SALVE

SALVE e BENVENUTI!

"Una volta che avrete imparato a volare, camminerete sulla terra guardando il cielo, perchè è lì che vorrete tornare" Leonardo


Mandate una mail a attilio.romita@gmail.com se desiderate essere sempre aggiornati sulle novità! @AAROMITA


giovedì 6 gennaio 2022

RIFLESSIONI – SUL RAZZISMO (PENSIERI IN LIBERTÀ)

Flavio Impelluso                           Fine anno 2021. 
Pomeriggio, comodo in poltrona stavo leggendo il solito quotidiano, quando il titolo di un articolo ed una foto mi suscitano una ridarella, sapete di quelle risate leggere di pancia che fanno sussultare il giornale che vi si appoggia. Dal divano mia moglie si distoglie un attimo da una delle sue letture intellettuali e chiede, di pura cortesia: “Che c’è?”. 

Le spiego che avevo trovato l'articolo “ il nuovo Arsenio Lupin”, sulla  riproposizione cinematografica del famoso Arsenio Lupin, il ladro gentiluomo, con accanto la foto del presumibile interprete, un ragazzone nero. 

Immediato commento: “E che c’è da ridere? Botta di razzismo?”.

Quoque tu, uxor mea! Interessante e modaiolo il commento, anche se un po’ pavloviano: non so se ci avete fatto caso, ma il mantra con cui gli intellettuali nostrani ti apostrofano quando li contraddici è cambiato, dall’inizio del secolo è un altezzoso “razzista!”, prima era un gelido “fascista!”. E’ la sana evoluzione dei tempi e dei costumi: e d’altronde, l’italiano è una lingua viva, o no?

Sia come sia, mi faccio un rapido esame di coscienza e non vedo che c’entri il razzismo, per me è un fatto se non proprio di cultura, almeno di buone letture. E cerco di spiegare alla amata metà il perché della mia ilarità: Maurice Leblanc scriveva del suo ladro gentiluomo all’inizio del ‘900, in piena Belle Epoque, e lo descriveva come un raffinatissimo signore perfettamente inserito nella sofisticata società della esclusiva Costa Azzurra. Ora, cerchiamo di essere seri e realistici, anche se al momento il discorso sul razzismo è, diciamo così, delicato: all’inizio del ‘900 un ragazzo nero stava a quella società come i famosi cavoli a merenda. Sarà brutto, ma era così: e, se la vogliamo dire tutta, è ancora così da molte parti.

La risposta è pungente: “Vabbe’, magari tu no, ma la tua cultura è razzista”. Altra tesi interessante, abbandono il campo della schermaglia familiare e mi metto a riflettere sul concetto se la cultura può essere razzista. Be’, certo che può essere razzista, se è basata su presupposti razzisti. 

Ma ancora una volta mi pare che il razzismo non c’entri niente con questo discorso di Lupin, che poi la stampa avrebbe rettificato, il giovanotto non interpretava Lupin: ma collocare i personaggi correttamente nel proprio ambito storico è razzismo? A me non sembra, che c’entra il razzismo? Faccio un esempio: se mi invitassero a vedere un film su Giulio Cesare, interpretato in costume da un attore mongolo, credo che non ci andrei, non riuscirei a prenderlo sul serio, lo vedrei incongruo come il classico elefante con il tutù rosa che danza il Lago dei cigni. 

Mi direte, ma perché, che ti hanno fatto i Mongoli? Perché mai ti sembrano ridicoli? Ma no, non è vero, non mi sembrano affatto ridicoli, in Mongolia ci sono stato e vi assicuro che sono le persone più aperte ed accoglienti del mondo, se c’è un luogo sulla terra dove mi sono trovato a mio agio e dove tornerei volentieri è la Mongolia, ma per la mia cultura li troverei fuori contesto in quel ruolo, e fargli interpretare Giulio Cesare mi sembrerebbe una stupida forzatura. 

A quel punto la mente se ne va per conto suo ed il pensiero vaga pigramente, ma come mai oggi è così? Un frullatore impazzito dove tutti possono fare tutto, non ci sono più ruoli definiti, competenza e professionalità sono guardate con sospetto, e le conseguenze le vediamo dappertutto, dalla politica alla lotta alle pandemie. Poi il pensiero sterza e imbocca ancora un’altra strada: però potrebbe essere un’idea valida quella di diffondere immagini di melting pot dappertutto, dai film alle reclame delle merendine, un modo per veicolare messaggi di integrazione, tipo le razze non esistono, esiste solo la razza umana, e tutti gli uomini sono uguali, eccetera eccetera. 

Ma è proprio così? Forse si, anche se talvolta le dichiarazioni di principio sono valide in astratto, poi in pratica… Ed a questo proposito mi torna alla mente un racconto ambientato nella Sicilia al tempo degli arabi, dove il locale Visir è un appassionato di cavalli, ed in occasione di una importantissima corsa ordina al miglior allevatore dell’isola di trovargli un campione. Evidentemente non si capiscono bene, perché il giorno dell’avvenimento il cavallaro si presenta con un poderoso Percheron, il campione del suo allevamento. Alle pacate rimostranze del Visir, l’allevatore cerca di convincerlo che non c’è differenza tra le razze dei cavalli, in fondo sono tutti cavalli, c’è solo la razza equina. Il racconto non spiega cosa accadde dopo, ma sembra che nelle notti serene è ancora possibile vedere nel cielo il cavallaro inseguito dal Visir che lo vuole impalare.

Ma torniamo a fare le persone serie (consentitemi almeno il tentativo): se parliamo di personaggi storici, o quantomeno storicizzati dalla letteratura, sono convinto che dovrebbero essere interpretati da attori “coerenti”. Del resto, a chi potrebbe venire in mente di far interpretare Chaka, un famoso re del popolo Zulu, da un baldo vichingo dalla fluente chioma bionda? Andrebbe bene per un film comico, e a me, che sono cresciuto (anche) con i libri di Leblanc, aveva fatto lo stesso effetto quando avevo inteso che il giovanotto nero avrebbe interpretato Arsenio Lupin. 

E’ vero che un ameno Presidente di una Regione italiana ha profetizzato che la nostra epoca sarebbero stata ricordata nella storia del cabaret, però in tutte le cose dovremmo mantenere un limite, quello del ridicolo.

Concludo: capisco che le intrusioni possano essere una lodevole forma di contrasto al razzismo, ma la storia no, non me la incasinate, la storia è un’altra cosa: amici mongoli, vi prego, non mi interpretate mai Giulio Cesare. Vi voglio bene, ma fate Gengis Khan! 
----------- 
A tutti voi, i miei più sinceri auguri per un buon Anno Nuovo.

Nessun commento:

Posta un commento