Attilio A. Romita 14 giugno 2015
Nel 2003 è stata
emanata in Italia la legge comunemente indicata come “legge sulla Privacy” e
sin dall’inizio ho avuto grandi dubbi sulla sua validità, ma io sono un
semplice utente e non un giurista.
Gli anni sono passati
e le mie idee si sono rinforzate visto che gli effetti di quella legge si
possono definire puramente illusori.
Un paio di anni ho scritto una riflessione sullo stato dell’arte della protezione della privacy dove tra l’altro è scritto: “La paura
del Grande Fratello Cattivo, la voglia di proteggerci dall’alto, l’idea che
esistono pochi saggi, il cui compito è costruire corazze senza occhi e senza
orecchie, è il più grosso danno che l’umanità si sia autoinflitto.”
Quest’anno è stata
approvata un’altra legge spacciata come una conquista di civiltà, ma che in
realtà è solo una bell’abito, ben costruito, elegante, giuridicamente inattaccabile,
ma può vestire solo il manichino sul quale è stato costruito. Infatti hanno
dimenticato i bottoni e nessuno potrà toglierlo dal manichino: entrerà a far
parte delle buone intenzioni delle quali è lastricato l’inferno. Come forse
avrete capito parlo della cosiddetta “Cookies law”.
Legge sulla Privacy e
Legge “Biscottini” sono eticamente giustissime e, semplificando, sono state
scritte per proteggere, la prima, le informazioni personali e, la seconda, la registrazioni
di preferenze di chi usa internet.
Nel mondo moderno è
enorme il numero di scambi di informazioni tra entità diverse e il legislatore
come ha protetto i cittadini? Ha deciso che la persona che deve comunicare un
dato cosiddetto sensibile deve anche firmare una sorta di liberatoria a chi il
dato riceve. In partica ogni scambio di informazioni è accompagnato da un
foglio di liberatoria per la privacy.
Tutti noi ogni giorno
firmiamo qualcuna di quelle liberatoria ….milioni di fogli ogni mese.
Non contenti degli
illusori ed inutili esiti della legge sulla privacy, alcuni illuminati
legislatori hanno proposto e fatto approvare la nuova legge inutile: la Cookies
Law. Che praticamente è una legge fotocopia della legge sulla privacy applicata
alla navigazione in rete.
L’intento poteva
essere giusto, ma l’applicazione la definirei esilarante: ogni volta che
apriamo una pagina WEB appare una finestra che ci chiede di accettare il cookie
se vogliamo proseguire e noi, ovviamente, …diciamo si.
In pratica la cookies
law ha consentito qualche piccolo guadagno agli sviluppatori di siti web ed una
grande seccatura per chi accede alla rete. Io sono quasi sicuro che presto gli
sviluppatori di app per smartphone creeranno un “click automatico” per
approvare i cookies.
Queste due leggi non
proteggono gli onesti ed i disonesti possono trarne vantaggio. Un imbroglione
inserisce una autorizzazione all’imbroglio nel formato autorizzazione privacy o
cookies e noi la firmiamo senza leggere…contenti e gabbati.
Sicuramente a questo
punto qualche “difensore della fede legale” dirà che queste leggi sono “richieste
dall’Europa”. E’ vero, ma questo non aggiunge valore alla loro inutilità. L’Europa
è fatta da tutti noi e se “pensa” qualcosa di sbagliato e compito di tutti noi chiedere
una correzione del tiro.
Chissà se queste
riflessioni un po’ sgangherate stimoleranno qualche riflessione per
provvedimenti realmente utili e non solo furbescamente altisonanti. Io lo
spero.
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