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mercoledì 8 novembre 2017

al teatro Quirino “MASCHERE – La giara e la Patente” di Pirandello con Enrico Guarneri.

di Attilio A. Romita                                                               7 novembre 2017


Una particolare messa in scena dei due atti unici di Pirandello che, inseriti in una sola rappresentazione, sono state le due maschere del titolo.
Per definire questo spettacolo mi piace spregiudicatamente inventare questa definizione: “da sei personaggi in cerca d’autore a tre attori in cerca di personaggi”.
La cornice delle due commedie è una desolata ex-ricca villa di campagna dove una “comune“ di disgraziati vive sotto la guida di un personaggio visionario, attore, filosofo e poeta.

Alla “villa” arrivano tre attori in disgrazia con il più sgangherato Carro di Tespi che si possa immaginare. Le condizioni al contorno ci sono tutte perché le commedie di cui al titolo abbiano inizio.
Rosario Chiarchiaro, che tutti i concittadini reputano grandissimo jettatore, vorrebbe avere ufficiale riconoscimento, la patente, della sua perversa attitudine per trarre giusto risarcimento dalla sua non-azione verso gli altri. Il giudice chiamato a decidere, giustamente, non ritiene opportuno concedere questa patente e attira l’attenzione tragica e malefica di Rosario che, uscendo di scena, annota: “…e non avevo neppure la patente!”.
Don Lolò, uomo ricco ossessionato da voglia di potere e grande diffidenza verso tutti, ha un concetto estremo della legge che vorrebbe vedere sempre a suo favore e ha sempre in tasca una copia del codice civile regalatogli dal suo avvocato per avere un po’ di pace dalle ossessioni legali del suo assistito. Zi Dima è un “concia conche” che presta la sua opera quando orci di terracotta grandi e piccoli devono essere riparati. Lo scontro inevitabile si ha quando la grande conca, la giara, di don Lolò ha bisogno di essere aggiustata e Zi Dima, invece di seguire la sua esperienza, segue le insistenti indicazioni di don Lolò e, dopo la riparazione, resta imprigionato nella giara. Il finale è inevitabile e Zi Dima, uscendo di scena, mormora come una morale della storia: “prima bastavano 10 soldi per aggiustare un pezzo solo, ora i pezzi sono cinque e ci vorranno 50 soldi”.
Enrico Guarneri è il protagonista assoluto nei panni di Zi Dima, di Rosario Chiarchiaro e della “guida della comune.
Rosario Minardi, Vincenzo Volo, Rosario Marco Amato, Nadia De Luca, Turi Giordano, Mario Opinato, Pietro Barbaro, Francesca Annunziata, Giovanni Fontanarosa si alternano nei vari personaggi che compongono la rappresentazione.
La regia è di Guglielmo Ferro. La consulenza musicale Massimiliano Pace, i costumi di Dora Argento e la scenografia di Salvo Manciagli.
Lo spettacolo si replica al Teatro Quirino sino al 19 novembre.
Una serata piacevole e divertente impreziosita da un testo famoso e da un grande attore.
A fine spettacolo spettatori soddisfatti e tanti applausi.

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