di Attilio A. Romita 9
gennaio 2018
Nove poveri negretti fino a notte alta vegliar: uno cadde addormentato,
otto soli ne restar.
Otto poveri negretti se ne vanno a passeggiar: uno, ahimè, è rimasto indietro,
solo sette ne restar.
Sette poveri negretti legna andarono a spaccar: un di lor s’infranse a
mezzo, e sei soli ne restar.
I sei poveri negretti giocan con un alvear: da una vespa uno fu punto,
solo cinque ne restar.
Cinque poveri negretti un giudizio
han da sbrigar: un lo ferma il tribunale, quattro soli ne restar.
Quattro poveri negretti salpan
verso l’alto
mar; uno un granchio se lo prende, e tre soli ne restar.
mar; uno un granchio se lo prende, e tre soli ne restar.
I tre poveri negretti allo zoo
vollero andar: uno l’orso ne abbrancò, e due soli ne restar.
I due poveri negretti stanno al sole per un pò: un si fuse come cera e
uno solo ne restò.
Solo, il povero negretto in un bosco se ne andò: ad un pino s’ impiccò e
nessuno ne restò”.
Cinquanta anni fa ho letto la prima volta questo romanzo “giallo” di
Agatha Christie e questa poesia infantile che vi riporto nella forma originale
con i “negretti” che sono diventati “indiani” per una forma di politically
correct e con buona pace dei nativi americani ed indiani. Da allora questa
ossessiva tiritera mi torna in mente in occasione di riunioni pubbliche o
private quando l’uditorio pian piano si assottiglia.
Il racconto è uno dei primi della indiscussa Signora del Giallo, Mrs.
Agatha Christie e, oltre alle edizioni cinematografiche ed alle tante messe in
scena teatrali, ha dato molte idee a tanti romanzieri gialli …e non voglio
andare oltre per non rovinare il finale a chi non lo conosce o non lo ricorda.
Un misterioso ricco signore invita un gruppo molto assortito di personaggi
per un fine settimana su una piccola ed mal collegata isola del Mar del Nord. L’iniziale
atmosfera piacevole si trasforma di colpo in paura quando una voce misteriosa rivela
i misfatti che ciascun partecipante ha commesso e li sottolinea con la
inquietante tiritera.
E’ l’inizio dell’incubo e delle morti misteriose …e poi non rimase
nessuno. Qualsiasi altro particolare vi rovinerebbe la sorpresa finale.
Scene
e costumi costruiscono un ambiente “ricco moderno” degli anni ’30 del secolo
scorso e ben si adattano al clima non solo meteorologico dell’opera. E in
questa scenografia, al ritmo della tiritera falsamente infantile, si susseguono
i delitti sino alla …spiegazione finale.
I destinatari del tragico gioco sono, in
ordine di apparizione: Sig.ra Rogers (Giulia Morgani), Sig. Rogers (Tommaso Minniti), Vera Claytorn (Caterina Misasi), Cpt. Lombard (Pietro Bontempo), Antony Marston (Leonardo Sbragia), Blore (Mattia Sbragia), Emily Brent (Ivana Monti), Giudice Wargrave (Luciano Virgilio), Generale McKenzie (Alarico Salaroli) e Dott. Armstrong (Carlo Simoni).
La traduzione
è di Edoardo Erba e il progetto artistico di Gianluca Ramazzotti con Ricard
Reguant. Le scene sono di Alessandro Chiti e i costumi di Adele Bargilli. Le luci
sono di Stefano Lattavo. La direzione tecnica è di Stefano Orsini e la regia di
RICARD REGUANT.
Molti
applausi a fine spettacolo e commenti positivi all’intreccio giallo della trama
che ha tenuta desta la curiosità degli spettatori quando “ …e non rimase
nessuno” e si scopre l’assassino.
Nessun commento:
Posta un commento