di Attilio A. Romita 4
maggio 2017
Questa nota è dedicata al Ministro delle Finanze,
all’Agenzia delle Entrate e a tutti quelli che parlano di innovazione digitale
della PA che invece è restata all’epoca di Checco e Nina buonanime.
Da un paio di anni la PA fa gran battage pubblicitario ad
uno strumento fiscale messo in atto per facilitare la vita a qualche milione di
contribuenti banali e senza grandi proprietà: parlo del famoso “730
precompilato” che potrebbe permettere ai normali cittadini una semplificazione
per l’adempimento degli obblighi fiscali.
Per esemplificare Vi racconto la mia storia personale di
pensionato senza particolari proprietà e con qualche acciacco che richiede la
detrazione per spese sanitarie.
Il 3 di maggio l’Agenzia delle Entrate ha messo a
disposizione il 730 precompilato che io mi sono affrettato a controllare: era
perfetto e, tra l’altro, elencava perfettamente tutte le spese mediche fatte
con tanto di evidenza di chi aveva emesso una fattura medica o della farmacia
che, avendo incassato il corrispettivo dei medicinali, aveva registrato, emesso
e comunicato lo scontrino.
Con il mio bel 730 precompilato mi sono recato ad un CAF e
con mia sorpresa l’incaricato mi ha chiesto i giustificativi delle spese
mediche perché il fatto che queste fossero registrate da un ente pubblico non
le validava a sufficienza. Al momento non avevo con me alcuna documentazione e,
d’altra parte, la questione non poteva essere risolto tra loro e me.
Cercando in rete ho trovato un articolo del Sole 24 Ore che
confermava quanto il CAF chiedeva: “Caccia agli scontrini per il 730” e la mia rabbia è aumentata...ovviamente nei riguardi della nostra PA che non cambia mai.
Provo a raccontarvi il mio ragionamento e
vorrei che qualcuno dei Soloni Fiscali mi dimostrasse che è errato …ovviamente
su basi logiche e non burocratiche. Per evitare banali errate identificazioni
userò il termine PA per tutti gli Enti, locali o centrali, che curano i
processi burocratico amministrativi.
Partiamo da 2 definizioni base
Partiamo da 2 definizioni base
- Per ogni spesa relativa ad intervento medico, il professionista emette una fattura che comunica alla PA ed i dati sono registrati come entrate per il professionista e come uscite per il cittadino ed ambedue sono identificati con il codice fiscale.
- Per ogni spesa farmaceutica il processo è simile e, nel caso di SSN la certificazione è multipla: emissione della ricetta da parte di un professionista ed emissione finale dello scontrino da parte del farmacista.
In tutti i casi, trattandosi di uscite per il
cittadino, non esiste alcun interesse a registrare un codice fiscale diverso
dal vero e la registrazione dello scontrino certifica che non esistono
trasferimenti di denaro in nero.
Di tutto questo ingarbugliamento cartaceo non esiste logica
reale neppure sulla base del “cui prodest” che potrebbe non giustificare, ma
chiarirne alcuni aspetti.
Purtroppo la sola conclusione per questa
sfiducia è che la PA ha non solo nei riguardi del cittadino, ma anche nei
riguardi dei vari organi che la costituiscono.
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