Il 3 marzo 2015 c’è stato un importante evento:
l’illustrazione ai Digital Champion Italiani delle caratteristiche del nuovo
processo legato alla Fatturazione Elettronica che dovrebbe ufficialmente
entrare in vigore a fine mese.
Molte presenze illustri, molte spiegazioni dettagliate per
sciogliere punti oscuri, paure e tecnicismi che ostacolano la comprensione del
nuovo processo.
La mia impressione generale è che si sia costruito un
perfetto e funzionale palazzo moderno su delle fondamenta fatte per una
biblioteca giuridica del 1800. Ma questo argomento, cioè su cosa mi sentirei di
proporre, lo rimando alla seconda parte di questa nota.
Nel corso delle presentazioni, nascoste tra mille dotte
parole, mi sembra che si sia data una chiara risposta all’interrogativo del
mitico “falegname di Voghera”, marito dell’altrettanto omonima casalinga.
Domanda: “Come fa un piccolo artigiano che emette
solo qualche fattura alla PA Locale?”
Risposta: Si rivolge ad una qualsiasi entità
autorizzata a svolgere il servizio che fornisce strumentazione e supporto per
l’emissione della fattura.
Domanda: Bene, ma poi come faccio a conservare la
fattura? Devo stamparla e comportarmi come prima?
Risposta: (se
ho capito bene): Le imprese che offrono il servizio saranno anche
responsabili della conservazione ufficiale e legale.
Domanda: Ma i comuni che non hanno copertura di rete,
come fanno ad inserirsi nel circuito telematico della fatturazione elettronica.
Risposta: (personale
e della quale mi assumo la responsabilità) : Domanda speciosa ed
argomentazione inesistente alla quale già nel 2011 avevo dato una risposta (switch-servizi-pubblici-comuni-non-digital-divide e
key4biz.it/-2011-05-Digital-Agenda-Attilio-A-Romita-Forum-PA-2011/) dove tra l’altro dicevo che oltre le normali connessioni a banda più o meno
larga esiste una connessione satellitare che offre costi competitivi e banda
sufficientemente larga per gestire i pochi movimenti che deve gestire …il
piccolo comune situato al fondo di una valle in ombra.
Domanda (non
fatta, ma pensata): La fattura di carta al mio amico al comune che
velocizzava il mio pagamento.
Risposta: Anche ora l’amico al comune ha gli stessi
strumenti di …velocizzazione, ma purtoppo questi strumenti lasciano traccia e
…non è un gran male.
Domanda (del
Sindaco di un piccolo comune) : Il mio Centro Elettronico non ha i
programmi per gestire le Fatture Elettroniche e dotarsene è un aggravio di
spesa che non possiamo sopportare.
Risposta : La presenza di 8000 centrini è un male che già da anni ci affligge e ci
costa. Ogni tanto si parla di creare centri di servizi comuni per avere
economie di scala ed omogeneità di risposte al cittadino. Forse questo primo
passo verso processi informatici potrebbe essere il punto di partenza.
Domanda: Ma perché il privato (grande o piccolo che
sia) è chiamato ad assolvere complicati storici adempimenti di conservazione
quando esiste una entità pubblica che riceve, controlla, smista tutte le
fatture elettroniche e sicuramente è in
grado di conservarle perfettamente perché è anche dotato di strumenti di protezione
continua e sicura delle informazioni.
Risposta: La domanda è retorica e provocatoria, la
risposta è implicita …ma forse gli esperti giuristi giustinianei ed il
burusaurus rex avranno da obbiettare.
Mentre scrivevo questo dialogo, immaginario ma non troppo, mi
sono dotato di poteri dittatoriali assoluti ed ho immaginato delle proposte.
All’inizio di questa nota ho scritto che la fattura
elettronica è un bel palazzo moderno su fondamenta nascosti, instabili,
falsamente protettive che non permettono di concedere il permesso di
abitabilità al moderno edificio.
In alcuni interventi del Convegno dedicato al D-day per la
fatturazione elettronica ho ascoltato lunghe e dotte disquisizione su leggi che
ci ricordano polverosi faldoni, bolli tondi ed i mitici “camminatori” cui era
delegato il compito di trasferire gli atti connessi alla PA.
Forse sarebbe giunto il momento che chirurghi specialisti
incidano pesantemente sul “Corpus Iuris” italiano che, con tutto il rispetto
per i legislatori antichi e moderni, è diventato un obeso, claudicante,
variamente sofferente corpo cui una bella eutanasia farebbe solo del bene.
Ma il Burusaurus Rex, che su quella antica complessità ha
fondato la sua carriera, sarebbe d’accordo?
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