L’attuale ciclo economico mondiale vede una fase di crisi
quasi generale che colpisce in modo quasi omogeneo la maggior parte dei paesi
industrializzati.
Definire una diagnosi generalizzabile e stabilire una cura
valida è l’aspirazione di tutti i più grandi economisti e varrebbe molti premi
Nobel.
Questo secondo dialogo esamina alcuni fattori e situazioni
indotte dalla crisi ed evidenzia, in modo forzatamente sommario cosa è successo tra il tristemente famoso Giovedi Nero del 1929 ed una prima
indicazione di soluzione: il New Deal introdotto in USA da F.D. Roosvelt.
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AAR Siamo
sicuramente in un periodo di crisi. Come possiamo avere le idee un po più
chiare e come possiamo aiutare la nostra speranza?
GZ Forse è bene
iniziare da un esame generalizzato della attuale situazione tentando di schivare
pregiudizi ed ideologie che troppo spesso influenzano negativamente la l’esame
di un problema onde comprenderne le vere cause della crisi.
AAR Sono
d’accordo, ma mi chiedo se esistono, da parte degli economisti più scientifici,
delle visioni comuni e delle conclusioni condivise che permettono di
delineare una teoria abbastanza generalizzata applicabile alla maggioranza dei
casi di crisi verificatisi in precedenza e che può essere usata in futuro per
evitare mali peggiori.
GZ La prima precisazione
da fare è che non possiamo usare la parola crisi in modo universale, infatti
esistono varie fasi e diverse connotazioni che sono evidenziabili come
rallentamento economico, recessione e stasi, poi occorre capire se siamo in uno
stato di crisi o se ci sia già stato e sia ormai finito. E’ importante che
questa lettura delle condizioni attuali sia fatta senza dubbi, incertezze o
tatticistici distinguo.
AAR Pensi forse
che uno stato di crisi si possa nascondere e con quale scopo?
GZ Talvolta i
Capi politici e gli economisti ufficiali tendono a sottovalutare pubblicamente
lo stato di crisi sminuendone la portata e la consistenza. Questo
atteggiamento, che a prima vista può apparire politicamente scorretta, ha una
sua valenza tattica in quanto tende ad instillare una sorta di visione
ottimistica che, al contrario di una visione pessimistica, può aiutare a
risalire la china.
AAR Volendo scendere nel pratico, mi piacerebbe
analizzare la più grande crisi del XX secolo, iniziata il 24 ottobre 1929 con
il crollo della Borsa di New York.
GZ Il tristemente famoso Giovedì Nero è
divenuto il simbolo di una delle più gravi catastrofi economiche dall’inizio
della rivoluzione industriale che aveva contraddistinto la fine del 1800 e gli
inizi del 1900. E forse questa crisi ha anche messo in dubbio alcuni aspetti
del sistema capitalistico.
AAR Ma il Giovedì Nero si scatenò
improvvisamente o c’era stata qualche avvisaglia?
GZ In realtà qualche sintomo del
malgoverno dell’economia c’era già stato, ma la situazione crollò rapidamente. Le
autorità politiche vollero sottovalutare pesantemente cosa andava accadendo e
quindi non misero in atto alcun antidoto. Questa scarsa preveggenza ebbe un
effetto moltiplicatore su i danni indotti dalla crisi e le conseguenze si
ebbero per molti anni.
AAR Esiste una prova di questa colpevole
imprevidenza?
GZ Il presidente USA Herbert Hoover, il cui
mandato finì nel 1932, in piena crisi, due anni prima dichiarò: ”Abbiamo
superato il momento peggiore e con lo sforzo congiunto di parti sociali ed
istituzioni l’economia statunitense si riprenderà rapidamente. La prosperità è
all’angolo della strada”.
AAR Quanto era lontana dalla realtà questa
dichiarazione?
GZ Si può solo dire che ancora per alcuni anni
tutti gli indici economici erano in discesa, il PIL (GDP per gli Americani)
calava così come il reddito individuale ed industria ed agricoltura erano al
fallimento quasi totale. Anche le banche e le istituzioni finanziarie non erano
in grado di intervenire e molte fallirono. E tutto ciò provocò un enorme disoccupazione
che nel 1932 interessava negli USA il 25% della forza lavoro
AAR Quando fu possibile cominciare a
rallentare questa vorticosa corsa verso l’abisso economico?
GZ Solo con l’elezione di Franklin Delano
Roosevelt nel 1932 e la sua famosa azione per un “New Deal” (nuovo corso) ebbe
inizio una lenta risalita.
AAR E quali furono le
vere novità introdotte dal New Deal? E furono effettivamente la scintilla che
fece ripartire l’economia?
GZ Il New Deal introdusse alcune regole
tese ad introdurre una regolamentazione, seppur minima, del mercato attraverso:
·
Una legislazione e politica bancaria per
facilitare investimenti produttivi sia agricoli che industriali e per limitare
al massimo le speculazione finanziaria.
·
Una regolamentazione dei prezzi minimi per i prodotti
agricoli ed alimentari per garantire una equa ripartizione dei guadagni tra
produzione e distribuzione.
·
Alcuni interventi statali per indirizzare
attività specifiche.
AAR Nell’ambito del New Deal c’è stato anche
qualche esempio di applicazione pratica?
GZ Un esempio di intervento statale per
la regolamentazione completa di un territorio fu la costituzione della
“Tennessee Valley Autority” che doveva presiedere in modo centralizzato a tutte
le attività legate alla produzione di energia elettrica ed alla irrigazione dei
territori. Questa Autority fu molto invisa ai liberisti più determinati, ma fu
utile per far ripartire l’economia agricola del territorio lungo il fiume
Tennessee.
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