Giorni fa in un quotidiano nazionale ho letto un
interessante articolo che riportava ed illustrava la statistica internazionale della
richiesta del mercato per qualche centinaia di migliaia di tecnici informatici
entro il 2020.

Il campo della ICT (Information & Communication Tecnology–Tecnologia dell’Informazione e Comunicazioni) è quello che negli ultimi 20
anni ha avuto lo sviluppo più elevato e di conseguenza è quello più
interessante per chi entra nel mondo del lavoro.
Come tutti i settori in rapido sviluppo la ICT ha offerto la
possibilità ai primi arrivati di emergere con nuove idee e di ….guadagnare
molto. Ora siamo nel secondo tempo, quello del consolidamento durante il quale
si definisce bene cosa serve cioè cosa vuole il mercato e quali caratteristiche
devono avere gli operatori a vario livello.
Forse potrà esserci qualche nuovo Bill Gates (Microsoft) o Mark
Zuckerberg (Facebook) che, partiti da uno scantinato sono diventati miliardari
sfruttando una idea, ma questa non è la normalità. Molto probabilmente ci
saranno molti validi professionisti con una carriera possibile da percorrere.
Per fare un paragone si può dire che 100 anni fa Ford, Rolls
e Royce, Agnelli e qualche altro cominciarono a costruire auto in un garage:
oggi chi volesse inventarsi una nuova auto commercialmente valida, oltre a
qualche nuova idea, avrebbe bisogno di una base economica e pratica più ampia.
Per chiarire meglio come funziona lo sviluppo di un progetto
informatico, provo a descriverne le varie fasi e le professionalità interessate
da ciascuna fase.
Questa descrizione è valida sia per i progetti da milioni di
euro che per una APP –APPlication, piccolo programma utilizzabile su smartphone
-telefonini avanzati- che differiscono soltanto per il numero delle persone
coinvolte nello sviluppo.
Normalmente all’inizio esiste una idea per un nuovo servizio
o per il miglioramento di un servizio esistente. L’idea può nascere nell’ambito
di una grande impresa o in un consulente esterno che propongono una nuova
soluzione informatica. E’ questo il punto chiave che innesca tutto lo sviluppo
successivo, infatti la conoscenza delle potenzialità di uno strumento
informatico può suggerire soluzioni migliori o più economiche per un processo
in atto.
E’ importante a questo punto provare a definire lo strumento
informatico, che può essere identificato non semplicemente nell’uso di un
elaboratore, grande o piccolo che sia, ma nel cambiamento in meglio di un processo
in atto usando al meglio le capacità dell’ elaboratore secondo una definizione
dell’innovazione che dice: risolvere un problema di oggi con strumenti di oggi,
ma fornendo una soluzione che vale anche domani.
Nel seguito userò spesso la parola processo che può essere
definito come l’insieme di azioni meccaniche o umane che portano al compimento
di una attività complessa. Processo può essere la costruzione completa di una
auto, ma anche il pagamento di un conto corrente usando un PC.
Continuando nell’esempio automobilistico, se si progettano
solo prototipi o macchine singole, il vantaggio per l’uso di un elaboratore è
minimo, è innegabile invece quando l’uso dello strumento informatico migliora,
anche in piccola percentuale, il processo costruttivo di una linea di montaggio
per 1000 auto giornaliere. E’ importante notare che le idee più valide sono
quelle che non hanno avuto “paura” di rivedere completamente il processo,
mentre le soluzioni meno riuscite sono quelle che hanno adattato lo strumento
informatico ad un processo in atto. La mente in cui scatta l’idea è “senza età”
e spesso le idee più brillanti sono di chi non ha legami mentali o reali con un
processo in atto.
Chiaramente questa scelta di cambiamento, talvolta radicale,
richiede una apertura mentale ed una capacità previsionale non sempre presenti
in chi gestisce un’impresa. Esempio “triste” di questo assunto è la Pubblica
Amministrazione dove processi informatici nuovi sono bloccati da leggi vecchie
o da incapacità di accettare responsabilità nuove.
Alla nuova idea “scattata” serve, per la realizzazione, il
progettista è il professionista che deve saper “spezzettare” il processo di
attuazione in azioni semplici individuando lo “strumento informatico” capace di
rispondere in modo completo, più economico e veloce alla realizzazione dell’idea.
Lo “strumento informatico” è un insieme di risorse umane e
tecnologiche ed un complesso di passi procedurali che guidano la sua
costruzione.
Partiamo dalle macchine, lo hardware. La quantità, la
qualità e le caratteristiche degli strumenti disponibili è ampia: il successo
di una idea è strettamente legato alla scelta giusta. E’ quasi ovvio che una
macchina capace di molti calcoli velocissimi è adatta per un processo
scientifico ed inadatta per un processo semplice di massa, ma non sempre questo
criterio di scelta è rispettato.
Per es. per il processo di accettazione dei Conti Correnti postali
è necessario un elaboratore, connesso ad una rete di comunicazione ampia, che
sia capace di rispondere in modo sicuro, perché si tratta di denaro, a molti
utenti che rapidamente vogliono effettuare una operazione di trasferimento di
soldi verso il Correntista postale che, a sua volta, vuole che il denaro gli
sia rapidamente accreditato.
Nel caso di un processo complesso, come per es. la
supervisione di una centrale nucleare, serve un elaboratore, collegato ai vari
sensori di controllo, capace di effettuare con continuità l’elaborazione dei
dati con formule e calcoli complessi e di reagire rapidamente sia con
segnalazioni, sia con azioni dirette a contrastare il fenomeno pericoloso. Banalmente
se la temperatura dell’acqua di raffreddamento cresce troppo rapidamente, l’elaboratore
calcola la velocità, la confronta con i parametri normali, fa partire azioni di
raffreddamento e, se il processo non si stabilizza entro brevissimo tempo,
chiede interventi esterni; si tenga presente che l’intervento umano, se
rapidissimo, ha tempi di reazione di qualche minuto mentre un elaboratore, ben
programmato, è capace di reagire in qualche milionesimo di minuto…..tanto per
capirci un rapporto tra un secondo e qualche centinaio di anni.
Nell’ultimo esempio ho usato l’espressione “ben programmato”
che racchiude un insieme di professionalità e scelte caratteristiche che provo
ad elencare.
Si parte dalla ANALISI del processo, cioè dallo definizione
esatta di tutte le fasi e le regole che regolano il processo. E’ questo il
compito dell’ANALISTA che non deve necessariamente essere uno specialista del
processo da studiare, ma che, novello Maigret, deve essere capace di scoprirne
tutti gli aspetti. Non è cosa semplice perché gli “addetti ai lavori” spesso
dimenticano di dare qualche informazione ….ed assolutamente senza malafede.
Il lavoro dell’Analista serve al SISTEMISTA, lo specialista
dello Hardware, per scegliere l’elaboratore più adatto ed è alla base del
lavoro del PROGRAMMATORE, gli specialisti del software, per realizzare i
programmi utili al processo particolare.
Con le parole Sistemista e Programmatore si individuano
tutta una serie di persone con specializzazioni differenti e, soprattutto,
esperienza differenziata. La qualità di tutti questi personaggi implicati nello
sviluppo di un processo deve essere sempre alta se la soluzione vuole essere
giusta e duratura. La quantità di persone implicate dipende moltissimo dalla
complessità e, quasi, esclusivamente, dal valore economico del processo da
risolvere.
Con l’entrata in massa dei nuovi piccoli elaboratori
personali (PC, Tablet e Smartphone) un nuovo settore economico si è aperto per
gli “specialisti informatici” e cioè lo sviluppo delle ben note APP, cioè
quella moltitudine, sono ad oggi qualche centinaio di migliaia, di programmini utili
ed a bassissimo costo dedicati a risolvere piccoli problemi pratici. La corsa
all’oro in questo settore è stata rapidissima ed invasiva e chi spera oggi di
diventare milionario in questo settore deve avere …..una grandissima idea
nuova!
Tornando all’ inizio di questa nota, penso che le previsioni
sulle richieste del mercato peri il 2020 siano giuste, ma per emergere la
battaglia sarà difficile e potrà vincere solo chi avrà solide basi di
conoscenza ed esperienza.
Poi ci sarà comunque chi
“vincerà la Lotteria di Capodanno”, ma sarà l’eccezione e non la regola
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