di Attilio A. Romita 27
marzo 2016
Da molti anni si parla di un sistema
che permetta l’identificazione univoca dei cittadini italiani per permettere un
facile accesso a tutti i servizi che lo Stato mette a disposizioni e per
rispondere a tutte le certificazioni che lo Stato richiede per qualsiasi atto
pubblico.
La diffusione dei sistemi
informatici che possono interagire in rete facilita l’interconnessione dei vari
sistemi che agiscono nelle 1000 ed una pubbliche amministrazioni centrali e
periferiche.
I vari Governi che si sono succeduti
negli ultimi 30 anni hanno provato ad emettere leggi e decreti sull’argomento
che, per comodità, chiamerò SPID – Servizio Pubblico Identità Digitale.
Cosa è sempre successo ai papabili
SPID?
La cronica ignoranza digitale, la
volontà di mantenere piccoli privilegi locali e una predisposizione molto
nostrana al cavillo, alla falsa sicurezza, ad una malintesa privacy sono stati
gli strumenti messi in atto per far fallire qualsiasi idea di SPID.
In soldoni si è difesa la
certificazione dell’identità provata da un cartoncino sgualcito che si può
comprare a peso contro qualsiasi sistema digitale che può essere violato solo
con specializzate tecniche …che non si trovano agli angoli delle strade.
La spinta a scrivere questa nota mi
è venuta dall’ultima newletter (167 del 26marzo2016) di
che suona quasi come un
de profundis per l’ultima SPID che cominciava a muovere i primi passi: metà
degli articoli sono dedicati a demolire SPID e sono scritti da un orda di “Giuristi
informatici” spalleggiati dai Burusauri Reges e dai Defensores Fidei
Democraticae.
·
Luca
Bolognini, Ist. Ita. Privacy dichiara: "Spid, troppi buchi nella privacy. Ecco come
rimediare - Sarebbe urgente che l'Agenzia per l'Italia
digitale e il Garante Privacy stabilissero un piano congiunto di controlli
diversi dalla mera data security, ……” .
Proposta perfetta per far fallire SPID affogandolo in un mare di carte
congiunte e di crocette da mettere a clausole che definire vessatorie è un
eufemismo …se non le accetti non hai il servizio.
·
Luca
Bechelli, Clusit, scrive: “Spid, la
privacy è ok, sono altre le vere incognite - C’è bisogno di superare i temi già
dibattuti per concentrarsi, finalmente, sui reali problemi di sviluppo del
modello. …..molte
delle critiche che, nello specifico, riguardano aspetti che potrebbero essere
facilmente chiariti da un’attenta analisi dei decreti, dei regolamenti e di tutta la documentazione…..”.
Facciamo subito lo SPID, ma
incartiamolo prima in un bel modello definito dopo una attenta analisi di
decreti e regolamenti, cioè tutto rimandata per una infinita attenta dilatoria …inutile
analisi.·
·
Marcella
Atzori, specialista in tecnopolitica, “Da Spid nuove minacce per i diritti
fondamentali - Se lo Stato retrocede, la gestione delle identità
digitali da parte di imprese private rischia di avere un impatto profondo su
cittadinanza, uguaglianza e universalità dei diritti. Per questo la
digitalizzazione deve muoversi in un contesto di maggiore definizione e
protezione dei nostri diritti fondamentali….”
Giusta la preoccupazione per chi dovrà gestire le nostre
identità, ma a me sembra del tutto fuori tema vedere il contrasto pubblico-privato
come unico problema per garantire a tutti un uguale servizio di identificazione.
Il diritto del cittadino è avere una risposta pratica, efficiente, rapida e
sicura nei limiti del normale senso comune e non un assoluto, inarrivabile, farraginoso
processo. Ma il problema principale è che si parla di protezione di diritti
quando oggi la nostra identità è certificata da 8000 apparati di comuni, da
milioni a un centinaio di abitanti, che gestiscono in assoluta indipendenza dei
cartoncini, le carte d’identità. Forse sarebbe giusta una riflessione sulla realtà
della protezione dei diritti fondamentali
·
Andrea
Monti, avvocato, Alcei, “Spid bocciato perché la nostra identità richiede
maggiori garanzie - La sentenza del Consiglio di Stato, che ritiene irragionevole il limite
di 5 milioni di euro per fornire Spid, evidenzia la necessità di una
riflessione preventiva nella progettazione dei sistemi destinati
all'interazione fra amministrazione e cittadini. Un tema presente da decenni,
ma sistematicamente trascurato……”
Questo loda la sentenza come utile
paletto per rivedere tutta la legge che l’autore, forse da un punto di vista
semplicemente giuridico, giudica completamente sbagliata nei modi, nei termini
e nelle prescrizioni.
E’ un perfetto j’accuse alla sistematica incapacità dei legislatori a fare delle leggi che volendo essere perfette ed inattaccabili sono, invece, piene di errori tecnici, giuridici e sono compilate in modo quanto meno contraddittorio.
Forse
non serve aggiungere altro per capire che, nel momento in cui la
sperimentazione dello SPID entra in una fase sperimentale più larga, si sta
scatenando la folla di avvocati che rimestano tra articoli e cavilli per
provocare sentenze, magari contraddittorie, che rendano inutile la legge e le
sperimentazioni e blocchino tutto. Allo stesso tempo illuminate realtà
regionali, nell’ottica di una malintesa indipendenza, attueranno provvedimenti
parziali ed ovviamente differenti da regione e regione.
In
tutto questo bailamme di diritti fondamentali e privacy violata il cittadino
comune continuerà a viaggiare in cerca di certificazioni sparse sul territorio
e non collegate perché sono troppi quelli che …vogliono difendere i suoi
diritti.
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