In una precedente nota dedicata alla scuola - riflessioni su cultura e didattica - riflettevo sulla ritrosia dei nostri
docenti a cimentarsi con gli strumenti informatici.
Le statistiche ISTAT e FUB- Tavola 1 pg.14 - dichiarano che solo il 35%
degli italiani, definiti utenti forti, usano Internet “una sola volta la
settimana”, cioè il 65% degli
italiani non conoscono la rete.
Sicuramente i docenti della nostra scuola
sono persone aggiornate e forse potremo abbassare quel 65% e dichiarare
tranquillamente che la metà dei nostri docenti non conosce la rete. Se non
copriamo questo gap è inutile parlare di innovazione digitale nella scuola
italiana.
Questa situazione, ora certificata da ISTAT, mi ha spinto da
tempo a pensare ad un progetto di “Alfabetizzazione informatica per i Docenti”.
Considerato che per lunghi anni il mio mestiere è stato di
pensare, disegnare, proporre e realizzare progetti ho disegnato una idea e la
ho trasformata in un progetto.
Sempre nessun seguito ho provato a proporre il progetto a
istituzioni ed enti dedicati, che non cito per carità di patria: progetto bello
e ben organizzato, ma chi certifica la possibilità di realizzarlo. Per buona
creanza non ho mai risposto che tra i compiti istituzionale di questi miei
sempre cortesi ascoltatori, c’è anche quello di prendere in esame progetti e se
ritenuti validi collaborare a portarli avanti.
La situazione sembra senza uscita e contemporaneamente
tutti, pubblico e privato, dichiarano la necessità di aggiornare la nostra
cultura digitale per non restare al centesimo posto nel mondo digitale.
Questo stato dei fatti mi spinge a proporre pubblicamente il
progetto dedicato alla “Alfabetizzazione Informatica dei Docenti”, lo potere
leggere, copiare, scaricare, criticare in .
Chiunque abbia interesse alla scuola per i nostri figli è
libero di usarlo o sfruttarlo e, se lo ritiene opportuno, di coinvolgermi.
Infine ripeto quanto detto al principio di questa nota: la
metà dei docenti non conosce internet e sono loro che dovrebbero dare una
educazione moderna ai nostri giovani: forse è il caso di pensarci e di agire!
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