L’indicazione, quasi generale, sottolinea il fatto che è
necessaria una completa revisione dei processi in ottica “digitale” e non è
sufficiente un adattamento dei processi attuali alle tecniche informatiche
disponibili. Per esemplificare banalmente: se ho una bella stoffa nuova, è
sciocco farsi un abito secondo la moda di 20 anni prima.
In via di principio sono d’accordo ma vorrei fare qualche
riflessione sul cambiamento e sulla natura umana.
La maggior parte di noi, fatti salvi alcuni spiriti eletti
ed alcuni esploratori spericolati, si adatta allo sviluppo conosciuto delle sue
azioni ed accetta il cambiamento solo se fatto a piccoli passi. Se il
cambiamento è radicale, la persona “normale” lo rifiuta e mette in atto tutte
le sue capacità per invischiarlo.
Allora occorre scegliere la strada dell'innovazione (http://www.attilioaromita.com/2013/02/innovazione-evoluzione-cambiamento.html
) tra rivoluzione o strategia a più lungo termine e tattiche di piccoli passi.
Per esemplificare banalmente. Pensate al Responsabile di un
settore obbligato a cambiare radicalmente il suo modus operandi ed a passare da
una procedura che conosce perfettamente e della quale si fida ad un nuovo
sistema “forse migliore” perché così lo definiscono delle persone esterne. Questo
Responsabile, se è una persona onesta, si farà venire il mal di testa ed il mal
di cuore ed essendo timoroso di sbagliare….sbaglierà. Se il Nostro è men che
onesto, troverà mille cavilli per non applicare il nuovo….in attesa che cambi
Ministro o di andare felicemente in pensione.
Allora, forse, occorre ripensare anche se siamo sicuri che
il metodo revisione processi e poi nuovi strumenti è quello giusto.
Secondo me occorre scegliere la strada “sbagliata”:
adattiamo i nuovi strumenti ai vecchi processi, poi, quando le persone avranno
acquistato fiducia nei nuovi strumenti, cambiamo i processi.
E’ questa sicuramente la strada meno bella, più lunga,
professionalmente diseducativa, ma ci porta al traguardo. Tanto per
esemplificare banalmente: se io devo andare da Roma a Milano in auto, scelgo l’autostrada,
ma, se so che ci sono 50 cantieri stradali, 10 interruzioni e rischio di nebbia
e ghiaccio nella parte finale , forse arrivo prima a Milano scegliendo le
vecchie statali …e magari avendo tempo per guardare anche il panorama.
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