di Attilio A. Romita 24 febbraio 2016
Nel suo commento allo spettacolo il
regista Francesco Niccolini ci dà una chiave di lettura che meglio aiuta a
capirlo:
“Questo è un lavoro sull’avversario e sul diventare adulti. Per me nei Duellanti esiste una questione semplice per quanto contorta: l’avversario più feroce lo hai dentro di te e non riesci a liberartene per il semplice fatto che sei tu che non vuoi liberartene. È il richiamo della foresta, la voglia di libertà, il piacere del rischio e della conquista. E non sta altrove, sta dentro e si nutre di te e tu di lui.”.
“Questo è un lavoro sull’avversario e sul diventare adulti. Per me nei Duellanti esiste una questione semplice per quanto contorta: l’avversario più feroce lo hai dentro di te e non riesci a liberartene per il semplice fatto che sei tu che non vuoi liberartene. È il richiamo della foresta, la voglia di libertà, il piacere del rischio e della conquista. E non sta altrove, sta dentro e si nutre di te e tu di lui.”.
E’ quello cha accade a due brillanti
ufficiali dell’esercito napoleonico che, per una incomprensione, puntellano
tutta la loro brillante carriera militare con una serie interminabile, e con alterna
fortuna, di duelli.
Gabriel Feraud è un guascone iroso,
scontento e senza mezzi termini, Armand D’Hubert è posato e affascinante uomo del
nord capace anche di adattarsi alle situazioni che cambiano. La loro brillante
carriera militare attraverso tutti i successi napoleonici sino alla tragica
campagna di Russia ed alla caduta dell’Imperatore e alla Restaurazione …ed ad
ogni tappa un nuovo duello! Sino ad arrivare al duello definitivo non con le
romantiche spade, ma alla pistola. Quasi una parafrasi di un mondo diverso e
più utilitaristico e forse banale. Il finale, quasi un lieto tragico fine, vede
il prevalere della praticità sul romanticismo e ci racconta che forse qualcosa
è andato perduto.
Alessio Boni è Armand D’Hubert, e
cura anche la drammaturgia e la regia con Roberto Aldorasi.
Marcello Prayer ci racconta con
molta energia il guascone Gabriel Feraud Insieme a loro Francesco Niccolini che
interpreta vari personaggi funzionali all’opera. La violoncellista Federica
Vecchio accompagna lo spettacolo con un soffuso sottofondo musicale ed
interpreta Adele, prima promessa e poi sposa di Armand D’Hubert.
L’adattamento del romanzo di Joseph
Conrad è di Francesco Meoni. Il maestro d’armi per gli infiniti duelli è Renzo
Musumeci Greco; le musiche sono di Luca D’Alberto, la scena essenziale di Massimo
Troncanetti, i costumi di Francesco Esposito e le luci Giuseppe Filipponio.
Gli spettatori, tanti ed attenti,
hanno tributato grandi applausi a questi attori e a questi personaggi così
attuali e così fuori del tempo.
La stagione di questo spettacolo
continua a.
8-10 marzo
|
Savona
|
Teatro Chiabrera
|
17-18 marzo
|
Livorno
|
Teatro Goldoni
|
22 marzo
|
Cattolica
|
Teatro Della Regina
|
14-17, aprile
|
Ancona
|
Teatro delle Muse
|
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