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di Attilio A. Romita 5
dicembre 2018
Il grande successo che questo
spettacolo ha riscosso nella passata stagione è stata ragione più che buona per
riproporlo quest’anno.
Nelle sue note il regista, tra
l’altro dichiara: “Sorelle Materassi? Una commedia, una
tragedia, un grottesco, un vaudeville, una farsa? L'esercizio non è ozioso,
perché l'inserimento …… in un genere, ti indica una strada” e questa opera di Palazzeschi, mutuando
il suggerimento del regista, è una piazza, ora assolata ora triste, dalla quale
si irradiano mille strade che le protagoniste percorrono con passo sicuro e
leggero.
Lo spettacolo
è infatti la storia di una tragedia familiare che con toni talvolta di farsa
narra l’amore smisurato di due anziane zie per un nipote che usa questo
sentimento per trasformare la loro quieta ed agiata vita in fallimento
economico. E come avevano fatto quando il loro padre aveva ridotto sul lastrico
la famiglia, si rimettono quietamente al loro lavoro di ricostruzione senza
minimamente odiare chi le aveva bassamente imbrogliate. E tutto questo è
narrato con toni che spesso fanno dimenticare la tragedia che si sta svolgendo.
Alle due zie
innamorate ed imbrogliate fanno da contraltare una terza sorella che, avendo
avuto negative esperienze di vita, tenta di metterle sull’avviso e prova a
difenderle dalla “invadenza” truffaldina del nipote. Completa il quadro la fedele Niobe, la tuttofare di famiglia, che anche lei “innamorata”
del giovane, ma guidata da antica saggezza contadina, le aiuta a recuperare
nuova clientela per il loro lavoro di fini ricamatrici.
Una tragedia con un lieto fine è
quasi una contraddizione in termini, ma Palazzeschi è capace anche di questo:
il nipote si sposa con la ricca americana e va via; alle zie credulone,
felicemente infelici, non resta che commentare fotografie che cancellano i
cattivi ricordi.
Lucia
POLI, Milena VUKOTIC e Marilù PRATI sono le brave interpreti di Teresa,
Carolina e Giselda le “sorelle Materassi”.
Insieme a loro Gabriele
Anagni, il nipote Remo, Sandra Garuglieri, la cuoca Niobe, Gian Luca Mandarini,
il tuttofare di famiglia Palle, e Roberta Lucca, Peggy la moglie americana.
Geppy GLEIJESES ha curato la regia ed ha saputo mantenere lo spettacolo
in equilibrio tra la tragedia e la farsa.
La scena
volutamente scarna e funzionale è di Roberto
Crea. I costumi curati e con qualche eccesso sempre aderente allo spirito di
Palazzeschi sono di Ilaria Salgarella, Clara Gonzalez e Liz Ccahua coordinate
da Andrea Viotti (Accademia Costume&Moda, Roma - 1964).
Le luci sono di Gigi Ascione e le
musiche di Mario Incudine.
Tanti applausi hanno
sottolineato alcune situazioni particolari e, a fine spettacolo, gratificano gli artisti tutti per una prova
che suscita sentimenti diversi: una dimostrazione di grande bravura artistica
delle protagoniste e degli altri interpreti.. All’uscita di questo spettacolo, lo
scorso anno, mi era restato un po di amaro in bocca. Quest’anno lo spettacolo
mi ha divertito e con me molti altri spettatori che lo hanno salutato con
lunghi applausi.
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