di Attilio
A. Romita 1
febbraio 2017
Il racconto dello spettatore degli spettacoli
del Teatro Quirino si è interrotto per circa un mese perché l’autore, Io, ha avuto
bisogno della revisione profonda di un ginocchio. Ora riprendiamo le buone abitudini
con questo spettacolo che ha avuto ieri il suo debutto e tanti applausi.
Charlie Chaplin ha realizzato Luci della
Ribalta ne 1952 e sembra con questa opera voler quasi chiudere l’esperienza del
personaggio Charlot e lo fa narrando la storia di un comico che non riesce più a
far ridere.
“Luci della Ribalta” narra, nella Londra del 1914, la storia
di Calvero, un tempo famoso e acclamato clown, ma ormai alcolista
cronico, che salva la giovane ballerina Terry da un tentativo di suicidio. La ragazza,
rimasta orfana da bambina, è colpita da una paralisi nervosa quando scopre che sua
sorella è stata spinta a prostituirsi per aiutarla a studiare danza. Grazie agli
incoraggiamenti che riceve da Calvero, di fatto trasformatosi nel suo mèntore, Terry
riprende coscienza delle sue possibilità, riacquisisce autostima e può così ritornare
con successo al suo lavoro di ballerina. Terry si innamora sinceramente di
Calvero e vuole sposarlo, ma Calvero sa di essere troppo vecchio e, per lasciar
libera Terry, va via dalla propria abitazione per prodursi come artista di strada.
Tornata al successo pieno Terry ha uno spettacolo tutto suo, ritrova Calvero e,
con la compiacenza dell’impresario e degli altri componenti lo spettacolo, per
lui organizza un suo ritorno sulle scene. Calvero si presenta sul palco insieme
alla sua vecchia spalla e i due vecchi partner entusiasmano il pubblico. Ma
questo sforzo e queste emozioni sono il colpo finale per il cuore del vecchio
clown che chiude felice la sua vita.
A causa delle differenti tecniche e strumenti
rappresentativi tra cinema e teatro, non era impresa semplice trasportare sulla
scena teatrale l’originale cinematografico che molti di noi hanno ancora ben chiaro
nel ricordo. Antonio Salines e Marianella Bargilli -gli interpreti- e Giuseppe
Emiliani,-il regista- con l’aiuto di Eleonora Zacchi – che ha curato l’adattamento
teatrale-, Federico Cautero per le scene, Chiara Aversano per i costumi e
Roberto Fia per le musiche sono riusciti a riportare con successo le “Luci
della Ribalta” di Chaplin sul loro luogo naturale: il Teatro.
Una scena molto semplice rappresenta di volta in volta un
sottoscala, la strada ed un palcoscenico. Con l’aiuto di luci e proiezioni si
passa da una fredda realtà a visioni oniriche ed a spaccati di una Londra
antica e brumosa. Molto intensa la sequenza, realizzata solo con luci e
proiezioni, in cui il vecchio clown prova a bussare a varie porte che gli si chiudono
inesorabilmente davanti.
Antonio Salines è un Cravero
realistico, stanco per la perdita del successo personale, ma combattente ricco
di umanità quando decide di far rinascere in Terry la voglia di vivere e
danzare. E Marianella Bargilli ci racconta perfettamente la parabola della sua
vita, cioè la riconquista della danza come parafrasi della sua vita e, in
questo spettacolo, oltre le sue ben note doti di attrice dimostra anche le sue
doti di ballerina classica.
Alla fine dello spettacolo non
vengono in mente confronti con il film originale …è soltanto una stessa storia
raccontata, con successo, in due modi e con strumenti diversi. Ed il lungo,
convinto ed intenso applauso ne sono la conferma.
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