Uno scambio di Twitter, due
articoli su esperienze regionali e tante discussioni mi spingono a scrivere
queste …riflessioni ignoranti.
Per chi non conosce la
mia storia posso solo dire che da oltre 50 anni mi occupo di informatica e …me
ne interesso ancora. Per 20 anni ho lavorato come Cliente e per 30 come
costruttore di soluzioni con il Cliente. Costruttori di hardware e software
sono sempre stati i fornitori, mai soci nella costruzione di una soluzione.
Una prima
dichiarazione d’intenti, tanto per chiarire. Nelle scelte tecniche ed
economiche ho sempre cercato di evitare decisioni dettate da assunzioni di
principio, da false illusioni di indipendenza di giudizio e spesso
assolutamente non connesse a criteri economici. Chiaramente ho fatto molti
errori, ma, forse, sono stati molti di più quelli che ho evitato.
Seconda dichiarazione
d’intenti: Per anni sono stato accusato di essere IBM-addicted e poi
Microsoft-addicted, ma l’unica colpa che mi attribuisco è di essere
mybrain-addicted e preferisco navigare nel grande mare piuttosto che nei
laghetti di montagna, molto più belli, forse altrettanto pericolosi ma
sicuramente meno pescosi..
Questo lungo cappello
mi sembrava giusto per chiarire lo spirito con il quale scrivo queste
…riflessioni ignoranti.
L’office automation,
cioè l’introduzione di strumenti personali di supporto per “leggere, scrivere e
far di conto”, ha iniziato il suo percorso una quarantina di anni fa insieme ai
primi elaboratori personali cioè i Personal Computer.
I primi software per
scrivere testi erano molto limitati e simulavano poco di più di una macchina da
scrivere …neppure tanto moderna.
Rapidamente i PC
aumentavano la loro potenza e fu possibile predisporre sw più potenti ed utili.
Purtroppo in quel periodo l’uso di questi sw obbligava a ricordare a memoria
tutta una serie di comandi che si dovevano “scrivere” con la tastiera anche per
eseguire le funzioni più semplici.
Proprio in quegli anni
cominciava la storia di un giovane, Bill Gates, che credeva di poter fare
fortuna sfruttando lo sviluppo che i PC computer avrebbero avuto.
In quel periodo in
Italia qualcuno non ebbe la stessa fiducia …ma questa è un’altra storia.
Quando IBM cominciò a
credere nei PC, Bill Gates e Microsoft avevano già predisposto un sistema che
ne facilitava l’uso: MS-DOS, Microsoft Disk Operating System. La mossa vincente
di Bill Gates fu di porsi come mediatore nell’uso del PC e su questo ha basato
la sua fortuna e tutti gli sviluppi della sua azienda.
La strategia Microsoft
è stata sempre quella di fornire sistemi facilitatori di utilizzo aggiornati ed
adeguati all’aumento di potenza delle macchine.
Il salto di qualità di
Microsoft avvenne quando, imitando i sistemi operativi di Apple, trasformò i
comandi a tastiera con figurine o descrizioni sul video che, toccate con il
mouse, permettevano di attivare le funzioni. Questa tecnica, che oggi sembra
sia sempre esistita, offrì la possibilità a molti non specialisti di usare
facilmente lo strumento Personal Computer come una penna o una calcolatrice.
Chiaramente Microsoft e Bill Gates non sono mai stati enti di beneficenza ed è
giusto che ribaltino i costi di sviluppo e che traggano dei guadagni.
La posizione di preminenza sul mercato di Microsoft, come
anche era successo ad IBM, ha “urtato il nervo” di molti puristi illusori
promotori del mercato libero che sostengono che lo sviluppo del sw poteva
avvenire dalla libera cooperazione di molti esperti. In effetti l’esperienza di
Linux sembra dare loro ragione soprattutto quando si tratta di singoli utenti
privati.
I promotori del sw
libero mettono sul piatto una pesante carta economica: l’assoluta mancanza di
canoni di licenza e di abbonamenti di qualsiasi tipo in quanto lo sviluppo è in
carico di una comunità di professionisti che formano una grande ONLUS del sw
che sforna in continuazione miglioramenti
e aggiornamenti all’inseguimento di funzionalità che il sw proprietario propone.
Di fronte a questa
obiezione economica ed in tempo di ristrettezze economiche è difficile
controbattere perché il confronto avviene tra una cifra unica, la licenza, e vari
altri parametri legati connessi con le abitudini all’uso di sistemi sempre
nuovi e sempre simili nell’uso ai precedenti.
Io posso solo mettere
in evidenza la mia esperienza personale di utente “con una certa esperienza”.
Ho scritto i miei
primi testi su i terminali IBM 3270, quelli a fosfori verdi. Poi sono usciti i
PC ed è uscita una delle prime suite integrate di office automation, mi sembra
si chiamasse Framework. E per fare le presentazioni usavo STORYBOARD di IBM.
Nel 1990 inizia la
storia di OFFICE quando Microsoft mise insieme WORD, EXCEL e POWER POINT e
presentò il primo strumento integrato di office automation. Anno dopo anno si
sono succedute le varie versioni sempre più aggiornate per meglio sfruttare le
capacità degli hardware sempre più potenti. Devo riconoscere che i documenti
scritti con una qualsiasi versione di Office sono sempre editabili: ieri ho
aperto senza problemi un mio file .doc
del 1991.
Nel 2011 decisi di
provare Open Office che ho installato e provato per alcuni mesi. Il test, dal
mio punto di vista, è stato negativo perché questo sw non rispetta le
formattazioni del file originale e, anche se file originale è .doc e si salva .doc, le formattazioni non sempre sono rispettate. Inoltre non è
sempre facile trovare alcune funzionalità non propriamente di base che esistono
su Microsoft. Lo stesso tipo di “differenze” valgono per EXCEL e POWERPOINT. La
decisione fu allora di restare un “utente peccaminoso” di MSOFFICE.
Queste differenze di
funzionalità sono ancora maggiori quando si aprono file trasferiti da PC ad
HW/SW Android: le versioni OpenOffice, anche estese e a pagamento, non aprono
correttamente i file. Fortunatamente queste difficoltà sono state superate da
Microsoft che ha fornito senza spese una suite Office per Android, anche se mi
sembra si possa installare solo sull’ultima versione di Android.
Lo scorso anno, dopo
una trionfale presentazione di LibreOffice, o voluto ripetere l’esperimento ed
ho installato la suite. Sicuramente sono un utente prevenuto, ma si è ripetuto quanto
successo con Open Office.
Sul mio PC sono ancora
installati ed aggiornati OPEN OFFICE e LIBRE OFFICE: ogni tanto ci provo con
scarsa fortuna.
Infine una
considerazione di tipo “mercantilistico”: Microsoft richiede agli utenti dei
costi di licenza e manutenzione da lei determinati quasi in regime di “non
concorrenza”. Chiaramente la trattativa per un utente singolo è perdente. Ma se
la trattativa è fatta a livello PA nazionale forse qualche carta sul tavolo può
essere vincente.
Poi esistono tante
favole su i terribili orchi finanziari multinazionali, sulle Agenzie
spionistiche che scrutano nei nostri PC tramite le back doors, su immaginarie
fatine azzurre che vogliono aiutarci nostro malgrado, su soluzioni
miracolistiche libere a costo zero, ….ma
queste sono altre storie.
P. S: Continuo a
leggere altri articoli sullo “strano comportamento di Pesaro” e, come ho
scritto in altra parte, tutte queste storie mi fanno venire in mente la fiaba
del bimbo che gridò “ma il Re è nudo” ….talvolta è giusto che qualcuno abbia il
coraggio di un ripensamento ….e comunque andare controcorrente aiuta a
stimolare delle verifiche perché quello che dicono tutti non sempre è vero!
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