Da qualche tempo le vicissitudini economiche della Grecia
sono state al centro di tutti i giornali, di tutti i talkshow e di tutti i
social.
I commenti di alcuni, gli altovocianti euroscettici, sono
stati di grande ammirazione per la Grecia che aveva il coraggio di opporsi all’
Europa matrigna e di critica alla Germania e tutti gli altri europei che si
inginocchiavano al volere della nuova Lady di Ferro, Frau Merkel.
I cittadini europei, invece, pur considerando la tragica
posizione politico-economica greca, si schierano con l’Europa che giustamente
non era favorevole alla uscita della Grecia dall’Europa, ma che altrettanto
giustamente esigeva ed esige degli impegni seri dalla politica greca e da chi
questa politica guida.
Ho espresso varie volte la mia posizione riguardo la
necessità di tener unite le nostre vecchie nazioni per evitare che entro pochi
anni spariscano dalle carte geografiche politiche come sono spariti gli antichi
Egizi, gli antichi Romani che avevano esteso il loro dominio a buona parte del
mondo allora conosciuto e gli antichi Greci che non erano stati da meno.
Nel mondo attuale roboanti nazionalisti, laudatores temporis acti ed illusi
pensatori fuori del mondo vorrebbero convincerci che le varie nazioni d’Europa
non devono sottomettersi allo strapotere economico della Germania sostenendo il
principio che l’economia non deve prevalere su tutti gli altri alti valori che
dovrebbero essere propri del genere umano. In linea teorica può anche essere
giusto, ma per valere dovrebbe essere condiviso da tutti e dobbiamo essere
irrealisti per sostenerlo.
E’ giusto non eleggere a nostra legge morale il detto “pecunia
non olet”, pronunciato dall’imperatore Vespasiano in ben altra occasione, ma è
giusto ricordare che il mondo gira intorno a principi economici, seppur
regolamentati, e non in base alle regole dettate da Platone per la sua
Repubblica o dal filosofo Campanella per la sua Città del Sole.
Le regole di controllo dell’economia possono essere cambiate
e quasi sempre soltanto con piccoli passi e quasi mai con la rivoluzione. La
Rivoluzione Francese di duecento anni fa è stata una proposta, rivoluzionaria
appunto, di grandi mutamenti, ma “Liberté,
égalité, fraternité” sono ancora una proposta ed una promessa che illumina
una meta ancora lontana.
“Primum vivere deinde
philosophari” scriveva con mentalità pratica anglosassone il filosofo
Hobbes ed io indecentemente me ne approprio. E vivere significa anche
rispettare le regole del gioco.
Dopo questo sfoggio di filosofia spicciola e di citazioni
latine è giusto tornare ad oggi, alla Grecia, all’Italia …ed alla signora
Merkel.
L’Europa Unita doveva essere una entità economica capace di
stare possibilmente alla pari di altre entità che esistono nel nostro mondo
come Stati Uniti, Russia, Cina, India. Come in un romanzo ottocentesco, la
famiglia Europa è ricca solo di antico lignaggio e può solo umilmente insegnare
cultura e buone pratiche ai riottosi nuovi ricchi, ma per ottenere questo
risultato deve stare attenta alle spese, rivoltare i vestiti, fare risparmi e
guadagnare qualcosa poco per volta. La vecchia famiglia Europa non può
permettersi di mantenere figli spendaccioni o nipoti ottusamente altisonanti.
Fuor di metafora, e tenendo sempre chiaro in mente che le
nazioni europee da sole sono piccole, vediamo cosa è successo al momento della
costituzione dell’Europa a due nazioni vicine per antico lignaggio, ma lontane
per comportamento: Italia e Grecia.
Una piccola premessa necessaria: con il Trattato di
Maastricht del 1992 gli Europei decisero quali erano le condizioni economiche e
finanziarie che i paesi aderenti dovevano rispettare per “entrare nell’EURO”.
Nel 1999 l’Italia, al momento della introduzione reale dell’Euro,
la relazione tra PIL e debito pubblico era assolutamente negativa a causa del
pesante fardello accumulato per una improvvida e spendacciona cultura sociale.
Questa situazione finanziaria, e non certo per incapacità dell’allora premier Romano
Prodi, ci costrinsero ad accettare un tasso di cambio di circa 2000 lire per un
Euro e gli italiani dovettero tassarsi tutti per pagare una sorta di “biglietto
di ingresso”.
Nel 2002 l’EURO diventa una vera moneta unica in Europa e la
situazione italiana peggiora anche per una non previdente politica
monetario-culturale: sino al giorno prima tutti i “venditori” furono obbligati
ad esporre il doppio prezzo lire-euro, ma quest’obbligo non fu mantenuto per
almeno un anno: quel pericoloso cambio di 1936,27 lire uguali ad 1 euro si tramutò
psicologicamente in 1 euro uguale 1000 lire. Tanti anni prima il Presidente
Einaudi quando si parlò di introdurre il valore dello SCUDO uguale a 100 Lire
aveva descritto il pericolo inflattivo derivante dalla “riduzione psicologica”
dei valori numerici. Con l’EURO, oltre alla riduzione dei numeri
rappresentativi c’è stata una divisione per 2. Ovviamente il fattore
psicologico ha solo “collaborato” a far peggiorare la situazione economica
italiana in un momento di grande crisi finanziaria mondiale.
Come nell’antica Roma nei momenti critici della Repubblica
si chiamava un dittatore, anche da noi c’è stata la necessità di eleggere
qualcuno che pensasse ai numeri e non alla filosofia o alla socialità. Nel 2011
fu scelto il prof Monti come dittatore. Monti andò a parlare con i leader
europei, discusse pacatamente i provvedimenti che l’Europa “suggeriva” e, tornato
in Italia, li mise in atto contro tutte le critiche degli italiani politici e
no.
Sono sincero e faccio pubblica ammenda per tutti i cattivi
pensieri e le cattive note che ho scritto sul Governo Monti: riconosco che è
stata una cura choc pesante, difficile da comprendere, necessaria e che oggi ci
permette di dire che l’Italia ricomincia a camminare abbastanza decentemente e
quasi senza stampelle.
Con questa esperienza italiana alle spalle ci possiamo
permettere il lusso di commentare ed anche criticare cosa è successo e cosa sta
succedendo alla Grecia.
Anche la Grecia per entrare nell’Euro dovette presentare i
propri numeri, ma non mise nei documenti i dati veri….fece dei piccoli aggiornamenti
non permessi. Chiaramente questa situazione economica mascherata ha subito
mostrato i suoi limiti e l’economia greca ha imboccato una discesa rapida. L’Europa
ha deciso di aiutare la Grecia ed ha erogato fondi in cambio di promesse di ravvedimento
mai messo in atto.
In Italia Monti ci ha fatto stringere la cinghia e non solo
in senso metaforico.
In Grecia i vari governi succedutosi non hanno preso provvedimenti
anzi si è arrivati all’ultimo guidato da Tsipras e Barufakis che,
sprezzantemente, si sono rifiutati di prendere provvedimenti ed hanno
continuato ad “esigere” prestiti senza promessa di restituzione o di
provvedimenti.
Ultimo atto di Tsipras, che permettetemi di limitarmi a qualificare
“insulto al buon gusto”, è stato il referendum per chiedere a popolo greco
debitore se voleva restituire un debito. Se la situazione era già al limite,
questo referendum la ha fatta esplodere. Giustamente, i creditori, cioè noi
tutti gli Europei, abbiamo deciso che
bisognava far capire la ragione a Tsipras e forse anche ai Greci che
continuano a dargli retta. Per prendere una decisone che ai “falsi buoni”
sembrava impopolare occorreva trovare una persona con la mano pesante e le
spalle larghe: chi meglio di Lady di Ferro frau Merkel.
E siamo arrivati ai nostri giorni o meglio alle ultime ore:
Europa ha posto un ultimatum pesante, Tsipras sembra ravveduto, una parte dei
politici greci “forti” fanno ancora finta di essere forti.
Spero che il popolo greco si sia svegliato dal sogno di
onnipotenza cui i venditori politici di fumo antieuropeista, anche nostrani, avevano
dato valore.
Spero che in Grecia vadano al governo persone realiste
capaci di convincere la popolazione della necessità di provvedimenti “lacrime e
sangue”: i soli capaci di ricostruire il nome della Grecia.
Spero che il falso illuminismo antieuropeista dei molti nostrani
altisonanti e vocianti sia messo a tacere da un sano, tradizionale, popolare
senso comune.
Io credo, o quantomeno mi auguro, che questa mia nota
risulti interessante per i miei tradizionali …15 lettori ai quali chiedo, se la
condividono, di renderla nota agli amici e conoscenti … forse potrebbe
risultare utile.
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