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mercoledì 29 marzo 2017

Al teatro Quirino “erano tutti miei figli” di A. Miller con M.Rigillo e A.T.Rossini

di Attilio A. Romita                                                              28 marzo 2017
Ieri sera al Teatro Quirino Arthur Miller, con il dramma “Erano tutti miei figli” ci ha raccontato quello che potrei definire un “incubo americano”, cioè la visione negativa del “sogno americano”: una fortuna partita dal nulla e rovinata da una cattiva condotta.
Episodi della seconda guerra mondiale (1939-1945) sono stati oggetto di molti film, tragedie e commedie. In questa opera di Arthur Miller i fatti che si sono svolti in tempo di guerra sono lo sfondo e la causa della tragedia che si svolge al presente.

L’antefatto. Joe Keller ed il suo socio Steve hanno iniziato insieme una fortunata carriera industriale come fornitori di materiale bellico all’aviazione americana. Per uno sfortunato errore tecnico una partita di pezzi di ricambio nata difettosa viene comunque fornita e montata su un gruppo di aerei i cui motori si rompono e ventuno piloti muoiono. Joe Keller viene accusato, ma scarica tutta la colpa sul socio che, in sua assenza per una presunta malattia, ha agito a sua insaputa e spedito il materiale difettoso: così Joe è salvo e Steve finisce in galera. Anche il figlio di Joe Keller è pilota e muore nel corso di una azione nella stessa guerra.
La scena è ora al presente nella villa che ospita l’attuale ricco magnate Keller circondato da familiari ed amici reverenti. Su Joe Keller, il figlio Christofer e soprattutto sulla moglie Kate pesa una seconda inaccettata tragedia: la morte in guerra del primogenito Larry. La presenza di Ann, ex fidanzata di Larry e figlia dello ex socio di Joe, è quasi il fattore scatenante dello sviluppo della tragedia, infatti è ora amata da Chris e vorrebbe sposarlo, ma Kate si oppone perché questa unione le appare come il suggello della morte del figlio Larry. Dallo scontro tra le posizioni dei vari personaggi emerge pian piano la verità su i fatti avvenuti anni prima: Larry si è ucciso perché a conoscenza della malefatta del padre; Joe si rende conto delle sue colpe e si uccide; Kate è costretta ad accettare la realtà della sua famiglia distrutta.
Mariano Rigillo è Joe Keller inizialmente felice del suo ruolo di magnate vincente e poi, sino alla tragica conclusione, sempre più cosciente delle sue colpe.
Anna Teresa Rossini è Kate, una sempre presente organizzatrice della vita della famiglia e contemporaneamente madre dolente che non vuole perdere la speranza di rivedere suo figlio Larry.
Ruben Rigillo, Chris, e Silvia Siravo, Anna, con la loro intenzione di sposarsi sono la causa attuale dello stravolgimento della “normale” nuova vita della famiglia Keller.
Giorgio Musumeci, George fratello di Ann, indagando a fondo su gli antichi fatti, riesce a far emergere la verità che per tanti anni era stata celata.
Filippo Brazzaventre, Barbara Gallo, Enzo Gambino e Liliana Lo Furno disegnano la corte del magnate Keller.
La regia è di Giuseppe Di Pasquale, le scene di Antonio Fiorentino e i costumi di Silvia Polidori. Masolino D’Amico ha curato la traduzione del testo.
Dal punto di vista puramente letterario Arthur Miller sviluppa le azioni con particolare bravura evitando il rischio di trasformare la psicologia della tragedia in drammone di terza categoria.
Dal punto di vista dello spettacolo “Erano tutti miei figli” è un’opera non facile da rappresentare e Rigillo con Anna Teresa Rossini e tutti gli altri interpreti hanno toni sempre commisurati con la tragedia e con i personaggi che rappresentano.

Sono state due ore di spettacolo che hanno tenuto sempre desto l’interesse degli spettatori e che si sono concluse con un lungo, partecipato e convinto applauso a tutta la compagnia.

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