.
L’indicazione, quasi generale, sottolinea il fatto che è necessaria una completa revisione dei processi in ottica “digitale” e non è sufficiente un adattamento dei processi attuali alle tecniche informatiche disponibili. Per esemplificare banalmente: se ho una bella stoffa nuova, è sciocco farsi un abito secondo la moda di 20 anni prima.
In via di principio sono d’accordo ma vorrei fare qualche riflessione sul cambiamento e sulla natura umana.
La maggior parte di noi, fatti salvi alcuni spiriti eletti ed alcuni esploratori spericolati, si adatta allo sviluppo conosciuto delle sue azioni ed accetta il cambiamento solo se fatto a piccoli passi. Se il cambiamento è radicale, la persona “normale” lo rifiuta e mette in atto tutte le sue capacità per invischiarlo.
Allora occorre scegliere  la strada dell'innovazione (http://www.attilioaromita.com/2013/02/innovazione-evoluzione-cambiamento.htmltra rivoluzione o strategia a più lungo termine e tattiche di piccoli passi.
Per esemplificare banalmente. Pensate al Responsabile di un settore obbligato a cambiare radicalmente il suo modus operandi ed a passare da una procedura che conosce perfettamente e della quale si fida ad un nuovo sistema “forse migliore” perché così lo definiscono delle persone esterne. Questo Responsabile, se è una persona onesta, si farà venire il mal di testa ed il mal di cuore ed essendo timoroso di sbagliare….sbaglierà. Se il Nostro è men che onesto, troverà mille cavilli per non applicare il nuovo….in attesa che cambi Ministro o di andare felicemente in pensione.
Allora, forse, occorre ripensare anche se siamo sicuri che il metodo revisione processi e poi nuovi strumenti è quello giusto.
Secondo me occorre scegliere la strada “sbagliata”: adattiamo i nuovi strumenti ai vecchi processi, poi, quando le persone avranno acquistato fiducia nei nuovi strumenti, cambiamo i processi.
E’ questa sicuramente la strada meno bella, più lunga, professionalmente diseducativa, ma ci porta al traguardo. Tanto per esemplificare banalmente: se io devo andare da Roma a Milano in auto, scelgo l’autostrada, ma, se so che ci sono 50 cantieri stradali, 10 interruzioni e rischio di nebbia e ghiaccio nella parte finale , forse arrivo prima a Milano scegliendo le vecchie statali …e magari avendo tempo per guardare anche il panorama.

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