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giovedì 18 marzo 2021

Intelligenza Artificiale, Algoritmi, Big Data, ....riflessioni ignoranti

 di Attilio A. Romita                                                               15 marzo 2021

Ad Aprile 2018 ho pubblicato una mia riflessione su “AI - Artificial Intelligence”  la cui conclusione era che non esistono “macchine intelligenti”, ma soltanto macchine capaci di fare tanti calcoli rapidamente.
Lo scopo di questa nuova riflessione è di provare a chiarire in termini semplici e scientificamente esatti alcuni temi …che vanno di moda.

Spesso ad AI, la Intelligenza Artificiale, sono accomunate le parole ALGORITMO e BIG-DATA per offrire spiegazioni ragionevoli a decisioni e provvedimenti che possono avere conseguenze anche importanti nella vita normale di tutti noi.
Oggi, come allora, la vera domanda è: esiste una macchina capace di INVENTARE nuove soluzioni diverse e migliori partendo dagli stessi dati di base e quindi esiste l’intelligenza artificiale?
La Enciclopedia Treccani ci supporta con questa definizione: “con un algoritmo si tende a esprimere in termini matematicamente precisi il concetto di procedura generale, di metodo sistematico valido per la soluzione di una certa classe di problemi.”
La Scienza Statistica ha analizzato molto in dettaglio la possibilità di prevedere il verificarsi di un evento conoscendo in anticipo i parametri che lo caratterizzano. Lo studio è fatto perfezionando in continuità gli ALGORITMI, cioè le formule matematiche, che sono di volta in volta aggiornate usando informazioni e dati conosciuti e i cui risultati sono noti.
Un esempio per chiarire: se oggi un algoritmo riesce a “prevedere” la situazione meteo di oggi usando le informazioni che avevo ieri, molto probabilmente lo stesso algoritmo è in grado di PREVEDERE la situazione di domani usando le informazioni di oggi.
Ancora la Scienza Statistica ci dimostra matematicamente che la probabilità del verificarsi di un evento coincide con la frequenza con la quale l’evento stesso si verifica quando si analizzano un numero infinito di eventi.
La seconda espressione chiave di questa chiaccherata è BIG DATA cioè la grande quantità di informazioni e di casi che “la rete” conserva in magazzini sparsi in tutto il mondo e che sonno resi disponibili per poter verificare emettere a punto gli ALGORITMI che in modo tale da far apparire i risultati come scoperta ed invenzione di un essere pensante e non come un semplice risultato di un calcolo.
La Tecnica Informatica ha imparato rapidamente a trasformare gli ALGORITMI in programmi eseguibili e a disegnare archivi di dati organizzati per la migliore estrazione delle informazioni.
Dalla fine del secolo scorso -sembrano tanti anni, ma sono solo 20- tutto questa teoria ha iniziato a poter essere messa in pratica quando elaboratori con enorme potenza di calcolo sono stati in grado di lavorare smisurati “contenitori di dati” – i BIG DATA - per fornire risultati in tempi “umani”.
La disponibilità di queste risorse “quasi infinite” ha reso possibile un aggiornamento continuo degli algoritmi che sembrano quasi capaci di “imparare” autonomamente sperimentando confronti veloci e continui tra i risultati dell’elaborazione e la reale evoluzione dei fatti ….sembrava quasi che il computer e l’algoritmo imparino dall’ esperienza.
Un algoritmo così messo a punto ed usato su dati attuali sembra in grado di trarre conclusioni che solo una intelligenza umana è in grado di fornire perché sembra che non esista un nesso logico-meccanico tra dati e risultati. Tutto il ragionamento precedente sembra giustificare la definizione di Intelligenza Artificiale.
Ma, secondo me, esiste un salto logico cioè una differenza fondamentale perchè l’essere umano nei suoi ragionamenti ed osservazioni molte volte cambia punto di vista senza una ragione logica e scopre o inventa qualcosa di nuovo ed inatteso mentre per il computer il percorso di apprendimento e tutti i parametri e condizioni usati sono esattamente quelli che il Programmatore ha disegnato in precedenza.
La leggenda narra che Isacco Newton ha scoperto la legge di attrazione universale osservando che una mela non cadeva da un albero, ma era attratta dalla Terra che ha una massa molto più grande. Un altro grande, Archimede, definì il suo famoso principio quando si rese conto che mentre il suo corpo non affondava sia in un lago sia in una grande vasca, i suoi calzari pesanti andavano a fondo sia nella vasca che nel lago: la spiegazione anche quella volta derivò dal cambiamento di punto di vista: la spinta al galleggiamento derivava dalla differente quantità di acqua che il suo corpo o i suoi calzari spostavano al momento della immersione.
L’essere umano “inventa” cambiando punto di vista, mentre la macchina sembra emulare le capacità dell’uomo, e quindi la sua intelligenza, ma è soltanto capace di arrivare in tempi brevissimi a decisione il cui “punto di vista” è precostruito..
Secondo me proprio questa “velocità decisionale” talvolta ci spinge a pensare che la macchina sia “più intelligente” dell’uomo. Sarebbe come dire che un cavallo è più intelligente di un uomo perchè anche un medio ronzino è più veloce del velocista Bolt che raggiunge al massino poco più di 36 kmh.
In conclusione direi che non è corretto definire Intelligenza Artificiale quella che è soltanto una veloce elaborazione delle regole e delle condizioni al contorno che il costruttore di una macchina ha saputo riversare in essa.
Voglio concludere questa nota con una storiella che, forse, può aggiungere un chiarimento.
Per andare da Roma a Milano in auto mi si offre una alternativa: partire con la mia auto o usare una TESLA, macchina a guida autonoma, che un mio amico mi presta. Nel primo caso posso fare un programma di massima del viaggio, ma devo affrontare il problema della fatica fisica e del “colpo di sonno”. Nel secondo caso, la TESLA, avrei a disposizione un mezzo che mi porta a destinazione tranquillamente riposato perchè usa le sue dotazioni di Intelligenza Artificiale, per limitare i rischi e per rendermi gradevole il viaggio. Ma, se improvvisamente ho voglia di prendere un caffe in un certo baretto di Sasso Marconi, non posso farlo perché, nel tempo necessario per cambiare la programmazione, siamo gia arrivati a Milano. Ovviamente se ho fretta prendo l’aereo e mi contento del caffe che mi offrono a bordo

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