L’Assessorato Roma Semplice (omen nomen) lo scorso anno ha avviato i Forum: “Sono riunioni pubbliche, occasionali o permanenti, volte a favorire il
confronto diretto e lo scambio di idee…”
Le “Competenze digitali” è il tema di uno dei Forum.
Il 9 febbraio c’è stata una sessione pubblica per presentare
lo Stato dell’Arte delle iniziative legate al tema della Competenze Digitali
soprattutto in ottica di conoscenza delle iniziative che in varie parti
d’Italia, ovviamente Roma compresa, sono in corso per innalzare il livello di
conoscenza ed uso dei tanti strumenti che è possibile usare per accedere alla
RETE e per migliorare le nostre competenze e conoscenze.
Dopo l’introduzione istituzionale della assessora Flavia
Marzano, l’intervento di Nello Jacono ha subito smorzato gli entusiasmi con i
numeri che ci descrivono come grandi proprietari di smartfone che usiamo per
telefonare, per farci grandi selfie, per fotografarci più degli “archetipi
giapponesi“, ma che per oltre il 50%
siamo degli “incompetenti digitali” cioè persone che per cultura, abitudini e
competenza non accedono ad Internet, fosse solo Whatsapp.
Sicuramente qualcosa si può fare e Roberto Scano, esperto di
standard e di cultura digitale, ci ha raccontato come AGID, l’Agenzia per
l’Italia Digitale, lavorando per definire, normare e suggerire come questa cultura
può e dovrebbe essere diffusa correttamente. E’ cosa buona avere delle regole
guida, ma, come disse un illustre Italiano: “abbiamo fatto l’Italia, ora dobbiamo fare gli Italiani”.
I successivi interventi hanno illustrato quanto è stato fatto in alcune regioni per accrescere le competenze digitali.
Nella relazione della rappresentante dell’ANCI, Antonella Galdi, mi è sembrato
di vedere una grigia rappresentazione di una situazione che i Comuni non
riescono a far lievitare in senso positivo per le carenze della “politica” che
non supporta questi enti. Sicuramente il quadro reale è più roseo ed
altrettanto certamente forse non ho capito.
Le Regioni Emilia-Romagna, con Agostina Betta, e Toscana, con Alessandra Nencioni , hanno
presentato i loro progetti nati e sviluppati per supportare lo sviluppo della
Cultura digitale nelle rispettive regioni. Questi progetti hanno cominciato ad
operare da alcuni anni e prevedono molte attività tutte praticamente indirizzate
a sviluppare le competenze digitali dei cittadini e quindi per facilitare l’accesso
e l’uso di strumenti capaci di migliorare i rapporti con le amministrazioni utilizzando
al meglio le risorse che la rete mette a disposizione.
Ultima relazione del Comune di Roma, ospite dell’incontro,
che ha presentato il rinnovato portale di Roma Capitale e l’iniziativa Punti
Roma Facile, cioè posti fisici dove è possibile avere assistenza per l’uso
della Rete e per accedere ai servizi di Roma Capitale. Al momento questo Punti
sono oltre 20 ed hanno un buon successo di “visitatori”.
Al termine delle relazioni ufficiale c’è stato spazio per
l’approfondimento di alcuni punti di attenzione che, Cecilia Colasanti, “facilitatrice” dell’evento, ha evidenziato citando alcune parole chiave emerse nel corso della
presentazione. Chi vi scrive ha suggerito di aggiungere “alfabetizzazione” come
parola chiave necessaria per qualificare compiutamente la cultura digitale.
La mia sensazione è che per molti, se non tutti, progetti la
diffusione della conoscenza non tengono conto dell’assoluto analfabetismo
digitale di base di molta parte dei nostri concittadini. Questa carenza impone di
iniziare da un livello di diffusione di conoscenza elementare. E questa
“introduzione al digitale”, visti i cambiamenti continui degli strumenti
hardware e software, deve, per quanto possibile, essere indipendente dagli
strumenti stessi. All’inizio di una serie di “chiaccherate digitali” che ho
avuto con un gruppo di anziani ho usato un esempio culinario: “nel corso dei prossimi incontri io cercherò
di aiutarvi a capire come si legge un libro di cucina e non vi insegnerò a
preparare l’anitra all’arancia”. Cioè prima di parlare di Android o di
Apple, di Microsoft piuttosto che di Linus, di PC piuttosto che di smartphone è
giusto che le persone apprendano le basi elementari del mondo digitale.
Questo mio approccio non è stato subito condiviso dai
relatori, che hanno giustamente difeso le varie iniziative, ma dopo un qualche
discussione e precisazione, ha avuto un certo apprezzamento e …forse potrà
essere utile.
Un secondo tema di discussione, in certo modo legato al
precedente, sono state le considerazioni relative alle APP(lication). Si è
sostenuto che la grande disponibilità di app è lo strumento per la diffusione
di cultura digitale perché rende facile la capacità di usare gli strumenti.
Personalmente sono convinto che l’uso delle APP porti solo ad un appiattimento
culturale e ad una “ghettizzazione digitale” cioè ci abitua ad usare solo una
minima parte delle porte che uno “strumento digitale” ci può aprire.
Forse di questi argomenti dovremo continuare a parlare o
meglio a riflettere perché siamo tutti d’accordo che il digitale sarà sempre
più importante nella nostra vita pratica e non possiamo restare fuori del Castello Incantato.
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