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sabato 16 novembre 2013

Nonna zum zum

di Teresa Galletti Ranaglia
Questa volta si parla di ricordi ed esperienze passate ....condite con un pizzico di ironia!
Sono le dieci di una calda mattina di settembre, una luce particolare quasi
abbagliante invade la stanza dove siamo riunite: siamo un gruppo di signore che s'incontrano tutti i giovedì per leggere insieme racconti, poesie o brevi romanzi.
Lo scopo è quello di migliorare la capacità di leggere un testo attraverso le osservazioni e le esperienze di ciascuna di noi.Se poi nel testo un argomento appare più interessante quasi sempre inizia un dibattito. Nascono così riflessioni commenti e soprattutto racconti della nostra vita.
Questa mattina, dopo la breve lettura di un racconto del tempo di guerra, Maria Teresa, nata e vissuta al Pigneto, ha raccontato la storia di sua nonna.
Maria Teresa è piena di entusiasmo e parlando si anima, sorride, alza ed abbassa la voce presa essa stessa dall'emozione. Mentre parla un filo magico e sottilissimo ci lega l'una all'altra, come se dal suo racconto emanasse un'essenza affettiva capace di unirci profondamente, non solo nell'ascolto ma soprattutto nei ricordi.
La nostra amica racconta di come sua nonna avesse trovato in tempo di guerra il modo di fabbricare il sapone da bucato.
Questo particolare mi rende più attenta, mi ha ricordato che anche mia madre produceva il sapone per noi e per tutti i famigliari, Due donne diverse unite nel ricordo dalle stesse esperienze, nello stesso periodo, in un diverso quartiere.
Maria Teresa parla e noi vediamo con l'immaginazione il vecchio quartiere dove viveva sua nonna con le casette colorate, le stradine polverose, la ferrovia che l'attraversa e l'acquedotto che un po' più lontano domina incontrastato il paesaggio. Pochi pini altissimi punteggiano di verde un insieme di case semplici e disadorne che parlano di gente forte ed operosa.
Maria Teresa continua il racconto di sua nonna divenuta famosa nel quartiere per la qualità del suo sapone, tanto famosa e tanto richiesto era il suo sapone da cambiare la sua vita di donna di modeste condizioni in quella di una donna ricca.
Ma questo aspetto del racconto a noi interessa meno, perché quello che ci affascina di più sono le parole che raccontano la creatività ed il coraggio di una donna che nelle difficoltà seppe trovare il modo di sopravvivere. Coraggio che ci ha ricordato tante altre donne. Ognuna di noi pensa forse alla propria madre, capace in tempi difficilissimi di procurare il cibo per la propria famiglia in un momento in cui la città era sprovvista di tutto. “Non ci sono neanche gli occhi per piangere” diceva mia madre... Una frase ricorrente ed amara che ricordo benissimo.
Maria Teresa è una donna di spirito, non ci lascia in un’atmosfera di ricordi, e così inizia il racconto di quando sua nonna fu ricoverata all'ospedale S. Giovanni per un intervento chirurgico.
Peppa, così si chiamava la nonna di M. Teresa, durante la degenza trovò il modo di farsi una risata alle spalle di un bravo primario che ogni mattina passava a controllare le sue pazienti.
Quella di Peppa era una domanda molto particolare, quindi si rivolse al professore con molto rispetto e si svolse il seguente che segue.
”Professore posso farle una domanda? Nessuno ha saputo darmi una risposta ma credo che lei così istruito e così esperto possa darmi la risposta giusta!”.
 “Prego” rispose gentilmente il professore “mi dica, se posso le risponderò, di che si tratta?”
 “Vede professore, è la storia di una coniglietta bianca che si era allontanata dalla sua tana per conoscere il mondo, ma purtroppo quando decise di tornare a casa dalla mamma e dai suoi fratelli si accorse di non saper trovare la strada del ritorno. Piangeva disperata, inconsolabile, distrutta dalla paura. Per fortuna passò di lì un coniglietto nero, che vedendola così infelice le chiese: ” Cosa succede bella coniglietta?”
”Ho smarrito la strada” rispose la conigliette “non sono capace di tornare a casa, non vedrò più i miei genitori, i miei fratellini, morirò sola in questo bosco! Ma tu  per caso tu potresti aiutarmi?”
“Certo!” rispose il coniglietto “certo, io ti ricondurrò a casa dalla tua famiglia, non ti disperare!
Ed il colloquio proseguì:
“Allora andiamo, andiamo subito.”
“Certo, ma prima cara la mia coniglietta dobbiamo fare qualcosa...
”Che cosa?”
“ Prima dobbiamo fare zun zun zun”...
Fecero zun zun ed il coniglietto nero, da vero cavaliere, l'accompagnò a casa.
Il professore ascoltava divertito aspettando la domanda, ed ecco che Peppa esordì con questa richiesta:
” Professore mi sa dire di che colore erano i cinque coniglietti che nacquero dopo poco tempo?
Il professore cercò di rispondere: “Grigi”
 “No, no”
“Neri”
 “No, no”
 “Bianchi”
 “No no professore!”
 “Ma lei signora Peppa sa di che colore erano?
“Certo!”
“Ed allora me lo dica...
”Eh no professore, prima bisogna fare qualcosa...
”Che cosa ?
“Prima bisogna fare zun zun!”
Da quel giorno in ospedale tutti la chiamarono Nonna Zun Zun.
La storiella è banale forse ma rivela l'atmosfera di quei tempi: sofferenze, lavoro, privazioni ma anche tanto coraggio e tanta ironia!
Un altro giovedì è passato, ci lasciamo con il sorriso sulle labbra, torniamo alle nostre case con la certezza di essere più ricche e certamente più serene.

Sicuramente abbiamo imparato poco ma ci siamo divertite!

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