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mercoledì 30 marzo 2016

al teatro Quirino “La Scuola” di Domenico Starnone con Silvio Orlando

di Attilio A. Romita                                                                   20 marzo 2016
Voglio raccontarvi una esperienza personale prima di parlare dell’attuale messa in scena di “La scuola” che già 24 anni fa proposero Silvio Orlando ed il regista Daniele Lucchetti e che oggi ha ripetuto il successo di allora.

Circa 50 anni fa mi capitò di vedere in un cineclub il celebre “ombre rosse” di John Ford. Dopo alcuni minuti di proiezione mi resi conto che sapevo come scene e inquadrature si sarebbero susseguite e quale sarebbe stata l’evoluzione della storia: per un film ritenuto un capolavoro del genere western non era una bella sensazione. Subito dopo pensai che quella idea di “già visto” era dovuta ad un semplice fatto: “ombre rosse” era il “primo western” al quale si sarebbero rifatti 30 anni di attori, film e registi di centinaia di film western.
“La scuola” di Starnone, Orlando e Lucchetti è stata il prototipo al quale si sono rifatti cinema, teatro e soprattutto televisione per descrivere un mondo nel quale tutto cambia, tutto dovrebbe cambiare, ma essenzialmente resta sempre con gli stessi problemi da risolvere.
Siamo agli scrutini della IVD di una scuola secondaria che si svolgono in palestra perché l’edificio scolastico è un po’ dissestato e la sala professori inagibile. Gli scrutini dovrebbero essere una serena valutazione del lavoro svolto nell’anno scolastico, si trasformano invece  nel confronto di personalità dei professori che va ben oltre le loro capacità culturali e didattiche.
I professori di questa IVD sono i prototipi estremizzati del carattere umano vestito da docente.
Il prof. Cozzolino (Silvio Orlando - Lettere) crede nell’insegnamento, non giudica i suoi alunni ed i suoi colleghi e vorrebbe che anche gli altri avessero lo stesso atteggiamento.
La prof. Baccalauro (Marina Massironi – Ragioneria) professoressa “normale” e moglie incompresa è criticata dai colleghi per una sua non nascosta simpatia per Cozzolino.
Il Preside (Roberto Citran) anche se scarsamente valutato per le sue carenze culturali è il burocrate della situazione che cerca di mediare tra le varie posizioni, sempre nell’ottica di non esporsi troppo.
Il prete prof. Mattozzi (Vittorio Ciorcato - Religione) è una figura grigia tenuta da tutti a distanza per la sua scarsa pulizia.
Il prof. Mortillaro (Roberto Nobile – Francese) è un vecchio professore disilluso e scarsamente considerato da colleghi e studenti ai quali dimostra il suo dispregio qualificandoli come beduini.
Per il prof. Cirrotta (Antonio Petrocelli – impiantistica) la scuola è solo il secondo lavoro. Vorrebbe essere simpatico e spiritoso, ma spesso risulta solo fastidioso.
Alla prof. Allinovi (Maria Laura Rondanini – Storia dell’arte) il compito di professoressa va stretto, vorrebbe dedicarsi maggiormente al suo desiderio di essere al centro di avvenimenti mondani.
Personaggio non presente fisicamente, ma al centro della scena, è Gardini lo studente multi ripetente, ingombrante e mal giudicato da tutti con l’esclusione del prof. Cozzolino che comunque vede in lui anche lati positivi.
 Questi sette personaggi, più uno, sono perfettamente resi dai loro interpreti e per circa due ore avvolgono lo spettatore in una girandola continua di battute che talvolta si fa fatica a seguire e che hanno scatenato frequenti applausi a scena aperta.
La scena volutamente fredda  è di Giancarlo Basili,  le luci sono state disegnate da Pasquale Mari ed i costumi di Maria Rita Barbera.
Come ho detto all’inizio, spesso si ha la sensazione di un deja vu …poi si riflette che questa “Scuola” è l’originale dal quale molte altre scuole hanno tratto spunto.
A fine spettacolo tanti applausi e numerose chiamate per una serata divertente, ma con qualche spunto amaro per una scuola che non è sempre come la vorremmo.

Lo spettacolo ha avuto varie riprese negli ultimi due anni in tutta Italia. Si replica al Quirino di Roma sino al  10 aprile.

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