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mercoledì 5 febbraio 2020

Al Teatro Quirino: “LIOLA’” di L. Pirandello con Giulio. Corso ed Enrico Guarneri

di Attilio A. Romita                                                           5 febbraio 2020

Questa opera letteraria di Luigi Pirandello è di solito definita commedia, ma è molto di più come accade per tutte le storie di amore, gelosia, passione e tradimento che si svolgono in una terra satura di grandi coinvolgimenti umani.
L’autore colloca la storia, in un periodo imprecisato del secolo scorso, in un borgo marinaro della Sicilia dove la piazza è il centro di tutti gli avvenimenti.

Il racconto dei fatti è difficile perché si rischia di banalizzarli e farli diventare poco più di un fotoromanzo …corro il rischio.
Zio Simone è un anziano e ricco possidente che ha la disgrazia di non avere figli malgrado due matrimoni. Zia Croce briga per mettere le mani su l’eredità di Zio Simone. Liolà, un giovane “sciupafemmine” che semina figli dei quali si prende sempre cura, si innamora di Tuzza, figlia di Zia Croce, che però lo rifiuta dopo una rapida relazione come sono tutte quelle con Liolà.
A questo punto parte il primo imbroglio: Zio Simone è convinto a riconoscere il figlio di Truzza a patto che si sappia che il figlio è suo.
Liolà, innamorato tradito, trama una vendetta per punire Truzza che lo ha rifiutato. Convince Mita, fedele giovane moglie di Zio Simone, a tradirlo con lo scopo di avere un figlio che apparirebbe come vero figlio dell’anziano marito. Con un colpo solo la moglie e l’innamorato rifiutato mettono a segno la loro vendetta. Sembrerebbe un lieto fine, ma Truzza “non ci stà” e, in un ultimo abbraccio mortale, vendica la sua passione tradita.
La commedia era stata scritta in siciliano e poi tradotta in italiano; in questa versione i giovani parlano quasi in italiano e gli anziani quasi in siciliano. Questa scelta registica aiuta la comprensione degli spettatori che, anche se adusi al commissario Montalbano, riescono meglio a seguire i protagonisti coinvolti in una specie di commedia musicale che nulla toglie al valore dell’opera.
Giulio Corso – attore, cantante e ballerino - è un Liolà a tutto tondo: di volta in volta amante tenero e poi vendicativo quando si sente tradito, ma sempre felice gaudente.
Enrico Guarneri è zio Simone nei cui panni si trova perfettamente. Un uomo che ha avuto successo nella vita, ma che ha il forte cruccio di non poter lasciare ad un figlio la sua “roba” faticosamente accumulata e, per difenderla, capace di accettare le trame di una avida quasi parente.
Anna Malvica è Zia Croce e in questo personaggio esprime tutta la sua lunga esperienza di attrice maturata recitando in tragedie, commedie e musical.
Insieme a loro, di volta in volta “coro greco” e comprimari ci sono: Nadia Perciabosco nel ruolo di Zia Ninfa e poi Roberta Giarrusso (Tuzza), Alessandra Ferrara (Mita), Margherita Patti (Zia Gesa), Alessandra Falci (La Moscardina). Sara Baccarini (Luzza), Giorgia Ferrara (Ciuzza) e Federica Breci (Nela).
Le scene e costumi sono di Carlo De Marino e le musiche di Mario D'Alessandro e Roberto Procaccini
Francesco Bellomo è il regista di questa messa in scena, come ho detto, diversa dal solito perché alla commedia recitata si accompagnano canzoni e balletti che ben si adeguano alla trama ed alla localizzazione del testo.
Tanti applausi a scena aperta ed un lunghissimo appaluso finale di un pubblico divertito e piacevolmente sorpreso che in gran numero era presente in teatro.

  

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