di Attilio A. Romita 30
ottobre 2014.
Nell’ ultimo numero di “Agenda
Digitale” (http://www.agendadigitale.eu/) ho trovato una serie di interessanti analisi e proposte sul tema dell’Innovazione
che potrebbe far funzionare meglio l’Italia.
Piuttosto che inserire
commenti separati per ciascun articolo mi sembra più opportuno fare un discorso
generale ed una elencazione di commenti ai temi particolari.
Sono un “bastian contrario”
abituale,ma suggerisco di leggere questa nota sino in fondo …..e poi tacciatemi
pure di rottamatore o grillino, ma fate una riflessione di 12 secondi sulle mie
parole
Iniziamo dalla nota “PUBBLICA
AMMINISTRAZIONE - Ecco perché i progetti della PA restano ibernati per 12-18
mesi - di Michele Melchionda, Corte dei Conti.
Uno dei compiti
istituzionali della Corte dei Conti, come indicato nel suo sito ufficiale (http://www.corteconti.it/controllo/controllo_economico_finanziario/
) è “La Corte dei conti vigila affinché
gli enti che gestiscono ingenti quote di risorse pubbliche, si attengano a
parametri di legittimità ed improntino la loro gestione a criteri di efficacia
ed economicità”. Se non lo interpreto male vuol dire che la Corte deve
verificare che tutti i provvedimenti pubblici sia finanziariamente corretti e
quindi che i costi siano coperti.
Alle giuste argomentazioni
di Melchionda sulla inutile vischiosità di tutte le procedure burocratiche
vorrei aggiungere un piccolo “sassolino nella scarpa”. Tutte le spese della PA
devono essere controllate dalla Corte dei Conti, ma noi ci troviamo con 180.000
miliardi di deficit statale. Forse alla suprema corte contabile è sfuggito
qualcosa…ed allora pechè non la aboliamo visto che ci costa circa 330 milioni
di Euro!!!
Secondo articolo: “Trasformare
la PA, abolire il CAD” di Nello Iacono. Siamo tutti perfettamente d’accordo, ma
non sempre completamente allineati, sul fatto che lo strumento digitale può
essere un ottimo supporto per cambiare l’organizzazione del nostro paese.
Nel corso del mio lungo
cursus honorum informaticorum ho fatto e coordinato progetti anche grandi ed il
mio pallino sono stati quelli veramente innovativi. Un fattore di successo che
ho imparato e non sempre sono riuscito a
seguire è il seguente: un progetto realmente vincente deve conoscere usi e
consuetudini e non deve aver paura di stravolgerli. E’ facile da dire, ma quasi
sempre difficilissimo da attuare.
I CAD che, con nomi diversi
si sono susseguiti dal 1992 (Bassanini) ad oggi (Stanca, Brunetta, etc)
contengono buoni principi che non sono stati attuati perché ogni volta si sono
scontrati con leggi, leggine, circolari, usi e soprattutto contro un mostro, il
Burusaurus Rex.
Se partendo da quel lontano
1992 avessimo voluto cominciare a seguire i dettati della legge, forse avremmo
potuto aggiustare il tiro ed oggi ci troveremo con una organizzazione della PA
che rasenterebbe la perfezione. Quel che è successo lo vediamo oggi: le leggi
CAD si sono sovrapposte e non sempre tutto il precedente è stato abrogato.
Oggi enunciamo che dobbiamo
abolire i CAD e creare un Testo Unico.
Perché dovrebbe funzionare …..è
forse firmato dal Mago Merlino e da San Pietro?
Più di un articolo parla di
Anagrafe Unica e di Identità Digitale. In questo settore si stanno facendo
passi da gigante per definire esattamente come potrebbe essere utile e potrebbe
funzionare una unica identificazione di ogni cittadino italiano e di come
questo identificativo potrebbe essere registrato su supporto digitale.
Io vedo tutto questo
processo articolato in due aree spazio/temporali: tutto l’esistente sino ad
oggi, tutto quello che sarà possibile domani. Oggi si sta lavorando nella
definizione e costruzione del futuro, ma purtroppo il futuro reale deve basarsi
su una trasformazione reale del passato e del presente. A parte i ragionamenti
crono-filosofici occorre rendersi conto che unificare 8000 anagrafi locali non
è un problema informatico, ma politico e nazionale.
Anni fa si iniziò questo
processo di identificazione univoca di tutti i cittadini mediante il codice
fiscale. Oggi tutti noi abbiamo un codice fiscale, molti di noi lo ricordano a
memoria, ma, a parte trascriverlo diligentemente su molti documenti, il suo uso
pratico è praticamente inesistente. Perché questo? Perché questo codice che mi
identifica esattamente non mi certifica in quanto “l’uomo dello sportello” non
può confrontarlo con ….8000 basi dati sparse per l’Italia.
Sino a che paesi, città,
province e regioni non si convinceranno che dal punto di vista informatico
devono essere un unico soggetto, sino a quel momento qualsiasi processo e
protocollo non produrrà risultati pratici.
La mia conclusione: qualsiasi
costruzione innovativa non può basarsi solo su una legge che definisce i
comportamenti futuri, ma deve prevedere una corposa quantità di provvedimenti
reali che attuino praticamente e completamente le fase di transizione perché è
inutile costruire perfette cattedrali senza fondamenta.
Nessun commento:
Posta un commento