Attilio A. Romita 25
aprile 2016
Lo spunto a riflettere mi viene da un articolo di Paolino
Madotto su Agenda Digitale che esamina in dettaglio e con esattezza come l’identificazione
per mezzo dello SPID è solo “una serratura di cartone” neppur bene simulata.
Credo che subito dopo Adamo, Eva, Caino e Abele, cioè da
quando siamo stati più di 4 su questa terra, si sia posto il problema di sapere
esattamente chi sono IO.
Forse neppure basta un “forziere blindato elettronico
portatile” con impronte digitali, scansione dell’iride, analisi del DNA, a
parte l’ingombro, che permette una analisi del sangue e del DNA immediata ed un
confronto con quanto registrato nell’Archivio Nazionale delle Identità collocato
…a Fort Knox. Qualcuno potrebbe intercettare la connessione e il gioco è fatto!!!
Attualmente nel 90% dei casi ci fidiamo di un cartoncino,
spesso malconcio, definito Carta di Identità che viene rilasciato da circa 8000
comuni italiani. A parte un centinaio di comuni con circa 200 abitanti che si
conoscono tra di loro, l’identificazione da parte dell’ufficio comunale è …fatta
sulla fiducia in un paio di persone identificate dal solito cartoncino
malconcio e che dicono di conoscere il nuovo venuto. In pratica bastano due persone
“identificate e scorrette” per scatenare una serie di falsi che aumenta
rapidamente ….2,4,8,16,32,64, 128,256,512 e con altri 10 passi supera il milione.
Sono tutte vere le considerazioni Madotto sulla facilità di
avere una identità certificata SPID falsa ...esattamente come avere una
identità cartacea falsa!
Scusate la mia presunzione di onestà, IO, come credo molti
miei concittadini onesti, vorremmo avere un sistema sicuro e blindato, ma non
credo alcuno abbia la ricetta.
Come si esce da questo labirinto di vicoli che impediscono
al cittadino normale di arrivare a documentare facilmente il fatto che: IO sono
proprio IO?
Lo SPID attuale è un
buon inizio di soluzione. Forse è un po’ da migliorare la tecnica di
identificazione iniziale. Per es. se si è una persona abbastanza onesta le
proprie impronte digitali non sono in alcun archivio dell’Autorità Giudiziaria …con
le tecniche fotografiche digitali a disposizione è possibile fare un rapido
controllo e, anche in assenza di certificazione, c’è la presunzione fondata di
onestà e che quindi il presentatore sono proprio IO. Riconosco che non è una
certezza giuridica, ma statisticamente è valida.
La sicurezza maggiore si può ottenere con la certezza della
pena: se ti becco a certificarti falsamente, vai direttamente in galera e butto
la chiave! …è un desiderio utopico di un giustizialista e Cesare Beccaria non
sarebbe d’accordo? Forse, ma a mali estremi, estremi rimedi. Ovviamente,
insieme ai falsificatori, devono essere resi muti tutti i critici dello SPID
che con i loro scritti insegnano tutti i trucchi per certificare che il
Truffatore sono IO e non LUI.
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