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martedì 5 ottobre 2021

RIFLESSIONI CONTROCORRENTE - A PROPOSITO DI CARLO MAGNO

Care amiche e cari amici – tranquilli, non è che mi è presa la smania dei comunicati – è solo il desiderio di darvi alcune spiegazioni: oltre ai consueti AMARCORD ed alle RIFLESSIONI, mi è venuta gana (alla Camilleri) di impegnarmi a contestare alcune notizie che circolano e che non hanno un fondamento storico, e così pure di smentire qualche asserzione che va per la maggiore e che a me appare una vera bufala: le chiamerò RIFLESSIONI CONTROCORRENTE, e inizio da Carlo Magno.
Colgo l’occasione per chiedervi una cortesia: alcuni di voi mi hanno sollecitato a riprendere i racconti, ma erano amici cui avevo già spedito l’U.R.S.S., quindi erano successi pasticci nella spedizione; di altri non so nulla, pochi hanno dato un “ricevuto”. Sia chiaro che NON vi sto chiedendo commenti o altro, NON voglio farvi perdere tempo, vorrei semplicemente smarcare la lista degli invii per sapere se quello che ho spedito è giunto a destinazione: per favore, me lo inviate un semplice “ricevuto”? Vi ringrazio.
Flavio Impelluso                                                                            Ottobre 2021
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RIFLESSIONI CONTROCORRENTE - A PROPOSITO DI CARLO MAGNO

A intervalli più o meno regolari - credo sulla base di interessi politici nazionali, o forse più semplicemente elettorali - risalta fuori la storia che vorrebbe individuare la nascita dell’Europa nell’impero Carolingio. E’ chiaramente una assurdità storica, se anche ci fosse tale legame tra Carlo Magno e la nostra Europa del XX secolo (ed è tutto da dimostrare), c’ è il piccolo particolare che l’Europa - anche se allora era parte di un più vasto Impero - era già nata duemila anni fa. Eppure in convegni internazionali e in alcune riunioni di responsabili europei l’idea viene ripresa con una certa costanza.

Altra affermazione incredibile che ho sentito è quella che l’Europa affondi le proprie radici (dicesi radici) nella cultura giudaico cristiana, ma di questo ce ne occuperemo in altra occasione: rimaniamo a Carlo Magno.

Come sapete, Europa era quella bella ragazza di cui Zeus si innamorò (ricordate il toro, il rapimento e la fuga verso il nord?), e proprio per i luoghi della fuga il nome Europa cominciò ad indicare le terre a nord-ovest del Mediterraneo: quindi questo insieme di territori che oggi chiamiamo Europa era già identificato genericamente come tale dalla notte dei tempi. Gli stessi territori raggiunsero una propria struttura omogenea nell’ambito dell’Impero romano già nel I° secolo a. C., in pratica quasi mille anni prima di Carlo Magno. 

Ora salta fuori questo tentativo di “appropriazione”, e per cercare di capire meglio come sia nata quest’idea bislacca sono andato a documentarmi sull’Impero Carolingio, del quale presento una mappa che, come si dice, vale più di tante parole:

Come si vede, stiamo parlando delle quattro province romane (la Belgica, la Celtica o Gallia, l’Aquitania e la Narbonensis) che componevano la Gallia all’epoca di Cesare, più una striscia longitudinale di territori germanici (dalla Sassonia a nord fino all’Adriatico a sud), più alcune regioni di Italia ed altre “di influenza”: siamo nel 9° secolo p. C..

A osservare bene questa mappa, ci vuole una bella presunzione per equiparare questi territori (non molto più della Gallia romana) all’Europa, e tutto sommato anche a chiamarlo “impero”, ma sappiamo che quanto a grandeur….

Comunque sia, vedendo la effettiva collocazione di questo Impero Carolingio, qualche sospetto su chi abbia interesse ad intestarsi le origini della moderna Europa mi viene, e mi conferma anche che per “costoro” è irrilevante che non ci siano tutte le altre nazioni europee: forse ritengono che bastino loro a fare l’Europa, e qualche volta mi viene il dubbio… che sia vero.

Il tentativo di appropriarsi di questa “primogenitura” tramite Carlo Magno non è nuovo, e già lo storico Marc Bloch affermava che “l’Europa è germinata in Francia dopo la caduta dell’Impero Romano”, e Lucien Febvre, anch’egli storico, che “Carlo Magno è il padre dell’Europa”: non ci meraviglia il loro punto di vista, considerato che sono ambedue francesi.

Curiosa invece la posizione del professor Alessandro Barbero, che nel suo recente libro su Carlo Magno sembra accordare una certa validità a queste teorie “francesi”, argomentando che l’impero di Carlo Magno - incentrato tra il Reno ed i porti dell’Atlantico del nord, cioè nell’Europa continentale - sarebbe più “coerente” con il cuore della attuale Europa: come a dire che sì, l’Europa romana già c’era qualche annetto prima di Carlo Magno, ma il suo baricentro era più a sud, era a Roma, quindi come precedente non conta. Mah.

Torniamo alla storia, imprescindibile quando si parla di origini e di nascite, e la storia ci dice che l’Europa, un’Europa un po’ più realistica, non un simulacro di Impero, c’era già come già detto alla fine nel 1° secolo a. C., ed era parte di un più grande organismo statale, come possiamo vedere dalla mappa seguente:

escludendo i possedimenti africani e quelli del medio-oriente, che non interessano in questo contesto, è di immediata evidenza che l’Europa era già stata creata dalla conquista romana duemila anni fa: anche quella romana non era “completa” per come la intendiamo noi oggi, ma non è paragonabile con qualsiasi altro tentativo successivo di unione, men che meno con l’Impero Carolingio.

L’Europa “romana” comprendeva, in tutto o in parte rispetto agli attuali confini, le seguenti nazioni: Italia, Spagna, Portogallo, Francia, mezza Inghilterra, Belgio, Paesi Bassi, Germania (non più di ¼), Austria, Ungheria (parte), Romania, Moldova, Slovenia, Croazia, Bosnia, Albania, Grecia e Bulgaria, spero di non aver scordato nulla e che l’elenco consultato non abbia fatto pasticci con i confini. Nel qual caso chiedo scusa sin d’ora.

Ma, ovviamente, in materia non si tratta solo di dimensioni o di precedenze temporali: qui si tratta anche di possedere o meno le caratteristiche che fanno di alcuni territori un organismo omogeneo. La parte dell’Impero romano, che possiamo identificare a spanne con l’Europa attuale, aveva una sua connotazione politica molto più concreta e definita dell’Impero Carolingio, perché riferiva ad un governo centrale (il Senato romano), aveva una capitale sede del governo (Roma), aveva una unica lingua ufficiale (il latino), aveva una unica legge (il Corpus Iuris romano), aveva tribunali e procedure comuni, aveva un suo esercito, aveva una grande rete stradale integrata e strategicamente centralizzata, insomma era un organismo politico di una omogeneità mai raggiunta in seguito, neppure dalla attuale Europa: tutte peculiarità che Carlo Magno non poté mai vantare.

Comprendo che per le due nazioni che si contendono (e a tratti condividono) il primato in Europa, e cioè Germania e Francia, accreditarsi di essere i padri nobili della stessa Europa possa essere comodo e rilevante, mi stupisco invece che nessuna voce contraria venga da chi potrebbe vantare tale paternità - con quasi mille di anni di anticipo - e cioè l’Italia.

Certo, i tempi sono quelli che sono, abbiamo di fronte ben più grandi problemi da risolvere, sicuramente più urgenti ed importanti di una attribuzione di paternità: ma quando queste contingenze non saranno altro che un brutto ricordo, mi piacerebbe che un nostro rappresentante di alto livello culturale tenesse una lectio magistralis a Bruxelles, spiegando ai suoi colleghi le vere e lontane origini dell’Europa.

L’Europa è stata creata duemila anni fa dall’imperialismo del Senato romano, e dalle conquiste delle sue legioni: era parte dell’Impero Romano.


1 commento:

  1. dopo la storia, anche un po di vecchia attualità su: Mondo, Europa, Italia
    http://www.attilioaromita.com/2021/10/riflessioni-controcorrente-proposito-di.html#more

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