di Attilio A. Romita 16 giugno
2016
Ieri alla Camera dei Deputati è stata approvata l’istituzione della
Commissione d’inchiesta sulla digitalizzazione nella Pubblica Amministrazione
il cui compito principale dovrebbe essere la verifica che il processo di
digitalizzazione proceda in modo legale e corretto.
Dichiaro subito che sono contrario a questa commissione perché, come ho
sinteticamente scritto in un twitter, “e ora aspetteremo 3023 perchè qualcosa cambi nella PA, Burusauri Reges
aspetteranno immobili x non rischiare”.
Provo a spiegare il perché di questa mia convinzione che il perverso
processo che questa iniziativa rischia di innescare e non dipende assolutamente
da una mia sfiducia nei nostri rappresentanti.
Dal 1992 ad oggi sono state emanate cinque Leggi per l’Amministrazione
Digitale con nome diverso e da Governi di diversa origine politica,. La prima
porta il nome di Bassanini nel 1992, l’ultimo CAD è di quest’anno. Questi
codici sono praticamente tutti uguali e tutti solo in piccolissima parte
applicati praticamente. E sia ben chiaro che questa non-applicazione non è
legata a problemi o errori tecnologici e, quasi mai, a problemi finanziari. La
mia idea fissa, e per ora nessuno mi ha convinto del contrario, è che le consuetudini
burocratiche sono state sempre il principale ostacolo al cambiamento. Con approssimazione
giornalistica ho creato la figura del Burusaurus Rex che assomma tutte le
peggiori qualità di “qualche” responsabile della PA che sopravvive cibandosi di
“bollo tondi, circolari e codicilli” perché, gattopardescamente “tutto cambi
per non cambiare nulla”.
Il cambiamento talvolta comporta delle scelte e quindi l’assunzione di
responsabilità, perché allora decidere di cambiare se è sufficiente ritardare
all’infinito in attesa di regolamenti d’attuazione seguiti da circolari
esplicative, giudizi in corso presso la Corte dei Conti o presso i Tribunali
Amministrativi?
Da un punto di vista burocratico forse tutto giusto, da un punto di vista
pratico un immobilismo assoluto giustificato: sarebbe offensivo prendere una
decisione mentre un Organo Giudicante sta operando?
Secondo me con questa nuova legge si aggiunge un fattore di ritardo a
qualsiasi decisione. Il Burusaurus Rex, dalle Alpi al Lilibeo, sarà felicissimo:
avrà una ulteriore ragione per rimandare tutto …alle calende greche o meglio a quando
avrà maturato la sua giusta pensione ed un nuovo Burusaurus diventerà Rex.
La nuova commissione è un altro pezzo di pavimentazione dell’inferno
delle buone intenzioni e visto che è un organo politico, e lo dico con il
massimo rispetto, tenderà ad applicare ragionamenti politici legati ai partiti
d’origine dei suoi componenti (il famoso Manuale Cencielli). Inoltre, per
assumere decisioni corrette, avrà necessità di audizioni, relazioni,
discussioni e di tutti gli strumenti giusti previsti da leggi, regolamenti e
consuetudini. E queste decisioni potranno dare origine a giusti deferimenti all’Autorità
Giudiziaria che inizierà giusti processi. Poi da queste decisioni potrebbero
scaturire nuove proposte di legge da inserire nel lungo iter parlamentare. Nel
frattempo tutti i Burusauri Reges resteranno fermi: non è ammissibile prendere
una decisione se un importante organo parlamentare sta esaminando una
questione!
Come si esce da questo pasticcio?
Non ho soluzioni miracolistiche …solo un suggerimento. Da vari anni
esiste nel nostro Parlamento un Intergruppo Parlamentare trasversale per l’Innovazione:
sono parlamentari con conoscenze specialistiche che possono fornire consulenze,
suggerimenti e raccomandazioni per un utile e corretto processo innovativo. E’
un gruppo che non ha poteri giudicanti o legislativi, ma, proprio perché formato
da competenti, può fornire suggerimenti sia agli Organi Giudiziari che per la
formazione di leggi. Un vantaggio di questa soluzione è che nessun Burusaurus
Rex potrà dire che non prende una decisione in attesa che ….il Gruppo
Interparlamentare prenda una decisione.
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