di Attilio A. Romita 21
febbraio 2018
Adriana Asti è sulle scene dal 1951. Il plurale è adeguato
perché da oltre 65 anni ha lavorato per il teatro, il cinema e la televisione
con i maggiori registi di tutto il mondo e che ricorda in questo spettacolo che
è insieme narrazione della sua vita e citazione di cavalli di battaglia sempre
raccontati con lucida e partecipata recitazione.
Per questo racconto sceneggiato, forse per civetteria
d’artista, Adriana Asti finge ritrosia a presentarsi sulla scena e la storia è
presentato da un suo alter ego, la segretaria di una vita, interpretata sempre
dall’attrice.
E’ difficile citare i nomi di tutti i registi per i quali ha
lavorato e, scusandomi per qualche mia dimenticanza, è giusto citare Giorgio Strehler,
Luchino Visconti, Pier Paolo Pasolini, Bernardo Bertolucci, Vittorio De Sica, Luis
Buñuel, Tinto Brass, Mario Landi e Sandro Bolchi. Di ognuno Adriana Asti ha
raccontato un episodio, una frase, un complimento ed un commento che ha evidenziato
con la simpatia e l’ironia che la hanno sempre accompagnata. Per esempio, commentando
il suo periodo di “recitazione nuda”, ha detto che è stato il suo momento
d’attrice più felice perchè non aveva paura o problemi di errori visto che gli
spettatori “distratti dal suo corpo” non avrebbero fatto caso a imprecisioni
recitative.
Molti sono stati gli applausi a scena aperta per le citazioni ed il
ricordo puntuale di momenti particolarmente coinvolgenti dei tanti suoi lavori
di attrice.
Per collaborare alla finta “non messa in scena della vita di Adriana
Asti” hanno partecipato Giuseppe Di Benedetto, al pianoforte, Pietro Micci, il direttore di scena, Andrea Narsi, un informatissimo ammiratore, Paolo Roda, il
tecnico e Antonella Fuiano,
la sarta.
Lo spettacolo è
nato di una idea di Adriana Asti e Andrée
Ruth Shammah che ha curato anche adattamento teatrale e regia del libro “Ricordare e dimenticare, conversazione tra Adriana
Asti e René De Ceccatty”.
Per la messa in scena hanno partecipato: Federica Di Rosa, per la drammaturgia, Gian Maurizio Fercioni, per le scene
e i costumi, Alessandro Nidi, per le musiche e Domenico Ferrari per le luci.
Al termine dello spettacolo tanti applausi e ripetute
chiamate. All’uscita ho sentito tante citazioni da parte di spettatrici e
spettatori che ricordavano le più varie ed importanti performance di Adriana Asti e si felicitavano di vederla sempre
molto in forma e felice di raccontarsi sul palcoscenico.
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