Attilio A.Romita 18 giugno 2021
La conoscenza dello scienziato è in continua evoluzione sulla base del cambiamento dei fatti che osserva. Non esistono certezze assolute ed è giusto che non esistano torri d'avorio dove si distilla una verità che per definizione è fluida in quanto dipende dalla maggior conoscenza che si acquisisce giorno per giorno.
Il COVID è un "fatto nuovo" che si è sviluppato rapidamente e che è stato affrontato ancora più rapidamente. Ogni scienziato voleva per primo arrivare al Premio Nobel ...e questo è stato un bene perchè in poco tempo si è arrivati ad armi capaci di aggredire il virus coronato con sistemi vaccinali diversamente efficienti e sicuramente statisticamente efficaci.
Cartesio ci dice: "“dubito ergo sum vel quod item est cogito ergo sum” (dubito dunque sono, o ciò che è lo stesso, penso dunque sono) ovvero solo lo stolto non dubita perchè è incapace di pensare e viceversa chi pensa può avere un dubbio.
Poi ci sono stati gli "stupidi" che chiedevano impossibili certezze alla scienza e "profittatori" che sulla onesta impossibilità della scienza di dare certezze hanno costruita la loro fama di saccenti moralizzatori.
Ma proprio su queste dicotomie si sviluppa il processo di sviluppo della conoscenza ...e qualcuno ne approfitta seminando dubbi e chiedendo alla scienza impossibili risposte.
Io credo che noi tutti non dobbiamo cadere nella rete dei saccenti diffusori di dubbi. Dobbiamo avere rispetto per uno scienziato che cambia idea sulla base di nuove esperienze e conoscenze.
Il rapidissimo diffondersi della pandemia di COVID e soprattutto il rapido susseguirsi di notizie e paure ha scatenato la corsa a impossibili certezze.
Il rapidissimo sviluppo delle contromisure e soprattutto dei vaccini deve aumentare la fiducia nella scienza vera …quella che ha dubbi.
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