di Attilio A. Romita 2
giugno 2020
Oggi Festa della Repubblica mi sono venute in mente alcune
riflessioni geopolitiche riguardo la importanza che questa entità, che
chiamiamo Europa, ha avuto nei corsi e ricorsi storici di una parte del mondo e
che per molti secoli ha dominato e che ora ne è una componente che vorremmo fosse
più importante.
Destino simile, in ambito europeo, è l’importanza
dell’Italia e, parafrasando un celebre cantautore, vorremmo ancora fosse “centro di gravità permanente”.
All’inizio, circa 20 secoli fa, c’era l’Impero Romano ed al
suo centro Roma. Le legioni romane avevano conquistato una area geografica
estesa più o meno quanto l’Unione Europea e …c’era anche l’Inghilterra.
Questa conquista fu sicuramente un passo avanti per il mondo
di allora perché, come dice il mio amico Flavio nelle sue Storie, significò “la unificazione in una nazione delle varie tribù; la
lingua, invece dei dialetti celtici talora incomprensibili tra loro; il diritto
più avanzato dell’epoca invece delle ordalie e dei giudizi tribali; la
scrittura, riservata ai sacerdoti druidi ed a pochissimi altri per mantenere il
potere; le città in pianura invece degli oppida in montagna, le strade, gli
acquedotti….!
E non è solo un ricordo italiano perché il 26 giugno 1963 il
Presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy nel suo famoso discorso a Berlino
Ovest dichiarò «Duemila anni fa l'orgoglio più grande era poter dire “civis
Romanus sum”. Oggi, l'orgoglio più grande è dire “Ich bin ein Berliner".».
Circa otto secoli dopo Carlo Magno unificò le maggiori
regioni europee e volle che il suo impero fosse certificato a Roma dal Papa
Leone III e fu l’inizio del Sacro ROMANO Impero. Ed anche questa volta per gli
stati europei Carlo Magno, partendo da
Roma, stimolò uno sviluppo culturale profondamente legato alla legittimazione
di un impero cristianizzato. E questo avveniva attraverso la diffusione
capillare del cattolicesimo in Europa, per fare da veicolo per riforme giuridiche,
amministrative e istituzionali. Purtroppo questa Europa carolingia durò poco: i
successori di Carlo Magno ebbero visioni politiche molto più limitate e il nome
di Sacro Romano Impero divenne per secoli il “soprannome” di uno stato di
cultura germanica.
Passati altri dieci
secoli Napoleone Bonaparte volle ripercorrere le strade dell’Impero Romano e
tentò una sua ricostituzione che partiva dalla Francia e che avrebbe voluto
esportare anche alcune buone “cose” inventate dalla Rivoluzione Francese. Anche
in questo caso Napoleone, pur non arrivando sino a Roma, chiamò il Papa Pio VII
a Milano a “certificare” la sua incoronazione. Ancora una volta l’unificazione
europea voluta dall’alto da un personaggio sicuramente ingombrante ebbe breve
durata e Europa tornò ad essere una espressione geografica.
Non voglio citare
un altro tentativo di unificazione europea tentato dal nazismo e che fu
possibile sventare quando alle forze nazionali europee si aggiunse la grande
forza di altre nazioni.
Proprio la
consapevolezza che le Nazioni Europee cominciavano a diventare “piccole” spinse
un gruppo di saggi uomini politici culturalmente avanzati a pensare che si
doveva ragionare in chiave europea, cioè che solo una Europa unita
politicamente poteva continuare ad esistere in un mondo globalizzato.
Per l’Italia Alcide De Gasperi e Altiero Spinelli, per la
Francia Jean Monnet e Robert Schuman, per il Lussemburgo Joseph Bech, per la
Germania Konrad Adenauer e per il Belgio Paul-Henri Spaak sono stati i padri
fondatori della idea europea. Formalmente i due trattati, firmati a Roma il 25
marzo 1957 dai sei paesi fondatori, gli INNER SIX come inizialmente furono
chiamati, istituirono la Comunità economica europea (CEE) e la Comunità europea
dell'energia atomica (CEEA o Euratom).
E siamo arrivati ai nostri giorni ed è iniziato il movimento
“exit” prima più sottovoce e poi sempre più “gridato” non solo da politici che
tentano di dare un lustro sbagliato al loro nome, ma anche da “professori” che
si dicono esperti di economia politica che invece hanno solo visione miope di
un mondo che è cambiato.
Negli antichi esempi la caduta degli “imperi europei” è
stata causata da spirito di rivincita contro imposizioni guidate dall’alto:
Roma, Barbarossa, Napoleone. Oggi la Nazione Europa è nata come una esigenza
dal basso e non ci resta che sperare in un ravvedimento intelligente di quei politici e di quei "professori" per non
finire come …i Faraoni Egiziani.
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