di Attilio A. Romita 2
maggio 2017
William Shakespeare ha scritto circa 500 anni fa la tragedia
“Romeo e Giulietta” e in questi 5 secoli non è possibile contare in quante
versioni più o meno aderenti all’originale sono state messo in scena. Negli ultimi
100 anni la tragica storia dei due innamorati di Verona è stata raccontata in poco meno di 40 film.
La vicenda di Fabrizio Monteverde,
che ha curato l’attuale messa in scena in forma di balletto, sposta la tragedia in un paese italiano
mediterraneo dove tradizionalmente le passioni sono guidate da sentimenti estremi
di odio e di amore.
Una scena volutamente
scarna ed essenziale fa da sfondo all’azione dei ballerini con abiti vagamente
attuali che fanno riferimento alla ambientazione che il coreografo ha
immaginato.
La storia, ben nota, narra
il grande amore di due giovani che li condurrà ad una tragica fine perché
contrastato dalle liti delle rispettive famiglie.
Tutta l’azione è un susseguirsi di scontri scenici che ben
accoppiano le musiche di Prokofiev con coreografie di ballo modernamente
interpretate con simulazioni che alternano corali scontri e duelli ad effusioni
amorose dei due giovani amanti.
Un nutrito gruppo di bravi artisti interpreta e racconta la
storia e con il ballo riesce a raccontarcene le varie fasi.
Monteverde è il coreografo e scenografo dello spettacolo ed
è stato coadiuvato da Emanuele De Maria per il progetto ed il disegno
delle luci.
In questa stagione teatrale ho sperimentato due volte il
racconto di una storia in forma di balletto, la prima volta classicamente con
il Moscow State Ballet che ha presentato “La
bella addormentata” e ieri con “Giulietta e Romeo” raccontato in forma più
moderna. Non ho gli strumenti e le conoscenze per semplicemente accennare un
confronto “tecnico”, da spettatore “ignorante” mi piace evidenziare che sia
l’interpretazione classica che quella moderna riescono a coinvolgere in egual
modo lo spettatore e che con i soli movimenti di danza sono in grado di
raccontare una storia.
Molti applausi a scena aperta hanno sottolineato momenti
particolari della storia. A fine spettacolo tanti applausi e tante chiamate
hanno giustamente sottolineato il gradimento del pubblico per questo
spettacolo.
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