AAR – Oggi con il mio amico Giorgio parliamo di Lisbona,
capitale, del Portogallo, una città di antica storia che in tempi recenti ha
avuto un momento di notorietà letteraria che dura ancora.
GZ - Nella letteratura europea
moderna è venuto sviluppandosi , nell’ambito del XX secolo, ma con prodromi
alla fine del 1800, un nuovo mito della correnti letterarie sorte a Lisbona ,
capitale della nazione posta all’estremo limite occidentale dell’Europa.
AAR - Come si è arrivati a questo
successo di Lisbona?
GZ - Dopo i trionfi letterari nel
teatro, nella narrazione e nella poesia di Parigi e Londra nei precedenti
secoli a partire dal XVII secolo e dopo
il fiorire della letteratura russa a San Pietroburgo nel XIX secolo, ecco
spuntare l’interesse per una letteratura marginale in una lingua neolatina, il
portoghese, considerata di minore
importanza da noi italiani e dagli spagnoli. Questa lingua diviene rapidamente
protagonista di prima grandezza considerando il fatto che è parlata scritta e cantata
anche in Brasile, nazione preminente nel sud-centro America e tra le nazioni
emergenti dell’orbe terraqueo.
AAR- E chi è il primo che ha
alimentato questo nuovo mito?
GZ - Il mito di Lisbona nasce con
Fernando Antonio Pessoa, scrittore multiforme, il quale si presenta con
differenti pseudonimi e lancia fantasiose mode letterarie come il lirismo
bucolico elegiaco nostalgico, l’avanguardismo esasperato, l’egocentrismo
narcisistico ed il classicismo oraziano. Dopo di lui Josè Saramaco consolida il
mito che viene esportato dall’italiano Antonio Trabucchi. Quest’ultimo traduce
le opere scelte di Pessoa e scrive, in portoghese, “Requiem” un allucinante
racconto lungo che cuce insieme più episodi e termina con una cena-intervista a
Pessoa: un piccolo capolavoro di 120 pagine.
AAR – Cerchiamo di capire
qualcosa di Lisbona dal punto di vista geografico turistico?
GZ – Lisbona, capitale del
Portogallo dal 1250, è una città affascinante che si affaccia sull’estuario del
Tago (Rio Tajo) e risente del vento dell’oceano Atlantico che provoca un clima
incostante e variabile in tutte le stagioni con punte di caldo intenso in
estate e freddo d’inverno, rapidi passaggi di nubi e piogge improvvise e
violente soprattutto nelle mezze stagioni.
Si estende sulla riva destra dell’estuario del fiume. Le case di abitazione ed
i monumentali edifici sembrano elevarsi dolcemente sopra i rilievi collinosi
dove gli abitanti, che si trovano poco più alti del livello del mare, si
sentono per lunga tradizioni dominatori degli oceani.
Il paesaggio urbano è vasto e molto vario con numerosi dislivelli, ampi viali
in salita e discesa, grandiose piazze , stupendi parchi e graziosi giardini,
maestosi monumenti, interessanti musei e mirabili luoghi panoramici.
AAR – Quasi certamente, nei tempi,
Lisbona è stata citata in qualche testo letterario.
GZ - Mi viene spontanea un
citazione da “Bacco in Toscana “di Francesco Redi: “Né l’ispano mai si stucchi d’innalzar l’acque del Tago, ch’io per me
non ne son vago”. Il fiume Tago sfocia a Lisbona e mori e musulmani, che
ancora la occuparono sino al 1147, non bevevano vino e liquori fermentati o
distillati bensì soltanto acqua e quella del fiume era non solo potabile, ma anche fresca e gustosa. Il Redi scrisse il
suo ditirambo oltre 500 anni dopo, ma la tradizione di coloro che bevevano
l’acqua del fiume era rimasta indelebile anche se da secoli i vini portoghesi
sono divenuti famosi anche oltre l’Europa.
AAR – C’è qualche aspetto
stilistico che caratterizza Lisbona?
GZ - Come tutte le capitali europee sviluppatesi nel corso di secoli,
Lisbona pur nella sua sostanziale omogeneità stilistica, è costituita da
differenti quartieri i cui nomi sono internazionalmente noti.
La Baixa è al centro della città ed è
caratterizzata da vie larghe e parallele: da piazza Pedro IV° a Figueira, la
piazza “De Commercio” con al centro la statua equestre di re Giuseppe, l’Arco
di Trionfo, l’Imbarcadero che dalla stazione di Rossio scende verso l’estuario
del Tago.
Verso l’alto sale l’avenida de Libertade sino alla maestosa Piazza “Marques de
Plombel” e poi l’immenso parco Edoardo VII° dedicato alla visita di questo re
inglese.
A destra e sinistra di questo viale sorgono su due colline il Barrio Alto ed il
quartiere di Alfama.
Rossio con l’elegante Chiado sono le zone centrali della città antica. Barrio
Alto è il cuore del nostalgico fado. Barrio alto sorge su una collina ed è
simpatico arrivarci con un antico ascensore o con la funicolare.
Il quartiere più antico e caratteristico è Alfama che sorge su una collina
dominata dal castello Sao Jorge da cui si gode una splendida vista panoramica
sul mare e sulla città. E’ questo il centro della città originaria e della
Medina araba con la sua Moschea.
AAR – E di Lisbona come porto
commerciale che mi dici……
GZ - Lisbona fu il più grande ed importante emporio marittimo e
commerciale dei secoli XV° e XVI° soprattutto per merito dei grandi navigatori,
come Bartolomeo Diaz, Vasco de Gama e Pedro Alvares Cabral che guidati dal
sovrano Enrico il Navigatore si esplorarono e commerciarono in tutti i “sette
mari”. A loro ricordo nel 1960 è stato costruito uno spettacolare monumento in
pietra granitica che, come una prua si nave, si affaccia sull’Estuario del Tago
nel quartiere di Belém. In questa zona
si trova anche l’armoniosa Torre e il rinascimentale Convento dos Jeronimos
dove i grandi capitani e le loro ciurme ricevevano la benedizione prima di
partire per le avventurose spedizioni verso
mete sconosciute e nuove rotte da
aprire.
L’estuario del Tago è anche attraversato da un moderno ponte ad unica arcata
lungo oltre 17km. Fu voluto nel 1960 dall’allora dittatore Salazar e dal ha
nome “Ponte 25 aprile” in ricordo della data di fine di quella dittatura.
AAR – Penso che la descrizione di
Lisbona potrebbe occupare ancora molte pagine. Ma ora passiamo anche alla
Lisbona letteraria.
GZ - Lasciamo la parola a Josè
Saramaco ed al suo libro “L’assedio di Lisbona” che coglie e svela pienamente
l’anima della città. L’autore compone una storia lineare e di pura fantasia
incentrata su pochi personaggi contemporanei descritti in modo minuzioso che
talvolta può apparire contorto. Sembra quasi voglia dire che la storia può non
essere vita reale, ma soltanto letteratura, cioè pura creazione artistica.
AAR – Lisbona è la protagonista
di questa nostra conversazione, ma che succede in quest’Assedio letterario?
GZ - Il protagonista Raimondo
Silva vive nel cuore della città vecchia, vicino al Castello. Minuziosa è la
descrizione della Medina moresca dove si intrecciano le stradine ed i tetti si
toccano quasi. Dove la biancheria è stesa su corde tese tra le case come ancora
avviene in alcuni paese mediterranei. Dove le stradine sono spesso delle erte
scalinate, talvolta sporche e trascurate regno anche di cani randagi che sono
ritenuti animali impuri dai pochi residenti mussulmani.
Raimondo Silva è un libero professionista che svolge una attività molto
particolare: revisore di bozze e testi di qualsiasi argomento come per es.
poesia, storia e scienze. Il suo è un lavoro che richiede molta attenzione,
accuratezza ed anche notevole cultura.
AAR – Una professione molto
interessante…
GZ - Personalmente la professione
di Raimondo Silva mi affascina ed ha fatto nascere in me il sogno, purtroppo
mai attuato, di essere il coordinatore editoriale di una casa Editrice, cioè
colui che guida alla scelta ed alla nascita di nuove pubblicazioni ed opere
letterarie. Per me sarebbe stato un lavoro esaltante e gratificante.
AAR – Torniamo al nostro
Raimondo…..
GZ - Raimondo Silva è personaggio
insicuro e scontento che si sente schiavo della minuziosità del suo lavoro pur
apprezzandolo perché, pur svolgendolo con grande accuratezza, gli permette una
grande indipendenza non fissando orari rigidi o a permanenza obbligata in
grandi uffici aziendali.
Il protagonista vorrebbe talvolta vivere nei vasti quartieri residenziali che
ammira per la loro spaziosità ed immensità, ma è quasi spaventato dal fatto che
le vaste aree potrebbero ridurre e quasi impedire rapporti umani diretti.
Il fatto di vivere in un quartiere antico probabilmente rende più acuto il suo
patriottismo e, quando viene in possesso di un antico manoscritto sulla “Storia
dell’assedio di Lisbona”, viene preso dall’idea travisare la narrazione per
mutare il corso della storia.
E’ una idea quasi malsana ed una scorrettezza inimmaginabile per un
professionista della fedeltà alla parola scritta. Aggiunge soltanto tre lettere
di una frase “…i Crociati dichiararono che NON avrebbero aiutato i portoghesi a
conquistare Lisbona …”.
AAR – Una piccola svista forse non del tutto intenzionale…
GZ - E’ difficile spiegare come
un serio professionista abbia deciso di venir meno alle regole deontologiche e
sia venuto meno alla fiducia dello scrittore e dell’editore. “Insondabilità
dell’animo umano” potrebbe essere una spiegazione valida, ma no per il sagace e
sofisticato Saramaco che non ama l’ovvietà.
AAR – E quali sono le conseguenze
di questa “svista storica”?
GZ - Il piccolo errore voluto di
Raimondo Silva si dimostra la causa prima per un completo cambiamento di vita del
protagonista.
La dirigente della casa editrice che aveva commissionato il lavoro è una
piacente signora di mezza età molto valida professionalmente, ma
sufficientemente anticonformista per pensare di sfruttare l’occasione che le si
presenta. A Raimondo Siva viene commissionato il compito di scrivere una nuova
versione dell’assedio di Lisbona riconquistata da truppe autoctone guidate dal
re Alfonso Henriques che, senza l’aiuto dei Crociati, scacciano i saraceni. E
questo sarà l’inizio della nazione portoghese indipendente anche dal dominio
spagnolo.
AAR – Ma cosa è successo
realmente ..la Storia cosa ci racconta.
GZ - In realtà il Portogallo fu
dominato dalla Spagna per quasi 100 anni, dal 1580 con Filippo II al 1668 con
GIOVANNI Vi di Braganza. Lisbona poi fu quasi completamente distrutta nel 1755
dal terremoto, maremoto ed incendi che seguirono. Subito dopo fu
meravigliosamente ricostruita dall’opera del Marchese di Pombal, che ne fece la
capitale più spettacolare d’Europa con una magnifica vista sull’estuario del
Tago e sull’oceano immenso.
Lisbona potrebbe ricordare Roma o Atene per i colli nascosti dagli edifici, ma
mancano le vestigia antiche e l’alta Acropoli. Allo stesso tempo i gabbiani
risalgono, quasi mestamente latrando, il fiume ed i pappagalli, nei vasti
parchi, sembrano litigare con i loro rumorosi borbottii e gracidii.
AAR – Questa bella storia su
Lisbona mi fa quasi venire la voglia di andare a visitarla.
Ciao ed alla prossima chiaccherata che mi aiuterà a partire con la fantasia
verso una nuova città.
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