Dopo aver esaminato gli accadimenti americani sino al New
Deal di Roosevelt è giusto esaminare come la crisi USA si è riverberata nel
Vecchio Mondo, cosa ha provocato e come si è avviata a soluzione.
Nessuna soluzione del problema è universale e qualunque cosa
possa aiutarci a capirlo, è un modo per continuare …a sperare.
Nota. Con questo
colloquio si chiude la prima serie dei Dialoghi del Pianerottolo che
riprenderanno dopo la pausa estiva. Grazie a tutti coloro che hanno avuto la
pazienza di leggerli e di commentarli. A Settembre inizieremo una nuova serie…..magari
tentando di analizzare come l’Italia sta risalendo lentamente la china!
Aiutateci a pensare nuovi argomenti.
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AR Siamo
sicuramente in un periodo di crisi. Come possiamo avere le idee un poco più
chiare e come possiamo aiutare la nostra speranza?
GZ Siamo
partiti da un esame generalizzato iniziando dalla situazione USA dove la crisi
fu enorme ed in questa analisi abbiamo tentato di schivare pregiudizi ed
ideologie che troppo spesso influenzano negativamente la comprensione di un
problema.
AAR Ma quali furono gli avvenimenti che
produssero una scossa positiva, come si evolsero poi i fatti? Quando fu
possibile cominciare a rallentare questa vorticosa corsa verso l’abisso
economico?
GZ L’elezione di Franklin Delano Roosevelt nel
1932 e il sua famosa azione per un “New Deal” (nuovo corso) ebbero realmente
l’effetto di invertire il corso dell’economia di crisi e iniziarono la lenta
risalita economica americana.
AAR Ma questa Grande Crisi nata negli Stati
Uniti come fu vissuta all’esterno del continente Nord Americano?
GZ Tutto il mondo occidentale ne fu
contagiato a partire dal 1930 e una leggera ripresa si ebbe solo a partire dal
1938 all’inizi della II Guerra Mondiale con notevoli differenze tra nazione e
nazione anche in dipendenza differenze geografico economiche che caratterizzavano
le varie nazioni europee.
AAR Con quali misure in Europa si cercò di
uscire dalla crisi? Fu una reazione comune o si adottarono politiche diverse?
GZ Germania e Giappone adottarono misure
diverse dagli altri, infatti reagirono con una economia guidata principalmente secondo
le necessità belliche imposte della guerra che stavano intraprendendo.
La Gran Bretagna indirizzò gli sforzi verso il rigore economico, la deflazione, il controllo del debito pubblico con il fine di aumentare e rendere più solido il valore della sterlina. In pratica furono fatte manovre su i cambi, contenimento dei salari, sacrifici per tutti e mantenimento della politica imperiale.
La Gran Bretagna indirizzò gli sforzi verso il rigore economico, la deflazione, il controllo del debito pubblico con il fine di aumentare e rendere più solido il valore della sterlina. In pratica furono fatte manovre su i cambi, contenimento dei salari, sacrifici per tutti e mantenimento della politica imperiale.
AAR Ed in Italia come andarono le cose?
GZ L’Italia si avviò su un percorso
protezionistico, furono creati gruppi industriali di stato come IRI ed ENI, si
scelse l’autarchia che doveva proteggerci da influenze economiche esterne. Poi
l'andamento della guerra, la caduta del fascismo ed una certa difficoltà ad
essere assolutamente autonomi dal mondo ci costrinsero a fare scelte diverse.
AAR La lezione della Grande Crisi è servita per
aiutarci a capire come è possibile superare una crisi?
GZ Molti economisti sostenevano e
sostengono che le crisi si superano quasi in modo automatico, in conseguenza
delle leggi di mercato. Secondo questi esperti l’andamento del mercato e quasi
ciclico e a momenti negativi succedono momenti positivi.
AAR Vuoi dire che le crisi sono ineluttabili
e che le soluzioni avvengono quasi automaticamente?
GZ Famosa è la teoria di Keynes, cioè di colui
che aveva elaborato brillanti teorie economiche
sulla circolazione monetaria, sulla produzione industriale in tempi di
crisi e sull’andamento dell’economia capitalista e la piena occupazione. Keynes
diceva che la crisi deve essere considerata come un incidente tecnico
nell’economia di mercato, il cui motore aveva avuto un malfunzionamento
temporaneo non irrecuperabile.
AAR Questa la diagnosi, ma la cura è forse
un forte intervento statale sia in campo industriale sia delle autorità
monetarie pubbliche?
GZ In realtà non si tratta di invocare una
organizzazione socialista o pesanti provvedimenti statalisti. Il fine ultimo
deve essere lo studio dei complessi meccanismi del mercato globale e dei non
sempre chiari movimenti della finanza internazionale al fine di rimettere in
moto il motore economico per favorire la crescita. Sia nel settore pubblico che
privato gli sforzi devono essere indirizzati per ridurre i monopoli, evitando
di fare finanziamenti a pioggia e privilegiando
i settori produttivi che possano essere la scintilla per la ripresa.
AAR Ed i liberisti più decisi come Friedman quali
ricetta propongono?
GZ Per loro il concetto di base è che lo
Stato non faccia nulla e lasci liberi tutti gli attori che agiscono sul mercato
di scegliere le soluzioni più adatte. In pratica più lo stato interviene e
peggio è.
AAR Esistono posizioni alternative proposte
da altri economisti che si pongono in posizione intermedia ai due campioni
Keines e Friedmann che spesso sono presi come esempio di statalismo e di
liberismo puri?
GZ L’anziano Galbraigth ed i più giovani
P. Krugman e J. Stiglitz sostengono che un limitato e ben indirizzato
intervento statale può avere effetti positivi.
AAR E quali sono gli interventi prevedibili?
GZ Le principali leve sono quella finanziarie
e quella monetaria: una politica fiscale prudente e mirata, opportune azioni su
i titoli di stato ed una politica indirizzata a parzialmente controllare i
prezzi delle materie prime. Molti importanti inoltre sono le misure di
contrasto a qualsiasi potere, evidente o occulto, che possa condizionare il
mercato. Infine la definizione di chiare misure contro paradisi fiscali
attraverso i quali è possibile distrarre capitali e risorse.
AAR Quindi si può concludere che una accorta
miscela di liberismo industriale e di intervento pubblico ben indirizzato possono
essere la ricetta per superare la crisi.
Sicuramente è una ricetta valida ….ma quando è difficile attuarla!!!
Attilio A. Romita
www.attilioaromita.com
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