SALVE

SALVE e BENVENUTI!

"Una volta che avrete imparato a volare, camminerete sulla terra guardando il cielo, perchè è lì che vorrete tornare" Leonardo


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giovedì 4 novembre 2021

AMARCORD – QUEI GIORNI IN PROVENZA

  Flavio Impelluso                                                                 1 novembre 2021

Questo AMARCORD è un po’ particolare, intanto perché devo fare una premessa, e poi perché fu un viaggio che – a differenza di altri - mi costrinse ad alcune riflessioni.

La premessa: alcune delle cose che narrerò sembreranno così idilliache da essere poco credibili. Tranquilli, tutto vero, i miei amici sanno che non sono certo un apologeta di alcuni atteggiamenti dei Francesi, tutt’altro. A parte le mie personali sensazioni, non c’è nulla del racconto che non sia realmente accaduto. Un’ultima cosa: narro fatti di parecchi anni fa, non so se le cose in Francia stiano ancora così.

martedì 5 ottobre 2021

RIFLESSIONI CONTROCORRENTE - A PROPOSITO DI CARLO MAGNO

Care amiche e cari amici – tranquilli, non è che mi è presa la smania dei comunicati – è solo il desiderio di darvi alcune spiegazioni: oltre ai consueti AMARCORD ed alle RIFLESSIONI, mi è venuta gana (alla Camilleri) di impegnarmi a contestare alcune notizie che circolano e che non hanno un fondamento storico, e così pure di smentire qualche asserzione che va per la maggiore e che a me appare una vera bufala: le chiamerò RIFLESSIONI CONTROCORRENTE, e inizio da Carlo Magno.
Colgo l’occasione per chiedervi una cortesia: alcuni di voi mi hanno sollecitato a riprendere i racconti, ma erano amici cui avevo già spedito l’U.R.S.S., quindi erano successi pasticci nella spedizione; di altri non so nulla, pochi hanno dato un “ricevuto”. Sia chiaro che NON vi sto chiedendo commenti o altro, NON voglio farvi perdere tempo, vorrei semplicemente smarcare la lista degli invii per sapere se quello che ho spedito è giunto a destinazione: per favore, me lo inviate un semplice “ricevuto”? Vi ringrazio.
Flavio Impelluso                                                                            Ottobre 2021
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RIFLESSIONI CONTROCORRENTE - A PROPOSITO DI CARLO MAGNO

A intervalli più o meno regolari - credo sulla base di interessi politici nazionali, o forse più semplicemente elettorali - risalta fuori la storia che vorrebbe individuare la nascita dell’Europa nell’impero Carolingio. E’ chiaramente una assurdità storica, se anche ci fosse tale legame tra Carlo Magno e la nostra Europa del XX secolo (ed è tutto da dimostrare), c’ è il piccolo particolare che l’Europa - anche se allora era parte di un più vasto Impero - era già nata duemila anni fa. Eppure in convegni internazionali e in alcune riunioni di responsabili europei l’idea viene ripresa con una certa costanza.

mercoledì 8 settembre 2021

AMARCORD – L’U.R.S.S.

Flavio Impelluso                                                                     8 settembre 2021

 Care amiche e cari amici, purtroppo di riprendere i nostri incontri con le conferenze non se ne parla ancora: speriamo che l’inizio dell’anno scolastico fornisca precise indicazioni di come gestire in sicurezza una riunione in un’aula, consentendo così anche a noi di adeguarci.

Questo periodaccio che sembra non finire mai aveva fatto saltare anche quel minimo di contatto epistolare che avevamo instaurato con gli Amarcord e con le Riflessioni, ma a questo possiamo rimediare: se avrete la pazienza di dedicar loro qualche minuto del vostro tempo, io riprendo …. le spedizioni!

Vi ringrazio, un abbraccio,

Flavio Impelluso

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Mi ricordo della Russia, un viaggio di tanto tempo fa, tanto da farmi sembrare che non fosse solo un salto di tempo, ma proprio un altro mondo. Mi rendo conto adesso che intitolare questi ricordi come “L’U.R.S.S.” è un tantino velleitario, nel senso che poi abbiamo toccato solo due città della Russia, ma allora c’era effettivamente un po’ di sovrapposizione tra i nomi.

martedì 13 luglio 2021

Al Teatro Quirino: Conferenza Stampa per la stagione 2021-2022

di Attilio A. Romita                                                                     12 luglio 2021

Oggi, dopo circa 15 mesi, siamo di nuovo seduti sulle poltrone rosse della platea del Quirino per salutare una nuova stagione teatrale …un cauto presagio per l’inizio di una ritrovata normalità.

…e quindi tornammo a riveder le stelle..” è slogan che il Teatro Quirino ha scelto per  la nuova stagione 2021-2022 che è stata presentata oggi.

Il Teatro Quirino rilancia il cartellone dei suoi 150 anni di una storia di grandi attori ed attrici che hanno calcato il suo palcoscenico per raccontarci opere che è giusto definire classiche.

martedì 15 giugno 2021

Scienza e conoscenza….riflessione filosofica

 Attilio A.Romita                                      18 giugno 2021




    


Questa riflessione è stata stimolata dalle tante polemiche che la pandemia di COVID ha scatenato tra scienziati, informatori, il mondo della rete ed opportunisti. Non sono uno specialista medico ne uno scienziato ovviamente non entrerò nel merito della questione, ma solo su alcuni aspetti generali della scienza, della conoscenza e della comunicazione.

domenica 13 giugno 2021

Sulla Giustizia e PNRR ….riflessioni politiche

Attilio A. Romita                                                                  13 giugno 2021

Alcuni anni fa ho pubblicato questo post. Da allora dal punto di vista organizzativo il funzionamento della Giustizia Italiana non è cambiato molto.
Proviamo ad attualizzarlo: quali conclusioni si possono trarre? Come possiamo affrontare realisticamente il problema e possibilmente avviarci ad una vera soluzione? 

mercoledì 9 giugno 2021

Affrontiamo la crescita

 Lucio Sepede                                         10 giugno 2021

Continuiamo il colloquio con Lucio Sepede su un importante tema: come affrontare il processo di crescita in modo positivo

Attilio.A.Romita (AAR): La pandemia è stata quasi il colpo di grazia per la nostra economia che stava passando un periodo di grande recessione. Occorre trovare qualcosa per invertire questa tendenza negativa.

Lucio Sepede (LS): Il declino si può ancora evitare, tramutando l'equilibrio instabile in dinamismo. O lo facciamo adesso con il PNRR o mai più.

giovedì 3 giugno 2021

Riattivare la crescita ….una opportunità ed una sfida

 Lucio Sepede                                                                              2 giugno 2021

Il 2 giugno è l’anniversario della nascita della Repubblica Italiana e, come diceva il mio professore di latino “si parva licet componere magnis”, inizia una nuova serie di colloqui con il mio amico Lucio Sepede che è stato al vertice di Imprese Informatiche e ….mio capo.

Attilio.A.Romita (AAR): L’Italia esce da un lungo periodo di crisi che la brutta pandemia causata dal coronavirus ha peggiorato.
Come si fa a ripartire?

Lucio Sepede (LS): Riattivare la crescita è condizione necessaria ma non sufficiente per risolvere tutti i problemi dell'Italia e degli italiani.
Ormai sembra che in Italia l'ottimismo abbia preso il sopravvento sulla paura e sulla rassegnazione.

giovedì 29 aprile 2021

AMARCORD – l’Amazzonia (seconda parte)

Flavio Impelluso                                                    26 aprile 2021


Al termine della prima parte di questo racconto ci eravamo lasciati quando, tornando al tramonto da una escursione, ci dissero che avevano catturato un giaguaro. Andammo a vederlo: in quel residence nella foresta – anche se in gabbia - era quanto di più lontano dalla civiltà avessi mai visto. Mia moglie ed io non avevamo ancora fatto i safari africani, e le uniche belve viste da vicino erano quelle povere bestie degli zoo, che gli mancava solo il giornale per sembrare pensionati ai giardinetti.

sabato 27 marzo 2021

AMARCORD – L’Amazzonia (prima parte)

FlavioImpelluso                                                                      25 marzo 2021

Dalla cabina di guida, in piedi dietro ai piloti, provavo finalmente una sensazione di cui avevo sentito parlare ma non avevo mai sperimentato: volare su un mare verde a perdita d’occhio, solo che sotto non c’era l’acqua ma la chioma degli alberi della foresta amazzonica, che aveva tessuto un tappeto ininterrotto di verde. Il comandante – un simpatico esempio di macho sud americano, abbronzato, baffuto e dal sorriso da reclame, Ray-ban spavaldi sulla fronte – era stato molto gentile, avevo presentato il biglietto da visita di dipendente di compagnia aerea e mi aveva invitato in cabina.

giovedì 18 marzo 2021

Intelligenza Artificiale, Algoritmi, Big Data, ....riflessioni ignoranti

 di Attilio A. Romita                                                               15 marzo 2021

Ad Aprile 2018 ho pubblicato una mia riflessione su “AI - Artificial Intelligence”  la cui conclusione era che non esistono “macchine intelligenti”, ma soltanto macchine capaci di fare tanti calcoli rapidamente.
Lo scopo di questa nuova riflessione è di provare a chiarire in termini semplici e scientificamente esatti alcuni temi …che vanno di moda.

venerdì 26 febbraio 2021

RIFLESSIONI - …. SULLE ORME DI JEROME K. JEROME

Flavio Impelluso                                                                 Gennaio 2021

Applicando scientemente, e sopra tutto con costanza, il pensiero di Jerome, si può giungere a riflessioni assai curiose: per esempio, avete mai fatto caso al fatto che in buona parte del mondo si scrive proprio come scrivevano gli antichi romani, con le stesse lettere? Sì, proprio quelle copiate dal greco, un tocco di etrusco, una semplificata alla romana e via, così scrivevano Cicerone e Cesare.
E cosa vuol dire “in buona parte del mondo”? Vuol dire, come da planisfero che segue, che nelle nazioni in verde scuro viene usato l’alfabeto latino, mentre in quelle verde chiaro è affiancato da un alfabeto locale.

sabato 16 gennaio 2021

AMARCORD - PRAGA, MON AMOUR

Flavio Impelluso                                                                16 gennaio 2021

Fa freddo. Fa freddo perché d’inverno a Praga fa freddo, ma quello che abbiamo dentro è molto peggio, è un gelo di rabbia e insieme una grande pena. Siamo appena usciti dal cimitero ebraico, è un luogo orribile: ci spiegano che nel XV secolo le autorità concessero agli ebrei un fazzoletto di terra per inumare i loro morti, e poi per secoli li hanno costretti a seppellirli lì, proibendogli di farlo al di fuori. In alcuni punti si sono sovrapposti nove strati di sepolture, in quel misero rettangolo c’è un caos di 12.000 lapidi gotiche, poi rinascimentali e poi barocche, tutte pigiate una contro l’altra, qualcuna accavallata sulle altre o ribaltata: coprono i centomila morti inumati nel tempo. Il silenzio e l’ombra dei grandi alberi enfatizzano l’atmosfera spettrale e dolorosa. Mi viene in mente, paradossale e amara, la constatazione che non c’è bisogno del filo spinato per violentare ed umiliare un popolo, in fondo si può fare tanto male con poco, basta una proibizione.

giovedì 17 dicembre 2020

RIFLESSIONI - ESCHILO E LA BIBBIA

 RIFLESSIONI.

Cari amici, questa dannata pandemia non sembra per il momento voler mollare la presa, e così si allontana nel tempo la possibilità di riprendere le nostre conferenze.
Io continuo, tanto per mantenere i contatti, a scrivere dei miei ricordi di viaggio ed a farli circolare, ma di recente mi è venuto il desiderio di ampliare l’orizzonte di questi racconti, si tratta più che altro di affiancarli con delle “riflessioni” sui più svariati argomenti, e tanto per capirci meglio il primo, dal titolo “Eschilo e la Bibbia”, lo sottopongo alla vostra attenzione.
Mi piacerebbe che queste mie riflessioni ne suscitassero altre in chi le legge, creando un nuovo contatto virtuale: un vecchio proverbio diceva da cosa nasce cosa, chissà che non accada la stessa cosa con qualche idea.
Vi auguro una buona lettura ed invio i miei migliori auguri per le prossime festività, 

Flavio Impelluso.                                                               15 dicembre 2020

 

ESCHILO E LA BIBBIA

Credo che ognuno di noi abbia una zona limbica di parcheggio in cui accumulare informazioni, per esempio tutta una serie di nozioni scolastiche che magari non ci sono servite per decenni e che ci ricordiamo di avere solo perché salgono ad un tratto alla memoria, evocate dalle più varie ragioni, un articolo di giornale, una notizia alla TV o una conversazione casuale. 

 RIFLESSIONI.

Cari amici, questa dannata pandemia non sembra per il momento voler mollare la presa, e così si allontana nel tempo la possibilità di riprendere le nostre conferenze.

Io continuo, tanto per mantenere i contatti, a scrivere dei miei ricordi di viaggio ed a farli circolare, ma di recente mi è venuto il desiderio di ampliare l’orizzonte di questi racconti, si tratta più che altro di affiancarli con delle “riflessioni” sui più svariati argomenti, e tanto per capirci meglio il primo, dal titolo “Eschilo e la Bibbia”, lo sottopongo alla vostra attenzione.

Mi piacerebbe che queste mie riflessioni ne suscitassero altre in chi le legge, creando un nuovo contatto virtuale: un vecchio proverbio diceva da cosa nasce cosa, chissà che non accada la stessa cosa con qualche idea.

Vi auguro una buona lettura ed invio i miei migliori auguri per le prossime festività,

Flavio Impelluso.                                15 dicembre 2020

 

ESCHILO E LA BIBBIA

Credo che ognuno di noi abbia una zona limbica di parcheggio in cui accumulare informazioni, per esempio tutta una serie di nozioni scolastiche che magari non ci sono servite per decenni e che ci ricordiamo di avere solo perché salgono ad un tratto alla memoria, evocate dalle più varie ragioni, un articolo di giornale, una notizia alla TV o una conversazione casuale. 

A me è capitato recentemente leggendo un articolo su una rivista di storia ed archeologia, parlava di Eschilo e della tragedia con cui aveva reso immortale il mito dello sciagurato Titano, il Prometeo Incatenato: e infatti dal parcheggio di cui sopra sono balzati fuori quasi in automatico Titani, avvoltoi e catene. Ma, confesso, la memoria era un po’ arrugginita, perché nonostante il Prometeo me lo fossi sorbito tutto, credo al Ginnasio, me lo ricordavo confusamente come una fase delle lotte per il potere nel pantheon greco, Crono e Zeus, la Terra ed i Titani, tutto un guazzabuglio di lotte e feroci vendette.

Ma non mi ricordavo, o forse a 15 anni non lo avevo proprio compreso, il profondo significato insito nel dono di Prometeo, a me allora era sembrato una delle classiche leggende con cui nell’antichità si ammantavano le vicende umane - nello specifico la scoperta del fuoco – con racconti fantasiosi, e certo farlo donare all’uomo da un Titano ribelle era più bello ed immaginifico che non attribuirlo a mera casualità. E così, spinto dai ricordi, riprendo in mano Il “Prometeo incatenato” e, pur con qualche salto di impazienza, arrivo al punto del dialogo con le ninfe Oceanine, dove è Prometeo stesso che tra gli spasmi della sua eterna pena confessa alle ninfe di aver dato agli uomini (col fuoco) le chiavi del sapere.

E qui la ribellione ed il dono esprimono tutto il loro potere trasgressivo perché il fuoco ha una sua duplice valenza: per un verso la concretezza, dato che è con il fuoco che l’uomo inizia a progredire, ma anche l’affrancamento dall’ignoranza, perché il fuoco è il simbolo della luce del sapere. Questa è la vera sfida che gli dei temono, questa è la ragione dell’ira di Zeus e della terribile punizione che infligge al Titano. E qui le rotelle un po’ ossidate mi si rimettono un po’ in moto, e qualcosa riaffiora alla memoria: ma io ‘sta storia l’ho già sentita, mi sbaglierò ma il fatto degli dei che vogliono tenere per sé il sapere e non vogliono condividerlo in toto con gli uomini, anzi li minacciano di morte, non mi è nuovo.

E infatti: Bibbia, Genesi (2, 15-16), lo schema è identico: il sapere è patrimonio Divino, Dio ne regala una parte all’uomo, ma se l’uomo trascendesse il donato “…certamente ne morirebbe.” Così si conclude quel passo della Genesi.

Vabbe’, direte, e dov’è la stranezza? Che gli uomini proiettino sugli dei una visione “umana” dei rapporti ci può stare, e così pure che l’uomo nella sua continua ricerca del sapere si renda conto che “sconfinare” potrebbe essere pericoloso, e quindi si autoimponga un limite ultraterreno. Certo, e infatti non è questo che mi ha stupito: quello che mi è sembrato strano è stata la constatazione che questo concetto nasca praticamente uguale tra i Greci e tra gli Ebrei, due popoli e due civiltà che più diversi tra loro non si può.

I primi, i Greci, hanno inventato la democrazia, la filosofia e le arti, dalle letture me li ricordo come gente che ragiona tanto e crede poco, solari e un po’ confusionari, con un rapporto cinico con il loro pantheon che non so se definire più malandrino o complice, con degli dei veramente improponibili come esseri superiori e con un capo “fimminaro” come pochi.

I secondi, gli Ebrei, specie quelli del Vecchio Testamento, hanno invece strutture sociali monocratiche, poco aperti alle arti in genere, sono monoteisti, austeri e religiosamente intransigenti ai limiti del fanatismo, vantano un rapporto privilegiato con il loro dio che li chiama popolo eletto, ma al contempo con questo essere severo e vendicativo stanno spesso in conflitto tra trasgressioni, punizioni (la peste ad Ashdod!) e perdoni.

Come è possibile che questi due popoli – così profondamente diversi - abbiano elaborato concetti così simili, praticamente uguali, su un passo così delicato del pensiero religioso/filosofico, lo snodo del rapporto tra divino ed umano? Certo è anche vero che la culla di questi due popoli era limitrofa, e infatti Grecia e Palestina sono ambedue rivierasche del Mediterraneo orientale; è vero che il mare unisce e non divide; è ancora vero che ambedue hanno alle spalle qualche migliaio di anni di tempo per conoscersi ed eventualmente per scambiarsi idee e credenze, tutto vero, eppure…. non sono convinto. E non sono convinto anche perché, se questo tipo di rapporto fosse una naturale proiezione dell’uomo verso il divino, dovrebbe essere presente in quasi tutte le religioni del mondo, cosa che a palmi non mi pare, anche se non sono un esperto in materia. Proviamone un’altra.

Seguendo gli studi e le deduzioni di Pierluigi Montalbano, che ipotizza un momento della grande civiltà nuragica – che aveva permeato di sé tutto il Mediterraneo – in cui questa perde coesione e si frantuma, dando vita ai popoli proto-storici del Mediterraneo, non potrebbe essere che i due popoli in questione non siano giunti allo stesso concetto per strade autonome e separate, ma in realtà abbiano attinto ambedue ad antiche, comuni credenze, rielaborandole poi solo formalmente per adattarle ai rispettivi culti religiosi?

Ipotesi forse affascinante, ma sento che mi sto spingendo troppo lontano, e senza le necessarie basi culturali. Però che bello girovagare nel passato, magari anche con un po’di fantasia…..

 

 

martedì 17 novembre 2020

Amarcord: Mongolia

Flavio Impelluso                                                                   14 novebre 2020

E così, dopo i saluti ed i ringraziamenti, a sera la piccola carovana dei mongoli si avvia e noi rimaniamo lì, nella steppa, con la gher (la tenda mongola) che ci avevano lasciato, soli con la nostra guida e con l’autista. 

Una strana situazione, che richiede un minimo di storia: il programma del viaggio era piuttosto articolato, e tra le altre cose prevedeva di fare varie tappe, fermandoci ogni volta in un piccolo accampamento di nomadi, condividendo il loro quotidiano, mangiando con loro e dormendo nelle loro tende. E così era andato sino allora, avevamo trascorso giornate stupende, coccolati dalle persone più cordiali e più pazienti mai incontrate, ed era stato come vivere in un libro di avventure.

mercoledì 7 ottobre 2020

Amarcord: Quei Giorni Ad Hong Kong

   Flavio Impelluso                                                          7 ottobre 2020 

Fatico a collegare la Hong Kong dei miei viaggi con quella che vedo in questo periodo alla televisione, le scene della repressione cinese, anche se terribilmente reali, mi sembrano estranee ed incongrue. È vero che la città che conoscevo io dista quasi mezzo secolo da questa, ed è un fatto che non posso ignorare, eppure sull’argomento continuo a vivere una specie di fastidiosa dissociazione logico-temporale. Forse non voglio semplicemente accettare il tempo che passa e soffro come mie le sopraffazioni di un luogo che ricordo sereno.

venerdì 2 ottobre 2020

PAGA LA RATA E VAI SERENO ….RIFLESSIONI IGNORANTI

Attilio A. Romita                                                        1 ottobre 2020

Negli ultimi anni molte case automobilistiche di tutto il mondo propongono ai loro Clienti un modo di acquisto molto simile alla tradizionale vendita rateale. Il costo di una autovettura viene finanziato in quote mensili e può essere terminato con una maxi rata finale più o meno grande che conclude la vendita.

Per rendere più appetibile l’operazione vengono inserite facilitazioni e servizi talvolta esageratamente evidenziati.

venerdì 11 settembre 2020

Amarcord: il grande Parco di Etosha-agosto 2019

  Flavio Impelluso                                                           10 settembre 2020

Sul gippone faceva un freddo cane, il mezzo era telonato e ci avevano dato dei poncho con cappuccio, ma l’alba africana non sentiva ragioni, eravamo intirizziti. La guida ci avvertì che tra poco saremmo arrivati ad una delle pozze d’acqua del parco, ed avremmo visto qualcosa di veramente speciale, la abbeverata del mattino degli animali. Eravamo ad Etosha, il grande parco nel nord della Namibia, creato dai tedeschi all’inizio del secolo scorso quando la Namibia era una loro colonia: allora era il più grande del mondo, 100.000 kmq, una cosa incredibile. Oddio, non è che ora stia scherzando, perché nonostante la fame di terreni sono riusciti a mantenerne intatti più di 20.000 kmq, cioè più o meno le attuali dimensioni della Lombardia.

lunedì 10 agosto 2020

Franca Valeri …un ricordo.

 Mirna Bozzo Impelluso                                              9 agosto 2020

Io sono una “pratolina”, no, non nel senso di quelle piccole margherite che ornavano spontanee le aiuole romane, è che sono nata nel quartiere romano di Prati. 
Essere di Prati, per quelli della mia età, era un privilegio, le grandi strade alberate, i villini, tutto pulito, una atmosfera particolare di quartiere, ma non di periferia, insomma Prati era Prati.
Mica come adesso, povera Roma mia, e lasciamo perdere se no i nipoti mi dicono che brontolo sempre.