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lunedì 15 luglio 2013

SMART CITY: VISION, STRUMENTI E ….RIFLESSIONI IGNORANTI..

Le parole SMART CITY, da un paio di anni, sempre più frequentemente invadono i giornali ed i discorsi delle persone ben informate ed ognuno ne da una descrizione diversa.
L’idea di questa nota è di tentare di fare un po di chiarezza….chissà se riuscirò a diradare qualche nuvola?

Partiamo dalla parola inglese SMART che, a seconda del contesto, può assumere, consultando vari dizionari on line, significati molto interessanti come: accorto, arguto, arrogante, aspro, astuto, bello, brillante, di moda, elegante, energico, furbo, impertinente, insolente, intelligente, rapido, scaltro, sfacciato, spiritoso, sveglio, svelto, vigoroso, vivace.
Tutte queste traduzione aiutano a …confondere maggiormente le idee. Continuando la ricerca ho trovato un articolo di Michele Vianello, Direttore Generale di Vega Park (www.vegapark.ve.it) ed ex vicesindaco di Venezia. In www.chefuturo.it/2013/05/michele-vianello , Vianello dà la seguente definizione: “La Smart City è il luogo dove i dati di diverse provenienze, mescolati tra di loro, genereranno valore sociale ed economico”.
E’ una definizione, quasi un tweeter, molto concisa ed esatta di questo nuovo modo di organizzare e vivere le città moderne che vogliono rispettare contemporaneamente l’umanità dei cittadini e l’economico sfruttamento delle risorse.
Proviamo a “decodificare” la definizione.
Il fatto importante è che Smart City è un luogo reale dove vivono persone reali che, usando tutte le informazioni che possono essere raccolte usando i più diversi strumenti digitali e no, sono in grado di rapidamente reagire con consigli, direttive ed azioni utili a facilitare la vita e ridurre i costi.
Un piccolo esempio banale: il traffico urbano. Quante volte ci capita di essere imbottigliati in un ingorgo stradale che ci fa perdere tempo, pazienza e benzina. La soluzione abbastanza buona anche se non totale è un sistema di rilevazione del traffico nei nodi importanti, l’optimum sarebbe ad ogni incrocio, collegato ad una centrale operativa automatica che segnali ed instradi il traffico su tracciati alternativi….chi poi non vuole seguire il consiglio resterà imbottigliato!
Altro esempio: trasformare i rifiuti in risorse. La tecnologia moderna ha messo a punto procedure e sistemi in grado di elaborare i rifiuti, più o meno differenziati, per produrre i cosiddetti biogas cioè fonti di energia alternativa facilmente sfruttabile. Questa tecnologia ha due aspetti finanziari positivi: evita di pagare le strutture che provvedono all’incenerimento puro e semplice e producono energia vendibile. Una Smart City prevede l’installazione di questi stabilimenti industriali. Purtroppo la scarsa conoscenza, e talvolta, interessi non esattamente onesti, diffondono false informazioni e pregiudizi che possono essere riassunti nell’acronimo inglese NIMBY=Not In My BackYard (Non nel mio giardino) e la comunità cos’ ha grandi perdite.
Questi due esempi mostrano che la SMART CITY non una cattedrale nel deserto delle chiacchere, è solo un modo diverso di sfruttare in modo intelligente, SMART appunto, le informazioni.
I cittadini, soprattutto la componente più giovane della cittadinanza, è aperta alle nuove soluzioni. La politica, a tutti i livelli, sembra favorevole ad una rapida evoluzione delle organizzazioni pubbliche. Ma nonostante tutti questi fattori positivi il cambiamento stenta a procedere.

La mia interpretazione, che forse può apparire cattiva, è che, soprattutto in ambito pubblico, tutti i livelli decisionali medio alti non vogliono assumersi il rischio e la responsabilità di cambiare: è molto più comodo e sicuro rimanere al riparo di vecchi schemi burocratici consolidati. Per tutte queste persone SMART è l’acronimo di Soltanto Mantenere Antiche Regole Tradizionali.

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