Con questo nuovo colloquio riprendiamo una abitudine interrotta. Questa volta si parla di una particolare letteratura e dei suoi collegamenti geografici. Scambiando impressioni ed idee sul pianerottolo, ho scoperto la passione del mio amico Giorgio Zoli per la Letteratura Russa e da questo è scaturito una piacevole ed istruttiva ricostruzione ed analisi della grande letteratura nei confronti della strada simbolo di una delle più rappresentative città russe: la Prospettiva Nevskji. La prima parte del colloquio tratta principalmente degli aspetti letterari, la seconda sarà più diretta agli aspetti storici.
AAR Mi sembra di capire che il mondo letterario russo ti abbia interessato da sempre?
GZ Ho sempre provato una immensa ammirazione per
la letteratura russa, soprattutto per i grandi romanzieri e prosatori, sia di
racconti che di teatro. A tutt’oggi, sin dalla mia adolescenza considero quegli
scrittori, indipendentemente dalla loro epoca specifica, geniale ed originali
ad un livello superiore, soprattutto rispetto a tutti gli altri autori europei
che conosco.
Certamente il mio giudizio potrebbe apparire non imparziale, non equilibrato e
direttamente influenzato da una mia sensibilità ed interesse verso quella
realtà e dal modo come essa viene rappresentata.
AAR Ma quali sono gli aspetti che ti hanno più
entusiasmato?
GZ Quei personaggi sono così diversi da quelli
raccontati nei romanzi borghesi o realistici dell’Ottocento; personaggi
estrosi, ma profondamente umani, descritti minuziosamente con accurata
introspezione nei loro gesti e manie, nelle loro azioni comuni o imprevedibili
che si svolgono nella immensa terra russa dal Mar Nero all’Oceano Pacifico, dal
Caucaso al Mar di Barents.
AAR Ma è giusto parlare della Letteratura di un
Paese leggendola nelle traduzioni?
GZ Senza dubbio qualcosa di vero c’è in questa
riflessione, soprattutto quando si tratta di una lingua complessa come il russo
difficile anche semplicemente da leggere.
AAR
C’è qualche simbolo, architettonico o storico, che può essere considerato
rappresentativo della letteratura russa?
GZ Nell’ambito della grandiosa cornice
artistica russa, sia letteratura che musica, spicca un luogo simbolo della
Russia moderna: la città di San Pietroburgo ed in essa la strada più lunga ed
importante, Nevsky Prospect, quasi 5 km dal Palazzo dell’Ammiragliato alla
piazza Alexander Nevsky.
AAR Proviamo a fare una passeggiata sulla
Prospettiva insieme agli autori russi che tanto ti piacciono.
GZ Il primo autore che incontriamo e che inizia
a crearne il mito è Nikolay Vasilievic GOGOL, che nasce dopo il grande A.
Puskin agli inizi del XIX secolo, giusto un centinaio di anni dall’inizio della
costruzione della nuova capitale dell’impero zarista, su decisione dello Zar
Pietro il Grande, a sua vlta successore ed eredi di Boris Goudonov e di Ivan il
Terribile.
Gogol descrive la Prospettiva in tutti i suoi momenti, i suoi aspetti ed in
tutti i personaggi che la frequentano alle varie ore del giorno e della notte:
Prospettiva Neevsky, Il Naso ed Il Cappotto sono reali foto ed alta letteratura
assieme.
AAR Questi garndi racconti hanno anche avuto successo
cinematografico?
GZ Il Cappotto ha ispirato Lattuada che, con la
collaborazione di Zavattini, ha realizzato il film omonimo a Pavia che da
soltanto una pallida e riduttiva visione della sontuosa ex capitale che si
affaccia sul Golfo di Finlandia.
AAR Dopo Gogol quale altro grande astro letterario
si affaccia sulla Prospettiva?
GZ Vediamo arrivare il romanziere-filosofo,
maestro del realismo russo Fedor Michailovic Dostoevskij con le tenebrose ed
intricate vicende sviluppate nelle sue opere. Romanzi, memorie e saggi sono
densi di intrecci psicologici e considerazioni di filosofia morale. Il tutto
ambientato nella città simbolo dell’immensa Russia affollata di disperati,
assassini, delinquenti e terroristi che apesso si incamminano lungo la tremenda
strada che conduce alle colonie penali siberiane.
AAR E c’è qualche personaggio emblematico di
questo mondo di disadattati?
GZ Raskolnikov di “Delitto e Castigo” che vive
in una San Pietroburgo descritta come cupo luogo di abominio dove si svolge un
continuo contrasto sotterraneo tra il bene ed il male sino ad arrivare alla
catarsi attraverso l’espiazione.
AAR Ma Dostoevskij scrisse sicuramente altre
opere?
GZ La sua produzione è stata vasta e complessa
e queste poche righe possono dare solo una pallida idea delle opere e delle
idee di questo maestro che è anche stato oggetto di tesi universitarie.
AAR Ma ci sono sicuramente altri che parlano di
Leningrado, sede della Rivoluzione d’Ottobre?
GZ Molti altri hanno parlato della ex capitale
della Russia, ma mi piace citare Lev Troskskji e la sua “Storia della
Rivoluzione Russa” ed unimprevedibile, un po pazzoide giornalista americano
John Reed che visse a Leningrado nei giorni cruciale e del quale resta la
famosa frase: “Ten days that shock the world”.
AAR Tornando ai grandi della letteratura russa ci
sono altre impressioni o ricordi interessanti?
GZ Gogol mi sembra possa essere il primo
scrittore russo fortemente legato a San Pietroburgo, ma non indulge a
trionfalismi di alcun genere e presenta la città con marcata arguzia e racconta
la pochezza e la meschinità dei suoi abitanti che percorrono, giorno e notte,
le sue strade come sfaccendati attori dilettanti su un permanente e troppo
sontuoso palcoscenico.
AAR E cosa ne pensa di Pietroburgo l’altro grande
scrittore, Dostoevskij?
GZ Dostoevskij scrive storie drammatiche e
tenebrose e ci fa immaginare San Pietroburgo come una città tetra, stretta
nella morsa dei ghiacci, immersa nel grigiore di una nebbia sudicia dove
abbondano alcolizzati ed albergano passioni malsane ed azioni delittuose.
AAR Ma Leningrado ha anche interessato scrittori
italiani?
GZ Mi viene in mente Italo Calvino che, in “Se
una notte d’inverno un viaggiatore…”, presenta la Prospettiva Nievskji come una
strada spaziosa, quasi interminabile, semplificata e ben illuminata dove il
passante può fare piacevoli incontri come la allegra ed estroversa Franziska,
una giovane con la quale si fa amicizia rapidamente. Con la ragazza si può
immaginare di passeggiare su i marciapiedi ghiacciati o su un ponte monumentale
che scavalca la Neva, anche se le sensazioni sono molto diverse da quelle che
si provano su un LungoSenna o su un Ponte di Parigi. Franziska, racconta
Calvino, potrebbe chiedermi perché mi incontra spesso a bighellonare sulla
Prospettiva, a scrutare i passanti ed anche insistere a voler entrare in un
Caffè ornato di specchi dove una orchestrina suona antichi waltzer, ma io non
sarei neppure in grado di invitarla a ballare.
AAR Ci sono altri riferimenti letterari che meglio
ci facciano capire queste qualità quasi mitiche della Prospettiva Nevskji e della città di San Pietroburgo?
GZ Il
dissidente Josif Brodskji narra della sua città in “Fuga da Bisanzio”, la metropoli
ove trascorse infanzia ed adolescenza prima di essere condannato ed esiliato.
Della città che aveva cambiato nome tre volte, Brodskji ne parla con intenza
sobrietà e commovente nostalgia senza la lagnosità di un Ovidio che, cacciato
da Roma, è costretto a vivere in una cittaducola di confine sul Mar Nero.
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